2. In questo momento particolare della vostra vita, il Papa è lieto di esservi vicino per ascoltare con rispetto le vostre ansie e sollecitudini, le vostre attese e speranze. Egli è qui con voi per comunicarvi la certezza che è Cristo, la verità che è Cristo, l'amore che è Cristo. La Chiesa vi guarda con grande attenzione, perché intravede in voi il proprio futuro e in voi ripone la propria speranza.
Immagino che vi chiediate che cosa vuole dirvi il Papa questa sera, prima della sua partenza. Ecco: io vorrei affidarvi due messaggi, due "parole" pronunciate da Colui che è la Parola stessa del Padre, con l'augurio che le sappiate custodire come un tesoro per tutta la vostra esistenza (cfr Mt 6,21).
La prima parola è quel "Venite e vedrete", detto da Gesù ai due discepoli che gli avevano chiesto dove abitava (cfr Gv 1, 38-39). E' un invito che sostiene e motiva da secoli il cammino della Chiesa. Lo ripeto oggi a voi, cari amici. Avvicinatevi a Gesù e cercate di "vedere" ciò che Egli è in grado di offrirvi. Non abbiate paura di varcare la soglia della sua casa, di parlare con Lui faccia a faccia, come ci s'intrattiene con un amico (cfr Es 33,11). Non abbiate paura della "vita nuova" che Egli vi offre. Nelle vostre parrocchie, nei vostri gruppi e movimenti, ponetevi alla scuola del Maestro per fare della vostra vita un risposta alla "vocazione" che Egli da sempre, con pensiero di amore, ha progettato per voi.
E' vero: Gesù è un amico esigente, che indica mete alte e chiede di uscire da se stessi per andargli incontro: "Chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà" (Mc 8,35). Questa proposta può apparire difficile e in alcuni casi può anche fare paura. Ma - vi domando - è meglio rassegnarsi ad una vita senza ideali, ad una società segnata da sperequazioni, prepotenze ed egoismi, o piuttosto cercare generosamente la verità, il bene, la giustizia, lavorando per un mondo che rispecchi la bellezza di Dio, anche a costo di dover affrontare le prove che questo comporta?
3. Abbattete le barriere della superficialità e della paura! Conversate con Gesù nella preghiera e nell'ascolto della sua Parola. Gustate la gioia della riconciliazione nel sacramento della Penitenza. Ricevete il suo Corpo e il suo Sangue nell'Eucaristia, per saperLo poi accogliere e servire nei fratelli. Non cedete alle lusinghe e alle facili illusioni del mondo, che si trasformano assai spesso in tragiche delusioni.
E' nei momenti difficili, nei momenti della prova - lo sapete - che si misura la qualità delle scelte. Non esistono scorciatoie verso la felicità e la luce! Solo da Gesù si possono ricevere risposte che non illudono né deludono!
Camminate dunque con senso del dovere e del sacrificio lungo le strade della conversione, della maturazione interiore, dell'impegno professionale, del volontariato, del dialogo, del rispetto per tutti, senza arrendervi di fronte alle difficoltà o agli insuccessi, ben sapendo che la vostra forza è nel Signore, il quale guida con amore i vostri passi (cfr Ne 8, 10).
[Papa Giovanni Paolo II, discorso Cattedrale di Plovdiv, Domenica, 26 maggio 2002]
Aspirazione alla Pace: associati alla Sua Vita
16. Cari fratelli e sorelle in Cristo, l'aspirazione alla pace che voi condividete con tutti gli uomini, corrisponde alla chiamata iniziale di Dio a formare un'unica famiglia di fratelli, creata a immagine dello stesso Padre. La Rivelazione insiste sulla nostra libertà e sulla nostra solidarietà. Le difficoltà che incontriamo nel cammino verso la pace, sono legate in parte alla nostra debolezza di creature, i cui passi sono necessariamente lenti e graduali; sono aggravate dai nostri egoismi, dai nostri peccati di ogni genere, dopo quel peccato di origine, che ha segnato una rottura con Dio, determinando una rottura anche tra i fratelli. L'immagine della Torre di Babele descrive bene la situazione. Ma noi crediamo che Gesù Cristo, con il dono della sua vita sulla croce, è diventato la nostra Pace: egli ha abbattuto il muro di odio, che separava i fratelli nemici (cfr. Ef 2, 14). Risuscitato ed entrato nella gloria del Padre, egli ci associa misteriosamente alla sua Vita: riconciliandoci con Dio, egli ripara le ferite del peccato e della divisione e ci rende capaci di inscrivere nelle nostre società un abbozzo di quell'unità che ristabilisce in noi. I più fedeli discepoli di Cristo sono stati operatori di pace, fino a perdonare ai loro nemici, fino ad offrire talvolta la propria vita per essi. Il loro esempio traccia la via per un'umanità nuova, che non si accontenta più di compromessi provvisori, ma realizza la più profonda fraternità. Noi sappiamo che il nostro cammino verso la pace sulla terra, senza perdere la sua consistenza naturale né le sue proprie difficoltà, è inglobato entro un altro cammino, quello della «salvezza», che trova compimento in una eterna pienezza di pace, in una comunione totale con Dio. E così il Regno di Dio, che è Regno di pace, con la sua propria sorgente, i suoi mezzi e il suo fine, permea già tutta l'attività terrena senza dissolversi in essa. Questa visione di fede ha una profonda incidenza sull'azione quotidiana dei cristiani.
[Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la XII Giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 1979]