L’evangelista Mc evidenzia come al passaggio di Gesù, ovunque, la gente accorresse a portare sulle barelle i malati da guarire.
Sulle orme del Maestro, in ogni luogo Francesco operava guarigioni.
Aveva ricevuto speciali carismi in favore della gente, che voleva toccarlo per essere sanata.
Nelle Fonti, a tale proposito, c’è un episodio interessante e commovente.
A Susa, un giovane di Rivarolo Canavese, di nome Ubertino, entrato nell’Ordine dei frati minori, in seguito ad uno spavento terribile, divenne pazzo e colpito da paralisi nella parte destra, perdendo sensibilità, moto, udito e parola.
I frati erano erano affranti nel vederlo steso nel suo letto in quello stato.
Alla vigilia di S. Francesco ebbe un momento di lucidità e si mise ad invocare il padre in modo accorato.
All’ora del mattutino, mentre tutti i frati erano in coro, il beato padre apparve al novizio nell’infermeria, facendo risplendere una gran luce in quell’abitazione.
Il padre gli pose la mano sul fianco destro facendola scorrere fino ai piedi; gli mise le dita nell’orecchio e gli fece un segno particolare sulla spalla destra, dicendo:
«Questo sarà per te il segno che Dio, servendosi di me, che tu hai voluto imitare entrando in Religione, ti ha ridonato perfetta salute» (FF 1325).
Poi gli mise il cingolo e gli disse:
«Alzati e va’ in chiesa a celebrare devotamente, insieme con gli altri, le prescritte lodi di Dio» (FF 1325).
Il giovane cercava di toccarlo con le mani e baciargli i piedi, in segno di ringraziamento, ma il beato padre scomparve dalla sua vista.
Il giovane andò, poi, in chiesa a celebrare le lodi ormai guarito, fra lo stupore degli astanti.
Francesco, apostolo di resurrezione, in vita e in morte operò tante guarigioni nei corpi e nei cuori di molte persone.
Queste volevano toccare la sua tunica, il suo mantello, il suo cappuccio, credendo fermamente di poter essere sanate e ritrovando la fede nel Dio che lo aveva inviato.
«E lo supplicavano di toccare anche solo la frangia del suo mantello; e quanti lo toccarono erano salvati» (Mc 6,56).
Lunedì 5.a sett.T.O. (Mc 6,53-56)