Set 10, 2024 Scritto da 

Come ricostruire il Tempio?

Il Signore vuole nuova gente, che ascolta

(Lc 8,19-21)

 

Nella vita di chi è interpellato dalla relazione di Fede, per diventare consanguinei del Padre secondo lo Spirito è fondamentale Percepire [nel senso profondo di Ascoltare - non tanto materialmente ‘vedere’ in modo diretto].

Neppur vale lo «stare fuori», o voler direttamente ‘parlare’, per ‘convincere’ il Signore (vv.19-21).

È necessario intuire e cogliere: un cammino per incontrare i propri strati profondi dell’essere, la verità delle inclinazioni, e della vita (vv.20-21).

Decisivo è accogliere una Parola saziante, che si fa linguaggio e cultura, che ha forza creatrice: data alle orecchie e scoperta dentro. Colta nella storia personale e nella realtà, e trasmessa di nuovo.

Allontanarsi da tale Verbo ed Eros fondante significa distaccarsi da se stessi, disperdersi in rivoli che non ci appartengono, precipitare nel vuoto [“vuoto” non inteso come stato energetico profondo, che prepara i nuovi sviluppi].

Paradossalmente, sia la nostra Libertà che la Salvezza del mondo sono frutto di una Obbedienza - ma non esteriore, o altrui.

È piuttosto sintonizzarsi sulla parte del Logos in noi che sta fiorendo; davvero “perfetta”. Nessun modello condizionante.

Nessuna correzione a priori, né forzatura secondo pregiudizio: piuttosto, un’eterna Metamorfosi - accompagnata dal Verbo, che misteriosamente guida di Esodo in Esodo.

Nessuna aspettativa culturale configurata congiungerebbe alla piena comunione con la grande scintilla e pienezza divina in ciascuno e tutti.

Realizzazione del Regno e di ogni giorno - anche fuori dal tempo.

 

Per conoscere Cristo da vicino non basta guardarlo e farsi prendere dalla simpatia o dalla commozione religiosa.

È l’Ascolto che allaccia e instaura legami intimi, che non si spengono - di coinvolgente sintonia col Maestro.

Attorno a Gesù la Parola di Dio crea Famiglia nuova, con vincoli di parentela spirituale più stretti di ciò che offriva il legame di clan.

Il Signore vuole altra gente, che nasca appunto dalla Percezione-presentimento.

Il connubio non è più riservato ed esclusivo; diventa accessibile a chiunque e in qualsiasi condizione si trovi - anche fosse “cieco” esteriore, incapace di scorgere quel che è a portata di mano.

Ciascuno è Chiesa, Casa del Padre, e così può realizzare il Sogno di Dio di abitare con gli uomini e passeggiare affianco.

Egli dimora in mezzo a noi e in noi. Nel suo Verbo, senza più ‘distanze’.

In tal guisa, tutte le nostre azioni devono tendere a questo scopo: formare il Tempio di Dio, la sua casata, il Corpo del Cristo vivente.

Per giungere a tale meta compiuta, mezzo essenziale è ospitare la Vocazione che ci trasforma, fondamento assai più profondo di qualsiasi legame o emozione.

Indispensabile non è un’esperienza (iniziale) di entusiasmo, bensì la custodia della Chiamata che interpreta la vita e diventa mentalità, dinamismo dentro che guida e sfocia in percorsi di periferia.

 

Nell’antico Israele la base della convivenza sociale era la grande famiglia. Clan e comunità erano garanzia di protezione sia dei focolari particolari che delle persone.

Quel legame di solidarietà reale assicurava il possesso della terra - che dava senso di libertà - e si faceva veicolo della trasmissione culturale, del modo di sentirsi popolo, e della spiritualità stessa.

Difendere la convivenza che garantiva l'identità globale era lo stesso che difendere la Prima Alleanza.

Ma in Palestina al tempo di Gesù la vita del clan e quella comunitaria - più ampia - stavano subendo un declino.

L’eccesso di tasse da pagare ai governi collaborazionisti e al Tempio, l’inevitabile aumento dei ceti che dovevano vendersi come schiavi per debito, forse la mentalità più individualista del mondo ellenista, le minacce imperiali e l’obbligo di accogliere, foraggiare e ospitare le truppe romane [che spesso approfittavano anche dei suoi componenti più deboli], accentuavano i problemi di sopravvivenza.

Oltre a ciò, la severità delle norme di purità era un ulteriore fattore di emarginazione, accanto all’idea crescente - tipica delle religioni - che ci fosse un legame tra maledizione celeste e condizione di miseria.

Le preoccupazioni materiali e di tutela della singola famiglia accentuava il distacco dai momenti collettivi.

Gesù voleva allargare di nuovo i limiti stretti della piccola fraternità del focolare, e allargarli alla grande casata del Regno di Dio.

 

Dal confronto con i brani paralleli dell’episodio, risulta che Gesù ebbe problemi coi suoi congiunti naturali.

Essi tendevano a riassorbirlo nei parametri della tradizione, per timore di ritorsioni e perché lo consideravano estremista (forse squilibrato).

Il Risorto allarga l’idea di Famiglia e contesta i vincoli che allontanano dalla nostra identità-carattere, e missione - si tratti degli impedimenti posti dai suoi, da Pietro, dai discepoli, da potenti, o leaders della religione ufficiale.

Come accennato sopra, in un momento di soggezione politica e di rigida ideologia religiosa legalista, i valori centrali del clan e della comunità si andavano indebolendo a causa della situazione di collasso sociale ed economico.

La situazione di controllo estrinseco - schiavitù sociale e delle coscienze - impediva alle persone di unirsi e condividere, costringendole a limitarsi ai problemi individuali, e di dinastia esclusiva.

[Situazione del tempo di Gesù, eppure non sono aspetti a noi del tutto estranei, anche dal punto di vista di alcuni “carismi” configurati troppo in dettaglio, e delle realtà già affermate sul territorio].

 

Affinché il nuovo Regno potesse manifestarsi era necessario che l’idea di convivenza superasse gli stretti limiti del singolo e del minuscolo focolare domestico - anche dal punto di vista culturale.

C’era bisogno di uno stimolo che aprisse alla vita comunitaria - intesa secondo lo spirito delle Beatitudini, per una convivialità delle differenze; anche nella coabitazione reale, perfino cruda.

Ancora oggi nel tempo della crisi globale, la meta è un’esistenza non più sfigurata da ripiegamenti, né pregiudicata da necessità immediate, fantasie disincarnate, o schemi radicati.

Sorge impellente il bisogno d’una nuova idea di Famiglia universale, che superi la sorte delle micro-relazioni abituali [appunto, del gruppo, del movimento o persino della denominazione].

Il mondo che prepariamo non renderà più così difficile la libera partecipazione, lo scambio indulgente e concreto, nonché il sorpasso delle domesticazioni.

Una nuova idea di Parentela universale, che favorisca lo scambio e il superamento.

 

C’è ben altro Tempio da edificare.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

La tua famiglia e il tuo gruppo ecclesiale favoriscono l’ascolto luminoso del Vangelo e il ‘fare la Parola’, o ti concedono solo pillole già pronte e confezionate?

Ti aiutano o chiudono nell’apertura al confronto d’idee, all’accorgersi di te stesso, dei lontani e alla dovizia delle risorse in essere, tue o altrui?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

«And therefore, it is rightly stated that he [st Francis of Assisi] is symbolized in the figure of the angel who rises from the east and bears within him the seal of the living God» (FS 1022)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)
This is where the challenge for your life lies! It is here that you can manifest your faith, your hope and your love! [John Paul II at the Tala Leprosarium, Manila]
È qui la sfida per la vostra vita! È qui che potete manifestare la vostra fede, la vostra speranza e il vostro amore! [Giovanni Paolo II al Lebbrosario di Tala, Manila]
The more we do for others, the more we understand and can appropriate the words of Christ: “We are useless servants” (Lk 17:10). We recognize that we are not acting on the basis of any superiority or greater personal efficiency, but because the Lord has graciously enabled us to do so [Pope Benedict, Deus Caritas est n.35]
Quanto più uno s'adopera per gli altri, tanto più capirà e farà sua la parola di Cristo: « Siamo servi inutili » (Lc 17, 10). Egli riconosce infatti di agire non in base ad una superiorità o maggior efficienza personale, ma perché il Signore gliene fa dono [Papa Benedetto, Deus Caritas est n.35]
A mustard seed is tiny, yet Jesus says that faith this size, small but true and sincere, suffices to achieve what is humanly impossible, unthinkable (Pope Francis)
Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili (Papa Francesco)
Hypocrisy: indeed, while they display great piety they are exploiting the poor, imposing obligations that they themselves do not observe (Pope Benedict)
Ipocrisia: essi, infatti, mentre ostentano grande religiosità, sfruttano la povera gente imponendo obblighi che loro stessi non osservano (Papa Benedetto)
Each time we celebrate the dedication of a church, an essential truth is recalled: the physical temple made of brick and mortar is a sign of the living Church serving in history (Pope Francis)
Ogni volta che celebriamo la dedicazione di una chiesa, ci viene richiamata una verità essenziale: il tempio materiale fatto di mattoni è segno della Chiesa viva e operante nella storia (Papa Francesco)
As St. Ambrose put it: You are not making a gift of what is yours to the poor man, but you are giving him back what is his (Pope Paul VI, Populorum Progressio n.23)
Non è del tuo avere, afferma sant’Ambrogio, che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene (Papa Paolo VI, Populorum Progressio n.23)
Here is the entire Gospel! Here! The whole Gospel, all of Christianity, is here! But make sure that it is not sentiment, it is not being a “do-gooder”! (Pope Francis))
Qui c’è tutto il Vangelo! Qui! Qui c’è tutto il Vangelo, c’è tutto il Cristianesimo! Ma guardate che non è sentimento, non è “buonismo”! (Papa Francesco)
Christianity cannot be, cannot be exempt from the cross; the Christian life cannot even suppose itself without the strong and great weight of duty [Pope Paul VI]
Il Cristianesimo non può essere, non può essere esonerato dalla croce; la vita cristiana non può nemmeno supporsi senza il peso forte e grande del dovere [Papa Paolo VI]
The horizon of friendship to which Jesus introduces us is the whole of humanity [Pope Benedict]
L’orizzonte dell’amicizia in cui Gesù ci introduce è l’umanità intera [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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