Apr 12, 2024 Scritto da 

Testimoni di Cristo: Fare Cristianesimo!

Commento liturgia 14 Aprile 2024, III Domenica di Pasqua (B)

1.La sera del giorno di Pasqua, la liturgia ha posto alla nostra meditazione la pagina del vangelo di Luca che narra il ritorno a casa dei discepoli di Emmaus. Sfiduciati e tristi per la morte di Gesù sulla croce, ma anche perplessi per quanto si diceva circa la sua risurrezione, vennero affiancati da uno sconosciuto, che poi scopriranno essere il Risorto in persona. Lo riconosceranno allo “spezzare del pane”, e in quello stesso momento egli si renderà invisibile. Rincuorati dalle sue parole e soprattutto dalla sua presenza, i due viandanti, -conosciamo il nome di uno soltanto, Cleofa - non più stanchi e anzi pieni di gioia tornano a Gerusalemme quasi di corsa desiderosi di condividere la loro straordinaria esperienza con gli altri amici. 

Nel vangelo di questa domenica Luca prosegue il suo racconto e narra che mentre i due stavano commentando la loro avventura con gli altri discepoli, è ancora una volta Gesù a farsi presente salutando tutti con il medesimo augurio messianico: “Pace a voi!”. I presenti però, “sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma” e restano increduli e sgomenti. Gesù allora con pazienza li conduce a verificare che è proprio lui e per maggiore concretezza chiede di condividere “una porzione di pesce arrostito”. Li invita ad aprire gli occhi e a riconoscerlo: sono lo stesso Gesù che con voi ha percorso le strade della Giudea e della Galilea annunciando il vangelo; voi mi avete visto morire in croce, ma sono risorto. Se vi ricordate, vi avevo preannunciato tutto ciò che è successo; ora però il vostro cuore non è pronto a percepire che “bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosé, nei profeti e nei salmi”.  Aggiunge che nel mio nome “saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati… e di questo voi siete testimoni”. La missione che affida loro sarà testimoniare con la vita il vangelo. Insiste per questo nell’incoraggiare e sostenere la loro fede per prepararli a proseguire la sua stessa missione, quando trasformati dall’effusione dello Spirito Santo diventeranno fedeli testimoni del vangelo sino al martirio. Nella Prima Lettura vediamo già il coraggio e la chiarezza con cui Pietro proclama la verità: “Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni”. 

Questa stessa missione oggi attende l’apporto personale di tutti: tocca a noi accoglierla, riconoscerla e proseguirla. Sì, perché il Risorto continua a convocare discepoli che, grazie al battesimo, diventino membra vive del corpo mistico di Cristo che è la Chiesa, e cittadini a pieno titolo della nuova ed eterna alleanza. E’ una missione che investe l’intera esistenza perché diventi dono per servire: non è importante quello che si fa, ma ancor più conta la consapevolezza della chiamata divina da seguire docilmente ovunque e comunque la Provvidenza divina ci conduca. Nella preghiera iniziale della nostra celebrazione abbiamo pregato così: “Apri, Signore i nostri cuori all’intelligenza delle Scritture, perché diventiamo i testimoni dell’umanità nuova, pacificata nel tuo amore”.

2. Per meglio comprendere quale debba essere il nostro compito, vale la pena focalizzare in cosa consiste il compimento delle promesse antiche di cui parla Gesù. Immaginiamo Dio come un sublime artista che ha progettato l’opera d’arte più bella e preziosa dell’universo, di cui lui solamente conosce il segreto: mi riferisco all’opera della salvezza universale. Madre Trinitad de la Santa Madre Iglesia, fondatrice dell’Opera della Chiesa, la chiama “il Piano di Dio nella Chiesa”. Dal 18 marzo 1959, durante un intero mese ricevette “in Sapienza amorosa tutte le verità della fede, non per essere una persona speciale, ma per essere Chiesa. Così, in vista di una missione nella Chiesa, il Signore la rendeva testimone di tutta la ricchezza dogmatica del Credo che appariva davanti alla sua anima chiara, piena di luce e con il comando di essere testimone e di manifestare la bellezza della Chiesa” (in nota riferimenti più precisi). Sin dall’inizio della creazione dell’universo, Dio aveva dunque ben chiaro questo piano di sapiente misericordia, ma la sua manifestazione e realizzazione ha conosciuto un lungo percorso nei millenni della storia, segnato da fasi successive che mescolano giorni di luce e notti tenebrose. Non si è scoraggiato il “Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione” (2Cor,3) nemmeno quando l’infedeltà degli uomini è arrivata all’eccesso, ma con pazienza e perseveranza ha proseguito il perfezionamento del suo Piano divino di rinnovamento cosmico improntato a sapiente misericordia e infinito amore. Sì, perché si tratta di un disegno d’amore che, come scrive l’apostolo Paolo, è iniziato da prima della fondazione del mondo. Attraverso tutta la Bibbia ha segnato i passi del suo progressivo sviluppo e nell’incarnazione, passione, morte e risurrezione di Cristo trova il suo più alto compimento.  

Dio non ha mai abbandonato il suo popolo e anche ora prosegue nel realizzare il suo piano nella Chiesa perché in dialogo costante con l’umanità i credenti annuncino la presenza di Dio Padre a tutti gli uomini di ogni razza e cultura. Si tratta d’un compito che interpella tutti, provocandoci a comprendere il valore e il senso della nostra missione di cristiani nella storia e nella nostra personale esperienza: la storia dell’umanità, come quella di ciascuno di noi, ha un preciso significato e al tempo stesso una medesima direzione. Siamo inseriti in un disegno più grande di noi, incamminati verso il futuro di Dio e innestati nel corpo mistico di Cristo che è la Chiesa. Il cuore di questa missione, che è scaturita dalla Trinità Santissima, resta la presenza del Dio invisibile ma reale nel sacramento dell’Eucaristia: Dio Unico, Trinità Santissima e Misericordia Infinita nutre di sé quanti chiama a collaborare al suo disegno e ne sostiene il cammino fra le fatiche dell’esistenza d’ogni giorno con la potenza del suo santo Spirito. 

3. Solo dalla certa speranza che Dio porta a compimento ogni sua promessa e attingendo luce e vita dalla presenza reale di Cristo nell’eucaristia, può venire al credente il coraggio necessario perché non si perda mai davanti a ogni tipo di difficoltà e problema. Molteplici sono le sfide e le “gravi violazioni” della dignità umana

che in questo nostro tempo interpellano la fede dei cristiani. Ne parla anche il recente documento del Dicastero per la Dottrina della Fede “Dignitas infinita” che ha richiesto cinque anni di lavoro e include il magistero papale dell’ultimo decennio: dalla guerra alla povertà, dalla violenza sui migranti a quella sulle donne, dall’aborto alla maternità surrogata all’eutanasia, dalla teoria del gender alla violenza digitale. Come essere segni di speranza tra tante battaglie contro l’uomo creato a immagine e somiglianza di Dio? Come realizzare un compito ben al di sopra delle nostre possibilità, ben sapendo che, pur nella povertà delle nostre esistenze, con il battesimo non siamo diventati solo destinatari, bensì partecipi e co-protagonisti del Piano di Dio? Gesù rimproverò i discepoli per la loro difficoltà a fidarsi e li esortò all’umile abbandono nelle mani del Signore. Anche oggi, in tempi di crisi con forti cambiamenti sociali, risuona il suo invito a non lasciarsi trascinare dal demone della paura e della mediocrità. L’esempio dei martiri e dei santi di ogni epoca indicano chiaramente che il credente non perde tempo a guardare il suo passato con nostalgia e rimpianti o a criticare il presente sempre più problematico. Sente piuttosto di essere proiettato e attirato dal futuro illuminato dalla promessa divina: sa di essere amato da Dio e di dover far conoscere quest’Amore gratuito e infinito diventando amore concreto verso tutti con la vita, quando necessario, accompagnata anche dalle parole. La liturgia, catechesi quotidiana, c’insegna a contemplare il mistero del Dio che cammina con noi; lo rende vivo attraverso la Parola ed esorta ad adorarlo soprattutto nell’Eucaristia. In ogni circostanza pone sulle nostre labbra e nel nostro cuore la preghiera che Gesù stesso ci ha insegnato: «Padre nostro, venga il tuo regno e si faccia la tua volontà in cielo come in terra”.  Qualsiasi cosa avvenga, comunque vada il corso degli eventi, inutile è lamentarsi e perdersi in sterili battaglie ideologiche, la fede ci conserva saldi nella speranza che Dio porta a compimento il suo Piano grazie anche al nostro minimo e umile contributo.  Lo aveva ben compreso, come succede ai convertiti, il poeta francese Charles Péguy, il quale, quando scoprì la bellezza e la gioia del cristianesimo, così scrive: «C’era la cattiveria dei tempi anche sotto i Romani, in quel culmine della dominazione romana. Ma Gesù non si sottrasse affatto. Non si ritirò affatto. […] Doveva fare tre anni. Fece i suoi tre anni. Ma non perse i suoi tre anni, non li usò per piagnucolare e accusare la cattiveria dei tempi. Eppure c’era la cattiveria dei tempi, del suo tempo. […] Lui vi tagliò (corto). Oh, in un modo molto semplice. Facendo il cristianesimo.” (Charles Peguy). 

P.S. Unisco qualche elemento utile per chi vuole meglio conoscere il Piano divino come l’ha ricevuto Madre Trinitad de la Santa Madre Iglesia, fondatrice dell’Opera della Chiesa. "La Promessa della Nuova Alleanza realizzata dalla volontà del Padre e dall’amore dello Spirito Santo mediante l’Incarnazione del Verbo nel seno della Vergine Bianca dell’Incarnazione, e perpetuata nella santa Madre Chiesa durante tutti i tempi", ripercorre la ossatura del ritiro: il Piano di Dio nella Chiesa. Si tratta di quattro giorni di ritiro che possono trasformare totalmente la vita e svelare orizzonti nuovi in coloro che, con anima aperta e spirito semplice, si aprono all’azione di Dio ascoltando i discorsi e vedendo i video di Madre Trinidad de la Santa Madre Iglesia. Diceva Madre Trinitad: «È necessario presentare la Chiesa con tutta la sua bellezza, perfezione e grandezza allo sguardo di tutti i suoi figli, affinché la riconoscano come Madre, come il parlare di Dio agli uomini, come il cuore della Trinità in terra, come espressione dell’Infinito»

Se vuoi, puoi trovare tutto consultando la pagina web de L'Opera della Chiesa in diverse lingue.

+Giovanni D’Ercole

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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