Ott 22, 2024 Scritto da 

Persona, Amore, Cultura

Fin dall'inizio del mio pontificato, ho ritenuto che il dialogo della Chiesa con le culture del nostro tempo fosse un campo vitale, nel quale è in gioco il destino del mondo in questo scorcio del secolo XX. Esiste infatti una dimensione fondamentale, in grado di consolidare o di scuotere fin dalle fondamenta i sistemi che strutturano l'insieme dell'umanità, e di liberare l'esistenza umana, individuale e collettiva, dalle minacce che pesano su di essa. Questa dimensione fondamentale è l'uomo, nella sua integralità. Ora l'uomo vive una vita pienamente umana grazie alla cultura. «Sì, l'avvenire dell'uomo dipende dalla cultura», dichiaravo nel mio discorso del 2 giugno 1980 all'UNESCO, rivolgendomi ad interlocutori così diversi per la loro provenienza e le loro convinzioni, aggiungendo: «Ci ritroviamo sul terreno della cultura, realtà fondamentale che ci unisce... Ci ritroviamo per ciò stesso intorno all'uomo e in un certo senso, in lui, nell'uomo».

Raccogliendo anch'io la ricca eredità del Concilio Ecumenico, del Sinodo dei Vescovi e del mio venerato predecessore Paolo VI, l'1 e il 2 giugno 1980 ho proclamato a Parigi, prima all'Istituto Cattolico, e poi davanti all'eccezionale assemblea dell'UNESCO, il legame organico e costitutivo che esiste tra il cristianesimo e la cultura, con l'uomo, quindi, nella sua stessa umanità. Questo legame del Vangelo con l'uomo, dicevo nel mio discorso davanti a quell'areopago di uomini e di donne di cultura e di scienza del mondo intero, «è, in effetti, creatore della cultura nel suo fondamento stesso». E, se la cultura è ciò per cui l'uomo, in quanto uomo, diviene maggiormente uomo, è in gioco, in essa, lo stesso destino dell'uomo. Di qui l'importanza per la Chiesa, che ne è responsabile, di un'azione pastorale attenta e lungimirante, riguardo alla cultura, in particolare a quella che viene chiamata cultura viva, cioè l'insieme dei principi e dei valori che costituiscono l'ethos di un popolo: «La sintesi tra cultura e fede non è solo un'esigenza della cultura, ma anche della fede... Una fede che non diventa cultura è una fede non pienamente accolta, non interamente pensata, non fedelmente vissuta» («Discorso ai partecipanti al Congresso Nazionale del Movimento ecclesiale di impegno culturale»: «Insegnamenti», V, 1 [1982] 131), come dicevo il 16 gennaio 1982.

D'altronde, è urgente che i nostri contemporanei, e in modo particolare i cattolici, si interroghino seriamente sulle condizioni che sono alla base dello sviluppo dei popoli. E' sempre più evidente che il progresso culturale è intimamente legato alla costruzione di un mondo più giusto e più fraterno. Come ho detto a Hiroshima, il 25 febbraio 1981, ai rappresentanti della scienza e della cultura riuniti nell'Università delle Nazioni Unite: «La costruzione di una umanità più giusta o di una comunità internazionale più unita non è un sogno o un vano ideale. E' un imperativo morale, un sacro dovere, che il genio intellettuale e spirituale dell'uomo può affrontare mediante una nuova mobilitazione dei talenti e delle energie di ognuno e sfruttando tutte le risorse tecniche e culturali dell'uomo» («Insegnamenti», IV 1 [1981] 545).

Di conseguenza, in virtù della mia missione apostolica, io sento la responsabilità che mi incombe, nel cuore della collegialità della Chiesa universale, e in contatto ed accordo con le Chiese locali, di intensificare i rapporti della Santa Sede con tutte le realizzazioni della cultura, assicurando anche un rapporto originale in una feconda collaborazione internazionale, in seno alla famiglia delle nazioni, ossia delle grandi «comunità degli uomini uniti da vincoli diversi, ma soprattutto, essenzialmente dalla cultura» («Discorso all'UNESCO», 2 giugno 1980: «Insegnamenti» III [1980] 1636ss).

Per questo, ho deciso di fondare e di istituire un Consiglio per la Cultura, capace di dare a tutta la Chiesa un impulso comune nell'incontro, continuamente rinnovato, del messaggio salvifico del Vangelo con la pluralità delle culture, nella diversità dei popoli, ai quali deve portare i suoi frutti di grazia.

[Papa Giovanni Paolo II, Lettera con cui viene istituito il Pontificio Consiglio della Cultura, 20 maggio 1982]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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«And therefore, it is rightly stated that he [st Francis of Assisi] is symbolized in the figure of the angel who rises from the east and bears within him the seal of the living God» (FS 1022)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)
This is where the challenge for your life lies! It is here that you can manifest your faith, your hope and your love! [John Paul II at the Tala Leprosarium, Manila]
È qui la sfida per la vostra vita! È qui che potete manifestare la vostra fede, la vostra speranza e il vostro amore! [Giovanni Paolo II al Lebbrosario di Tala, Manila]
The more we do for others, the more we understand and can appropriate the words of Christ: “We are useless servants” (Lk 17:10). We recognize that we are not acting on the basis of any superiority or greater personal efficiency, but because the Lord has graciously enabled us to do so [Pope Benedict, Deus Caritas est n.35]
Quanto più uno s'adopera per gli altri, tanto più capirà e farà sua la parola di Cristo: « Siamo servi inutili » (Lc 17, 10). Egli riconosce infatti di agire non in base ad una superiorità o maggior efficienza personale, ma perché il Signore gliene fa dono [Papa Benedetto, Deus Caritas est n.35]
A mustard seed is tiny, yet Jesus says that faith this size, small but true and sincere, suffices to achieve what is humanly impossible, unthinkable (Pope Francis)
Il seme della senape è piccolissimo, però Gesù dice che basta avere una fede così, piccola, ma vera, sincera, per fare cose umanamente impossibili, impensabili (Papa Francesco)
Hypocrisy: indeed, while they display great piety they are exploiting the poor, imposing obligations that they themselves do not observe (Pope Benedict)
Ipocrisia: essi, infatti, mentre ostentano grande religiosità, sfruttano la povera gente imponendo obblighi che loro stessi non osservano (Papa Benedetto)
Each time we celebrate the dedication of a church, an essential truth is recalled: the physical temple made of brick and mortar is a sign of the living Church serving in history (Pope Francis)
Ogni volta che celebriamo la dedicazione di una chiesa, ci viene richiamata una verità essenziale: il tempio materiale fatto di mattoni è segno della Chiesa viva e operante nella storia (Papa Francesco)
As St. Ambrose put it: You are not making a gift of what is yours to the poor man, but you are giving him back what is his (Pope Paul VI, Populorum Progressio n.23)
Non è del tuo avere, afferma sant’Ambrogio, che tu fai dono al povero; tu non fai che rendergli ciò che gli appartiene (Papa Paolo VI, Populorum Progressio n.23)
Here is the entire Gospel! Here! The whole Gospel, all of Christianity, is here! But make sure that it is not sentiment, it is not being a “do-gooder”! (Pope Francis))
Qui c’è tutto il Vangelo! Qui! Qui c’è tutto il Vangelo, c’è tutto il Cristianesimo! Ma guardate che non è sentimento, non è “buonismo”! (Papa Francesco)
Christianity cannot be, cannot be exempt from the cross; the Christian life cannot even suppose itself without the strong and great weight of duty [Pope Paul VI]
Il Cristianesimo non può essere, non può essere esonerato dalla croce; la vita cristiana non può nemmeno supporsi senza il peso forte e grande del dovere [Papa Paolo VI]
The horizon of friendship to which Jesus introduces us is the whole of humanity [Pope Benedict]
L’orizzonte dell’amicizia in cui Gesù ci introduce è l’umanità intera [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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