Ott 17, 2024 Scritto da 

Inizi modesti, Prodigio che non stordisce

Dal di dentro e nel domestico

(Lc 13,18-21)

 

Le due parabole sono state esposte in un momento di dubbio circa la proposta del Maestro e la missione dei suoi.

Un piccolo gruppetto di fedeli privi di aggancio sociale, poteva dire qualcosa al mondo?

Malgrado l’impegno, donne e uomini si arrovellano in tutti i loro antichi problemi, sentono il peso di sofferenze e angosce: a prima vista tutto sembra come prima, sconnesso, caotico, frammentario.

Che senso ha per il concerto culturale e civico - oggi globale - la piccola speranza di pochi credenti privi d’un patrimonio appariscente?

Sembra che nella realtà del cosmo nulla cambi… ma il Granello è stato gettato nel solco della terra.

Pare che la pasta umana sia quella di sempre, ma un Lievito la sta rinnovando tutta, dal di dentro.

Gesù è stato come un semino piantato nell’oscurità, nulla di clamoroso. E gettato come nell’orto di casa [v.19 testo greco] dove non si coltivano parate strepitose, ma semplici patate, insalata, melanzane, cetrioli, pomodori - cose normali, niente di che.

Il chicco di senape ha però una incredibile e intrinseca forza evolutiva.

Certo, il momento della crescita si conclude con un semplicissimo alberetto - un arbusto come tanti, sottoposto alle intemperie... eppure in grado di dare riposo e riparo a chiunque passi (v.19).

Questo reca il miracolo finale: «una forma di vita dal sapore di Vangelo […] che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio. Qui [s. Francesco] dichiara beato colui che ama l’altro quando fosse lontano da lui, quanto se fosse accanto a lui».

Sebbene ripresa da espressioni del Primo Testamento, nei tratti descritti da Lc la figura evangelica degli uccelli del cielo illustra «l’essenziale di una fraternità aperta, che permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, al di là del luogo del mondo dove è nata o dove abita» [cf. enciclica Fratelli Tutti, n.1]. 

L’esperienza del Santo di Assisi dal «cuore senza confini, capace di andare al di là delle distanze» introduce in una logica di dialogo che evita «ogni forma di aggressione o contesa e anche di vivere un’umile e fraterna sottomissione» - senza mai imporre una «guerra dialettica» o le «dottrine» [FT, 3-4].

 

Quindi è sufficiente mettere un pizzico di lievito nella massa per farla completamente fermentare.

Il lievito non risalta, è nascosto: sparisce dentro. E a quel tempo tutto si conservava in una semplice madia casalinga.

Approfondendo la vita nello Spirito, ripetutamente ci rendiamo conto che abbiamo visto solo in parte: c’è ancora molto (più) da scoprire - in relazione allo sviluppo della vita ordinaria.

Quindi intuiamo sia in fondo alla portata di ciascuno; certo, non misterico, né acquisibile in una qualsiasi delle discipline dell’arcano.

Insomma, malgrado i megalomani, le dimensioni del Regno di Dio, dell’universo dell’anima, e della Missione, non sono cosa verificabile immediatamente e completamente.

Bisogna introdursi in un processo, personale e tutto celato - per questo autenticamente sorgivo, convinto, e paradossalmente spalancato.

Infatti, persino «ad opera compiuta, ritrarsi è la Via del Cielo» [Tao Tê Ching, ix].

All’orizzonte di ogni cammino c’è sempre una nuova pianta, un’altra ‘genesi’, una differente fioritura nel tempo delle stagioni; un’inedita effervescenza, da introdurre nell’antico assetto già capitalizzato.

Questo splendore e vitalità nascosti del cuore intuitivo e missionario, non appartiene ai rituali “culturali” o collettivi, né a doveri di contorno.

I lasciapassare artificiosi ci rendono prigionieri di condizionamenti che attenuano la percezione e smorzano la missione per cui siamo nati.

Anzi, uscire dal branco che partorisce i soliti pallidi (solo drogati) modelli interpretativi sarà un'opportunità per scoprire qualcosa di nuovo.

Sbalordiremo anche delle nostre stesse intime capacità propulsive - accompagnati solo dall’Amico che vede nel segreto.

Seme e fermento lavorano ignoti.

Mancanza di riflettori, situazione povera, piccolezza... non sono ostacoli alla crescita, bensì la condizione.

Ciò che sembra niente diventa quel che la Creazione attende.

Si vede appena o affatto - ma dando tempo senza forzare e affrettare, ottiene l’evoluzione cordiale e domestica che non stona con Dio e i minimi.

 

La Chiesa che verrà non sarà invadente: non pretenderà l’adesione [pena esclusioni].

Per questo motivo il dinamismo di crescita avrà un esito fuori scala, ma solo dal punto di vista umano e delle capacità ospitali (v.19), non per grandiosità concitate.

Priva di magnificenze clamorose, eclatanti e ricercate, la nuova Sposa divina si coglierà nell’attitudine alla pienezza. Ma solo perché corrisponderà al progetto di vita completa che ci abita il petto, e misteriosamente intuiamo nostro.

Capiremo: farà star bene tutti.

L’insicuro diventerà deciso, il perdente si tramuterà per Grazia in sapiente. Capiremo che accogliere la Parola e corrispondere alla propria Vocazione personale non sarà terrificante, bensì rigenerante.

Chi non s’incarta ma sposterà i suoi pensieri, punterà tutto, farà venir fuori la propria essenza.

Intuiremo che il nostro essere è già calibrato su trame innate, sommesse, personalmente-socialmente corrispondenti.

Nello Spirito e nella vita reale scopriremo il Magnifico qualitativo e speciale che i più conformisti e precipitosi, meno dialogici o capaci di ascolto, nemmeno lontanamente immaginano possa eccellere.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quale astuzia sensazionale ha tentato di distruggere la tua terra?

Quale conformismo - anche di clan - ti ha fatto impallidire?

Quale Parola sommessa e calibrata su di te non ha prodotto trambusti, bensì ha rigenerato la tua passione, e ha dilatato la vita?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Today, as yesterday, the Church needs you and turns to you. The Church tells you with our voice: don’t let such a fruitful alliance break! Do not refuse to put your talents at the service of divine truth! Do not close your spirit to the breath of the Holy Spirit! (Pope Paul VI)
Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voi e si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate che si rompa un’alleanza tanto feconda! Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo! (Papa Paolo VI)
Sometimes we try to correct or convert a sinner by scolding him, by pointing out his mistakes and wrongful behaviour. Jesus’ attitude toward Zacchaeus shows us another way: that of showing those who err their value, the value that God continues to see in spite of everything (Pope Francis)
A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore, quel valore che continua a vedere malgrado tutto (Papa Francesco)
Deus dilexit mundum! God observes the depths of the human heart, which, even under the surface of sin and disorder, still possesses a wonderful richness of love; Jesus with his gaze draws it out, makes it overflow from the oppressed soul. To Jesus, therefore, nothing escapes of what is in men, of their total reality, in which good and evil are (Pope Paul VI)
Deus dilexit mundum! Iddio osserva le profondità del cuore umano, che, anche sotto la superficie del peccato e del disordine, possiede ancora una ricchezza meravigliosa di amore; Gesù col suo sguardo la trae fuori, la fa straripare dall’anima oppressa. A Gesù, dunque, nulla sfugge di quanto è negli uomini, della loro totale realtà, in cui sono il bene e il male (Papa Paolo VI)
People dragged by chaotic thrusts can also be wrong, but the man of Faith perceives external turmoil as opportunities
Un popolo trascinato da spinte caotiche può anche sbagliare, ma l’uomo di Fede percepisce gli scompigli esterni quali opportunità
O Lord, let my faith be full, without reservations, and let penetrate into my thought, in my way of judging divine things and human things (Pope Paul VI)
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane (Papa Paolo VI)
«Whoever tries to preserve his life will lose it; but he who loses will keep it alive» (Lk 17:33)
«Chi cercherà di conservare la sua vita, la perderà; ma chi perderà, la manterrà vivente» (Lc 17,33)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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