Lato domestico, non addomesticazioni
(Mc 6,1-6)
Dove la Fede è carente avvengono solo piccoli cambiamenti, non i prodigi sbalorditivi della presenza alternativa del Regno di Dio:
«E non poté fare là alcuna opera potente, se non che avendo imposto le mani a pochi infermi, curò» (v.5).
Non ci capacitiamo che il Signore possa provenire da umili origini, disonorevoli, come potrebbero essere le nostre - prive di grandi vincoli dinastici, o salti di ceto violenti.
Dice il Tao Tê Ching (vi):
«Lo spirito della valle non muore [...] viene usato, ma non si stanca». Commenta il maestro Wang Pi:
«Lo spirito della valle è la non-valle al centro della valle. Non ha forma né ombra, nulla contrasta e nulla rifiuta, resta in basso senza muoversi, si mantiene cheto senza affievolirsi. La valle è completata da esso, eppure non se ne vede la forma: questo è il modello più perfetto».
Al pari dei codici della Sapienza di natura, la Fede in Cristo dà l’addio all’idea diffusa nelle culture e religioni istituzionali, rappresentative e verticiste.
Tutte maldisposte, nei loro grandi saperi, a occuparsi della normalità della vita che fluisce.
Gesù evita modelli rigidi o di grande apparenza. Si dona con semplicità ai suoi paesani e mira alla formazione degli autentici credenti.
La loro Fiducia dev’essere riposta unicamente nel Regno di Dio - dimensione che davvero rompe gli equilibri, perché s’introduce nell’esistenza diurna, e la fermenta a partire da radici invisibili.
Quale inviato del Padre, vorrebbe che tutto il popolo fosse edificatore e alfiere di altri sogni - ma nel suo villaggio natale si sente come bloccato da chi è incapace di decifrare la dimensione del divino nell’umano.
Egli deve fronteggiare l’incomprensione ottusa dei centri di potere, ma anche le inadempienze e le speranze stesse - quiete o divisive - della realtà popolare che frequenta i luoghi di culto.
I paesani si attendevano le solite benedizioni (ormai assuefatte) o forse un capo carismatico in lotta contro i romani - e qui volentieri usavano far leva sulla vampa dell'identità religiosa, per infiammare gli animi.
Avrebbero accettato un capitano bellicoso, che rispecchiasse credenze arcaiche - invece si ritrovano delusi della realtà inapparente sotto gli occhi.
Non sanno scoprire la trama di Dio nella storia dei minimi.
Viceversa, numerosi sono i segni divini iscritti in quanto si manifesta sommario: avvisaglie che possono farci scoprire la dimensione non puramente terrena delle cose, delle relazioni, delle presenze; così via.
Molti fraintendono lo spirito di forza che la Fede ci trasmette.
Essa rompe gli equilibri perché non offre garanzie già immaginate - ma è in fondo domestica e tutta naturale [ogni Seme ha il suo destino e sviluppo particolare].
Come mai dunque il ragazzo che hanno conosciuto fin dalla nascita è così diverso?
Per il fatto che non c’è equazione fra ciò che si pensa in modo conformista, e il Signore. Neppure dando enfasi ai propositi.
Sia le grandi attese che la prossimità possono essere di ostacolo per una conoscenza quotidiana di ciò che di straordinario si cela dietro la dimensione ordinaria degli accadimenti e delle persone.
Anche molti confratelli o collaboratori di Santi non hanno saputo cogliere l’eccezionalità di una vita comune vissuta in fedeltà e dedizione alla propria Chiamata per Nome. Tanto più reale quanto meno appariscente.
L’incomprensione e la gelosia paesana di chi vive accanto e insegue un suo dio - sfigurato - è fonte di amarezza; ma non ci blocca.
L’esperienza del rifiuto spinge a cambiare direzione (v.6b).
L’anima vive sotto il segno dell’Unicità che rinuncia al preconcetto, alla vita tranquilla, alla semplice approvazione, al facile successo.
E le porte chiuse possono essere un valore aggiunto! Esse ci aprono al viaggio dell’anima nello Spirito, all’Annuncio eccentrico, alla Missione stupefacente.
Purtroppo, registriamo un altro genere di spirito della “valle” - di segno del tutto negativo, che nell’azione di evangelizzazione e animazione delle comunità s’identifica con la pastorale del consenso [io ti dò quello che tu vuoi].
Il coordinatore astuto gestisce i rapporti con i fedeli, le masse e le istituzioni con estrema accortezza, nonché aspettative - concrete, immediate - d’approvazione e tornaconto individuale o di cerchia.
Talora alcuni responsabili (anche di chiesa) sembrano nient’altro che abili affabulatori: non combattono le strutture disumanizzanti, né i potenti sul territorio. Viceversa, cercano di farseli alleati, per vincere facile.
Sussiste anche nel tempo della crisi globale la convinzione che le strutture educative, culturali e “religiose” possano andare avanti solo col sostegno esterno delle gerarchie di potere, e dell’ordine stabilito da sempre. O con la ricerca di altri “segni” e altrettanti prodigi.
Purtroppo tale atteggiamento al ribasso, esteriore - per stanchezza, assai diffuso - non equivale alla valorizzazione dei più variegati e intimi Doni di Dio nelle persone, né alla promozione del Regno.
Ovvio poi che i frequentatori del palazzo non amino gli incendiari: chi detiene titoli e un ruolo glorioso resta impermeabile al lavoro dello Spirito che fa nuove tutte le cose.
[Ogni opportunista resta purtroppo legato alle catene di comando, agli antichi equilibri tattici che gli hanno pur garantito carriera, posizione, lustro, visibilità, facili sicurezze a contorno].
L’aspetto forse peggiore di questo gioco al ribasso e al normale comun denominatore è probabilmente la dozzinale identificazione tra ordine garantito dall’Evangelo ed equilibrio corrente.
Un’illusione di sintonia esterna fra Beatitudini annunciate dal Signore e opportunità di vita quieta, o guadagno, e riconoscimenti sociali.
Così i princìpi vissuti in prima persona dal Maestro vengono sovvertiti da alcuni seguaci, in strategia opaca che finisce per snaturare il Lieto Annuncio in favore di ogni smarrito.
E ciascun malfermo sebbene insoddisfatto, tende spontaneamente ad adeguarsi alle piccole certezze che trova, offerte dalla retorica di pur grandi narrazioni.
Ancora oggi invece la Parola di Dio fa scintille con il facile richiamo di tali dinamiche e strutture di autentico “peccato”: le minaccia senza mezzi termini.
Esse infatti sequestrano le anime, le rendono conformiste, indifferenti all’ingiustizia, timorose della libertà - e tendono a prendere in ostaggio perfino il Dio dell’Esodo.
Il Padre però continua a suscitare Profeti eccentrici: essi rendono tutti noi più capaci di percepire il genio del tempo. Nonché i talenti personali dispiegati - anche fra le irritate minacce dei “compaesani” presi dal marketing livellante.
Annunciatori che rischiano di rimanere senza protezione o casato, ovvio.
Ma che si rifiutano di apporre sigilli già pronti allo spirito di mediocrità che non infastidisce nessuno.
Per interiorizzare e vivere la Parola, chiediamoci:
Cosa è cambiato nel tuo percorso da quando hai cominciato a vivere più intensamente in adesione al Cristo? Come ha reagito il tuo ambiente?