Gen 17, 2025 Scritto da 

Il genio dell’Amore. Ecumenismo spirituale della Preghiera e della Conversione

4. Ma penso anche che, legata a questa tradizione culturale, o addirittura alla sua radice, vi è una tradizione spirituale, frutto della fede di tutto un popolo che ha innalzato cattedrali, prodotto opere mistiche, promosso innumerevoli iniziative di carità, intrapreso un’epopea missionaria, o, più semplicemente, plasmato quotidianamente l’anima dei vostri connazionali con le sue virtù di fede, di tenacia nella prova, di libertà, di dono di sé, di perdono. I santi hanno ampliamente contributo a questa animazione. Essi sono stati simili a fari che rischiarano il cammino. Diceva Bernanos: “I santi hanno il genio dell’amore”. E l’indimenticabile Pascal, genio scientifico, letterario e spirituale, aveva affermato: “Da nessun corpo e da nessuno spirito si potrebbe trarre un movimento di vera carità: esso è di un altro ordine”.

5. Questo amore, per noi credenti, affonda le sue radici nell’amore di Dio. Esso trova nei confronti del prossimo applicazioni sempre nuove, ardite, come nel caso del curato d’Ars, del padre Chevrier a fianco degli operai di Lione, o in Francesco di Sales nello Chablais all’epoca dei conflitti religiosi. Questo amore cerca la giustizia, la tolleranza, la libertà, il rispetto degli altri, della loro coscienza e della loro vita. Esso è il cammino della vera pace. Pensiamo che oggi ne abbiamo tutti un gran bisogno, nelle famiglie, nei quartieri in cui vivono fianco a fianco uomini di origini diversissime, nelle imprese in cui gli interessi si contrappongono, tra le nazioni ricche e quelle povere, tra i popoli della terra che lui stesso, signor presidente, visita da Est a Ovest.

Sarà questo il mio messaggio nella vostra patria, per i fedeli cattolici e per tutti coloro che vorranno liberamente ascoltarlo. Il mio discorso non potrà ignorare gli sforzi coraggiosi da intraprendere, i valori morali da promuovere o da riaffermare. Il cammino della felicità e del bene non è un cammino facile. Chi ha una responsabilità nella società lo sa bene. Ma l’essenziale è dare il gusto del bene, l’impulso dell’amore, la gioia della pace, la speranza. Mi auguro che il mio itinerario spirituale a Lione, a Taizé, a Paray-le-Monial, ad Ars, ad Annecy, vi contribuisca, grazie all’accoglienza del popolo francese. Dio mantenga la Francia e la mantenga in pace!

[Papa Giovanni Paolo II, Discorso all’aeroporto Lione 4 ottobre 1986]

 

4. Ma riguardo alla causa dell’unità, come a tutte le altre, è indispensabile corrispondere sempre all’azione della grazia divina. Ecumenismo spirituale della preghiera e della conversione del cuore: ecco la via maestra, il cammino obbligato, il fondamento di tutto l’ecumenismo. La Chiesa cattolica lo ha chiaramente sottolineato nel suo decreto conciliare Unitatis Redintegratio (8). Ha fatto sua, infatti, la mirabile intuizione di padre Paul Couturier, apostolo dell’unità dei cristiani, che esattamente ottant’anni fa fu ordinato sacerdote per la diocesi di Lione. Ricordo che fu lui a rinnovare la Settimana di preghiera per l’unità, e che, per sua iniziativa, nacque il “Groupe des Dombes” che da quasi cinquant’anni, animato sempre dal suo spirito di preghiera e di riconciliazione, continua a promuovere scambi e iniziative volti ad aprire linee di convergenza nella nostra ricerca di unità nella fede. L’abate Couturier voleva per la Chiesa universale i frutti di questa preziosa eredità lasciata alla Chiesa dai martiri di Lione e di Vienne: “Essi andarono a Dio nella pace, senza lasciare inquietudini alla loro Madre (la Chiesa), o motivi di dissenso o conflitto ai loro fratelli, ma al contrario lasciando gioia, pace, concordia e amore” (Eusebio, Hist. Eccl. V, II,7).

Fortificati dalla gloriosa testimonianza di coloro che proprio qui diedero la vita per Cristo, uniamoci in un’unica preghiera. Chiediamo soprattutto al Signore, secondo la bella formula di padre Couturier, che possa realizzarsi l’unità visibile di tutti i cristiani, “quale Cristo la vuole e attraverso tutti i mezzi che vorrà”. Come lo abbiamo appreso dal Signore e obbedienti al suo comandamento possiamo dire “Padre nostro che sei nei cieli / sia santificato il tuo nome; / venga il tuo regno; / sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra. / Dacci oggi il nostro pane quotidiano / e rimetti a noi i nostri debiti / come noi li rimettiamo ai nostri debitori, / e non ci indurre in tentazione, / ma liberaci dal male”. Amen.

[Papa Giovanni Paolo II, Discorso all’incontro ecumenico nell’Anfiteatro delle Tre Gallie, 4 ottobre 1986]

20
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
And quite often we too, beaten by the trials of life, have cried out to the Lord: “Why do you remain silent and do nothing for me?”. Especially when it seems we are sinking, because love or the project in which we had laid great hopes disappears (Pope Francis)
E tante volte anche noi, assaliti dalle prove della vita, abbiamo gridato al Signore: “Perché resti in silenzio e non fai nulla per me?”. Soprattutto quando ci sembra di affondare, perché l’amore o il progetto nel quale avevamo riposto grandi speranze svanisce (Papa Francesco)
The Kingdom of God grows here on earth, in the history of humanity, by virtue of an initial sowing, that is, of a foundation, which comes from God, and of a mysterious work of God himself, which continues to cultivate the Church down the centuries. The scythe of sacrifice is also present in God's action with regard to the Kingdom: the development of the Kingdom cannot be achieved without suffering (John Paul II)
Il Regno di Dio cresce qui sulla terra, nella storia dell’umanità, in virtù di una semina iniziale, cioè di una fondazione, che viene da Dio, e di un misterioso operare di Dio stesso, che continua a coltivare la Chiesa lungo i secoli. Nell’azione di Dio in ordine al Regno è presente anche la falce del sacrificio: lo sviluppo del Regno non si realizza senza sofferenza (Giovanni Paolo II)
For those who first heard Jesus, as for us, the symbol of light evokes the desire for truth and the thirst for the fullness of knowledge which are imprinted deep within every human being. When the light fades or vanishes altogether, we no longer see things as they really are. In the heart of the night we can feel frightened and insecure, and we impatiently await the coming of the light of dawn. Dear young people, it is up to you to be the watchmen of the morning (cf. Is 21:11-12) who announce the coming of the sun who is the Risen Christ! (John Paul II)
Per quanti da principio ascoltarono Gesù, come anche per noi, il simbolo della luce evoca il desiderio di verità e la sete di giungere alla pienezza della conoscenza, impressi nell'intimo di ogni essere umano. Quando la luce va scemando o scompare del tutto, non si riesce più a distinguere la realtà circostante. Nel cuore della notte ci si può sentire intimoriti ed insicuri, e si attende allora con impazienza l'arrivo della luce dell'aurora. Cari giovani, tocca a voi essere le sentinelle del mattino (cfr Is 21, 11-12) che annunciano l'avvento del sole che è Cristo risorto! (Giovanni Paolo II)
Christ compares himself to the sower and explains that the seed is the word (cf. Mk 4: 14); those who hear it, accept it and bear fruit (cf. Mk 4: 20) take part in the Kingdom of God, that is, they live under his lordship. They remain in the world, but are no longer of the world. They bear within them a seed of eternity a principle of transformation [Pope Benedict]
Cristo si paragona al seminatore e spiega che il seme è la Parola (cfr Mc 4,14): coloro che l’ascoltano, l’accolgono e portano frutto (cfr Mc 4,20) fanno parte del Regno di Dio, cioè vivono sotto la sua signoria; rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo; portano in sé un germe di eternità, un principio di trasformazione [Papa Benedetto]
In one of his most celebrated sermons, Saint Bernard of Clairvaux “recreates”, as it were, the scene where God and humanity wait for Mary to say “yes”. Turning to her he begs: “[…] Arise, run, open up! Arise with faith, run with your devotion, open up with your consent!” [Pope Benedict]
San Bernardo di Chiaravalle, in uno dei suoi Sermoni più celebri, quasi «rappresenta» l’attesa da parte di Dio e dell’umanità del «sì» di Maria, rivolgendosi a lei con una supplica: «[…] Alzati, corri, apri! Alzati con la fede, affrettati con la tua offerta, apri con la tua adesione!» [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.