“Tu sei il mio Figlio prediletto; in Te mi sono compiaciuto”.
2. La cerimonia, che in questa tipica domenica del ciclo liturgico stiamo per svolgere, richiama alla nostra mente alcune verità di essenziale importanza nella dottrina cristiana.
Prima di tutto ricorda l’episodio – letto nel Vangelo odierno – del Battesimo di Gesù, che volle inserirsi, come penitente, tra i seguaci di Giovanni Battista per ricevere da lui il battesimo di acqua. Tale rito era un segno di penitenza; ma Gesù volle assoggettarvisi, per dimostrare apertamente che egli accoglieva il messaggio religioso del popolo d’Israele, espresso in modo conclusivo dall’ultimo dei Profeti. Da Abramo a Mosè, a Elia, a Isaia, attraverso tutti i Profeti, fino a Giovanni Battista, lungo la misteriosa e drammatica “storia della salvezza” la “parola di Dio” aveva camminato con il popolo ebraico, fino a sfociare nell’arcana voce dal cielo che su Gesù, battezzato da Giovanni, diceva: “Tu sei il mio Figlio prediletto; in te mi sono compiaciuto” (Lc 3, 22). In Gesù, il Messia atteso dal popolo eletto, avveniva il passaggio definitivo dall’Antico al Nuovo Testamento e Giovanni Battista ne era l’austero e illuminato testimone.
Ma l’odierna Liturgia vuole insieme e soprattutto sottolineare il valore del nuovo Battesimo, istituito da Gesù. Giovanni Battista, annunziando la venuta del Messia, diceva: “Viene uno che vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”. Gesù, iniziando la nuova “economia” della salvezza, dice agli Apostoli: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate e ammaestrate tutte le Nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo” (Mt 28, 18-19). Questo è il nuovo e definitivo Battesimo, che elimina dall’anima il “peccato originale”, inerente alla natura umana decaduta per il rifiuto di amore delle prime due creature razionali, e ridona all’anima la “grazia santificante”, e cioè la partecipazione alla stessa vita della Santissima Trinità. Tutte le volte che si conferisce il Battesimo avviene un fatto strepitoso e meraviglioso; il rito è semplice, ma il significato è sublime! Il fuoco dell’amore creatore e redentore di Dio brucia il peccato e lo distrugge e prende possesso dell’anima, che diventa abitazione dell’Altissimo! L’Evangelista san Giovanni afferma che Gesù ci ha dato il potere di diventare figli di Dio, perché da Dio siamo stati generati (cf. Gv 1, 12-13); e san Paolo parla ripetutamente della nostra grandezza e della nostra dignità di membra del Corpo di Cristo (Col 2, 19; Ef 3, 11. 17. 19-22; 4, 12).
3. Il Battesimo è dono soprannaturale, trasformazione radicale della natura umana, inserimento dell’anima nella vita stessa di Dio, realizzazione concreta e personale della Redenzione, perciò impegna conseguentemente il battezzato a vivere in modo nuovo, e cioè alla sequela di Cristo. Non è mai stato facile vivere da cristiani e tanto meno lo è nella società moderna. La Chiesa è lieta di accogliere questi fanciulli neo-battezzati; ma vuole che i genitori, i padrini e le madrine, e anche tutta la comunità, si assumano i gravi doveri del buon esempio, del retto insegnamento e dell’autentica formazione cristiana, in modo che il bambino nello sviluppo graduale della sua esistenza sia fedele ai suoi impegni battesimali.
4. Sant’Agostino, ricordando nelle Confessioni l’episodio del suo Battesimo, scrive: “In quei giorni, tutto pieno di straordinaria dolcezza, non mi saziavo di considerare la profondità del tuo consiglio per la salvezza del genere umano” (S. Agostino, Confessiones, IX, cap. VI). Questa immensa gioia interiore io auguro di cuore anche a voi e ai vostri bambini, ora e per sempre, mentre invoco la propiziatrice intercessione di Maria santissima, affinché per suo aiuto la luce e il candore del Battesimo, che questi piccoli ora ricevono, risplendano in essi per tutta la vita.
[Papa Giovanni Paolo II, omelia gennaio 1983]
Carissimi Fratelli e Sorelle!
1. Oggi, festa liturgica del Battesimo del Signore, si conclude il tempo di Natale, che quest'anno abbiamo vissuto con un'intensità ed una partecipazione del tutto singolari. Infatti, nella Santa Notte, con l'apertura in San Pietro della Porta Santa, è iniziato il Grande Giubileo.
Questo tempo natalizio ci ha offerto la rinnovata occasione di far memoria del «fatto», accaduto venti secoli fa, che ha definitivamente cambiato il corso della storia: la nascita di Gesù a Betlemme.
Facendo memoria del Natale di Gesù, abbiamo celebrato il grande mistero della Redenzione, a cui particolarmente guardiamo durante l'intero itinerario giubilare. Il Figlio di Dio si è fatto uomo, perché l'uomo potesse essere elevato alla dignità di figlio adottivo di Dio.
2. A questa intima unione con la vita divina ci richiama l'odierna festa del Battesimo del Signore.
[Papa Giovanni Paolo II, Angelus 9 gennaio 2000]