Ott 13, 2024 Scritto da 

Fruttificare simultaneamente vs anti-visione contemporanea

3. Ho parlato di fruttificazione, e mi soccorre anche in questo il Vangelo, allorché propone - lettura che abbiamo incontrato di recente nella sacra liturgia - la similitudine del fico sterile, che è minacciato di sradicamento (Lc 13,6-9). L’uomo deve fruttificare nel tempo, cioè durante la vita terrena, e non soltanto per sé, ma anche per gli altri, per la società di cui è parte integrante. Tuttavia questo suo operare nel tempo, proprio perché egli è “contenuto” nel tempo, non deve fargli né dimenticare né trascurare l’altra essenziale sua dimensione, di essere che è orientato verso l’eternità: l’uomo, dunque, deve fruttificare simultaneamente anche per l’eternità.

E se togliamo questa prospettiva all’uomo, egli rimarrà un fico sterile.

Da una parte, egli deve “riempire di sé” il tempo in maniera creativa, perché la dimensione ultraterrena non lo dispensa di certo dal dovere di operare responsabilmente ed originalmente, partecipando con efficacia ed in collaborazione con tutti gli altri uomini all’edificazione della società secondo le concrete esigenze del momento storico, in cui si trova a vivere. È, questo, il senso cristiano della “storicità” dell’uomo. D’altra parte, questo impegno di fede immerge il giovane in una contemporaneità, che porta in se stessa, in un certo senso, una visione contraria al cristianesimo.

Questa anti-visione presenta queste caratteristiche, che ricordo in modo sia pure sommario.

All’uomo d’oggi manca spesso il senso del trascendente, delle realtà soprannaturali, di qualche cosa che lo supera. L’uomo non può vivere senza qualche cosa che vada più in là, che lo superi. L’uomo vive se stesso se è consapevole di questo, se deve sempre superare se stesso, trascendere se stesso. Questa trascendenza è inscritta profondamente nella costituzione umana della persona.

Ecco, nella anti-visione, come ho detto, contemporanea, il significato dell’esistenza dell’uomo viene perciò ad essere “determinato” nell’ambito di una concezione materialistica in ordine ai vari problemi, quali ad esempio quelli della giustizia, del lavoro ecc...: di qui scaturiscono quei contrasti multiformi tra le categorie sociali o tra le entità nazionali, in cui si manifestano i vari egoismi collettivi. È necessario, invece, superare tale concezione chiusa e, in fondo, alienante, contrapponendo ad essa quel più vasto orizzonte che già la retta ragione ed ancor più la fede cristiana ci fanno intravvedere. Lì, infatti, i problemi trovano una soluzione più piena; lì la giustizia assume completezza ed attuazione in tutti i suoi aspetti; lì i rapporti umani, esclusa ogni forma di egoismo, vengono a corrispondere alla dignità dell’uomo, come persona sulla quale risplende il volto di Dio.

[Papa Giovanni Paolo II, ai giovani di Torino, 13 aprile 1980]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Our shortages make us attentive, and unique. They should not be despised, but assumed and dynamized in communion - with recoveries that renew relationships. Falls are therefore also a precious signal: perhaps we are not using and investing our resources in the best possible way. So the collapses can quickly turn into (different) climbs even for those who have no self-esteem
Le nostre carenze ci rendono attenti, e unici. Non vanno disprezzate, ma assunte e dinamizzate in comunione - con recuperi che rinnovano i rapporti. Anche le cadute sono dunque un segnale prezioso: forse non stiamo utilizzando e investendo al meglio le nostre risorse. Così i crolli si possono trasformare rapidamente in risalite (differenti) anche per chi non ha stima di sé
God is Relationship simple: He demythologizes the idol of greatness. The Eternal is no longer the master of creation - He who manifested himself strong and peremptory; in his action, again in the Old Covenant illustrated through nature’s irrepressible powers
Dio è Relazione semplice: demitizza l’idolo della grandezza. L’Eterno non è più il padrone del creato - Colui che si manifestava forte e perentorio; nella sua azione, ancora nel Patto antico illustrato attraverso le potenze incontenibili della natura
Starting from his simple experience, the centurion understands the "remote" value of the Word and the magnet effect of personal Faith. The divine Face is already within things, and the Beatitudes do not create exclusions: they advocate a deeper adhesion, and (at the same time) a less strong manifestation
Partendo dalla sua semplice esperienza, il centurione comprende il valore “a distanza” della Parola e l’effetto-calamita della Fede personale. Il Cospetto divino è già dentro le cose, e le Beatitudini non creano esclusioni: caldeggiano un’adesione più profonda, e (insieme) una manifestazione meno forte
What kind of Coming is it? A shortcut or an act of power to equalize our stormy waves? The missionaries are animated by this certainty: the best stability is instability: that "roar of the sea and the waves" Coming, where no wave resembles the others.
Che tipo di Venuta è? Una scorciatoia o un atto di potenza che pareggi le nostre onde in tempesta? I missionari sono animati da questa certezza: la migliore stabilità è l’instabilità: quel «fragore del mare e dei flutti» che Viene, dove nessuna onda somiglia alle altre.
The words of his call are entrusted to our apostolic ministry and we must make them heard, like the other words of the Gospel, "to the end of the earth" (Acts 1:8). It is Christ's will that we would make them heard. The People of God have a right to hear them from us [Pope John Paul II]
Queste parole di chiamata sono affidate al nostro ministero apostolico e noi dobbiamo farle ascoltare, come le altre parole del Vangelo, «fino agli estremi confini della terra» (At 1, 8). E' volontà di Cristo che le facciamo ascoltare. Il Popolo di Dio ha diritto di ascoltarle da noi [Papa Giovanni Paolo II]
"In aeternum, Domine, verbum tuum constitutum est in caelo... firmasti terram, et permanet". This refers to the solidity of the Word. It is solid, it is the true reality on which one must base one's life (Pope Benedict)
«In aeternum, Domine, verbum tuum constitutum est in caelo... firmasti terram, et permanet». Si parla della solidità della Parola. Essa è solida, è la vera realtà sulla quale basare la propria vita (Papa Benedetto)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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