Set 4, 2024 Scritto da 

L’Amore intruso, nella Casa perbene di Simone

E i Piedi di Gesù, baciati dall’ospite imprevista e censurata

 

(Lc 7,36-50)

 

È l’Amore quel cammino di perfezione desiderato da Dio per farci crescere, e a nostro favore - non il formalismo sterilizzato e la potenza coattiva allestiti a Casa di Simone (in Chiesa, da Pietro e altri severi censori).

Ciò che unisce sul serio nelle convinzioni viene da dentro, dal nostro Nucleo; non dipende dall’esterno.

L’Amore non si programma a tavolino o sulla base di modelli sacrali, né sopporta binari cerebrali e moralisti. Esprime il cuore con sincerità.

Non è una realtà che soggiace a distanze sociali, di ceto - o cerchia più o meno disciplinata dal mestiere (dipendente dal “dietro le quinte”) che resiste all’obbligo di unirsi ai diversi, ritenuti inadeguati impuri ficcanaso.

Quindi l’empatia e l’amorevolezza non appaiono o scompaiono a comando, a progetto e secondo codice, disciplina, stagione.

Appartengono al lato profondo dell’essere donne e uomini d’ogni tempo.

Non è un perbenismo di facciata, né il paesaggio rituale, che possono condurre l’esistenza nello Spirito in modo pregevole, ma la passione.

Ecco il legame lacrime-Perdono.

I formalismi eterodiretti - con le loro formule poco festose e che non ci appartengono - annientano la nostra essenza e le emozioni più potenti.

Il patto sociale preteso dalla gerontocrazia è un riferimento sempre fuori di noi: e sarà il solito bene della tradizione, dell’opinione, dell’ambiente circostante, del calcolo in situazione, delle maniere e del “giro”; in ogni caso, di altri.

Siamo davvero vuoti a perdere, o destinati solo a dover sostenere i veterani, senza spazi per la testimonianza critica e un linguaggio attivo? 

E sotto a imitare “padri”, modelli, codici già progettati (persino nei minimi dettagli) a uso dei sentimenti tradizionali di assemblee sempre più attempate?

L’Amore con tutto il cuore scatta quando abbiamo bisogno di fare l’Incontro decisivo: quell’occasione che sentiamo ci farà aprire le porte a risorse, capacità, talenti, energie, altrimenti inespresse o soffocate.

Sciogliendosi i capelli in pubblico, la “peccatrice” sembra quasi figura della “barchetta” minore, che si porge e non offre resistenza ma solo supporto a quella protagonista (Lc 5,2.7.11).

Si tratta d’una comunità spuria e seconda, rispetto alla chiesa ufficiale degli apostoli sempre “vicini” - e di estrazione culturale frammista, a differenza della prima comunità ancora giudaizzante.

Essa si propone al Tu-per-tu con un gesto d’indipendenza: ha bisogno d’un rapporto più spontaneo e personale col Signore, unico che la guarda in modo non superficiale.

Relazione impedita proprio da coloro che si assiepano attorno a Lui, ma per mettergli il bavaglio, e a cuccia.

Gli habitué - tutti prevedibili - non apprezzano il favore ricevuto, sebbene da molto tempo partecipino del banchetto (eucaristico), ma ormai solo da praticanti delle più ribadite litanie.

La “sicurezza” dei meccanismi e delle idee condite di pregiudizio impedisce di sperimentare il Gratis.

 

Invece di accogliere, le vecchie guide allontanavano; convivevano solo coi loro seguaci - servili e cortigiani - nel mondo degli incantesimi arcaici.

Non facevano scaturire nessuna forza interiore nuova. Temevano qualsiasi sobbalzo che potesse incrinare il loro piedistallo.

Bloccavano qualsivoglia emancipazione o scoperta. Non amavano le persone che avevano bisogno di liberarsi dalle strettoie della vita.

Non erano adoratori del grande Cammino del Maestro (cf. il continuo riferimento ai suoi «piedi») ma pedissequi mercanti di segni astratti - già consolidati o di contrabbando - e d’un Gesù ridotto a immobile sfinge (o icona devota, rituale e “culturale”).

 

L’adesione intima totale viene prima di ogni cosa che possiamo adempiere o pensare. Non si combina con l’opportunismo di posizione per Cristo.

Il trasporto tutto umano privo di cortine è quel che non ci renderebbe stracolmi di supponenza e incapaci di riconoscere i suoi Doni.

Chi è convinto di dare lui qualcosa a Dio, certo non lo ama. Tiene solo a se stesso: l’apparenza predatrice, ingannevole.

Ancora oggi la scelta che ci riguarda è fra particolari trascurabili o entrare nel cuore dell’autentica Relazione.

Su questo piano, il padrone di Casa soffriva vertigini subito, fin d’allora.

Simone è impaurito dalla sola idea che il Maestro tenti di farlo entrare in una nuova logica: «Suppongo...» (v.43).

Teme l’incombere di qualsiasi scossone alternativo, che possa incrinare il suo mondo abitudinario e ingessato.

 

Mentre il mondo reale segue i suoi cicli, gli arroccati pretendono stabilità - ma così bloccano la crescita.

Accettando invece gli imprevisti, scopriamo versanti inesplorati, che accostano potenzialità insite cui non avevamo concesso spazio.

I mutamenti continui sono semplicemente il sale della vita. E la stessa fine di un paradigma religioso-culturale è inevitabile.

Diventa fondamentale perciò assumere un atteggiamento genuino, e mettersi in gioco.

 

La Salvezza è frutto d’immediatezza personale commossa, e persino già ottenuta senza opere di legge: non rapporto di lavoro e ipocrisia [straordinari contro compenso] in ambienti asettici, con cuori invecchiati, assuefatti e pieni di muffa.

Insomma, il brano di Vangelo vuol farci riflettere su chi è più disposto ad amare: coloro che possono allestire paraventi dietro i quali consentirsi anche ciò che rinnegano in modo plateale… oppure le piccole anime che spontaneamente si accostano alla propria ‘sorgente’ - prive di maschera sociale?

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Guardando il nostro comportamento, gli emarginati dal giro perbenista avrebbero certezza di essere accolti spontaneamente e gratuitamente da noi oggi?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Church desires to give thanks to the Most Holy Trinity for the "mystery of woman" and for every woman - for that which constitutes the eternal measure of her feminine dignity, for the "great works of God", which throughout human history have been accomplished in and through her (Mulieris Dignitatem n.31)
La Chiesa desidera ringraziare la Santissima Trinità per il «mistero della donna», e, per ogni donna - per ciò che costituisce l'eterna misura della sua dignità femminile, per le «grandi opere di Dio» che nella storia delle generazioni umane si sono compiute in lei e per mezzo di lei (Mulieris Dignitatem n.31)
Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
God excludes no one […] God does not let himself be conditioned by our human prejudices (Pope Benedict)
Dio non esclude nessuno […] Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi (Papa Benedetto)
Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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