L’evangelista Marco narra la guarigione di un sordo balbuziente: Gesù lo chiama in disparte, gli pone le dita negli orecchi e con la saliva gli tocca la lingua.
I testimoni della Parola di Dio, coloro che somigliano nella vita a Cristo, vengono resi da Lui capaci di guarire i malati di ogni genere. Francesco ebbe questo carisma da Dio.
Leggiamo, infatti, nelle Fonti Francescane:
A Città della Pieve c’era un giovane mendicante, sordo e muto fin dalla nascita. Aveva una lingua così corta e sottile, che sembrava troncata dalla radice [...]
Un certo Marco gli diede ospitalità per amor di Dio e il giovane, sentendo che gli voleva bene, prese l’abitudine di restare con lui.
Una sera Marco, durante la cena, disse alla moglie in presenza del ragazzo: ‘Se il beato Francesco ridonasse a questo ragazzo l’udito e la parola, questo sì, sarebbe un miracolo grandioso! Poi aggiunse: ‘Faccio voto a Dio che, se Francesco si degnerà di fare questo miracolo, io manterrò questo ragazzo a mie spese tutta la vita’.
Cosa davvero meravigliosa: in quello stesso istante la lingua del ragazzo ingrossò ed egli cominciò a parlare, dicendo: «Gloria a Dio e a S. Francesco, che mi hanno donato l’udito e la parola» (FF 1307).
Il Signore fa bene ogni cosa!
Dona ai suoi profeti quanto sensibilmente attestano con la vita, trasformandoli in schegge di Luce per il cammino di moltitudini di anime.
Il Signore si serve dei suoi Amici anche per quanti non vogliono udire e obbedire alla Parola, riportandoli all’ascolto e alle opere di umanizzazione.
Nelle Fonti troviamo un episodio significativo, tratto dalla Vita seconda del Celano.
"Un altro frate non voleva ubbidire al vicario del Santo, ma seguiva come suo superiore un confratello.
Il Santo, che era presente, lo ammonì per mezzo di una terza persona, ed egli si gettò ai piedi del vicario e, lasciato il maestro che si era scelto, promise obbedienza a colui che il Santo gli assegnò come superiore.
Francesco trasse un profondo sospiro, e rivolto al compagno, che aveva mandato per avvisarlo:
«Ho visto, fratello - gli disse - sul dorso del frate disobbediente un diavolo che lo stringeva al collo.
Sottomesso e tenuto a briglia da un tale cavaliere, dopo aver scosso il morso dell’obbedienza, si lasciava guidare dalla sua volontà e capriccio.
Ma quando ho pregato il Signore per lui, subito il demonio si è allontanato confuso».
Tanto penetrante era lo sguardo di questo uomo, che pur avendo occhi deboli per le cose materiali, li aveva perspicaci per quanto riguarda lo spirito [...]
Non c’è, dico, altra scelta: o portare un peso leggero, dal quale piuttosto tu stesso sarai portato, oppure essere schiavo dell’iniquità" (FF 620).
Ma il carisma di Francesco esaltava la Misericordia divina con quanto operava nella sua inconfondibile santità.
Nella Leggenda maggiore:
"A Maremma, nel Lazio, una donna, pazza da cinque anni, era diventata anche cieca e sorda.
Si dilaniava le vesti con i denti, si buttava nel fuoco e nell’acqua. Al colmo di tutte le sventure, contrasse anche l’orribile malcadùco.
Ma Dio nella sua misericordia dispose di venire in suo soccorso.
Una notte, illuminata da Dio con lo splendore di quella luce che salva, ella vide il beato Francesco, assiso sopra un trono eccelso.
Si prostrò dinanzi a lui, supplicandolo umilmente di guarirla; ma egli non accondiscese subito alle sue preghiere.
La donna allora fece il voto di non negare mai, finché ne avesse, l’elemosina a quanti gliel’avessero chiesta per amore di Dio e del Santo.
Subito il Santo accettò il patto: lui, che un tempo ne aveva fatto uno simile col Signore e, benedicendola col segno della croce, le ridonò una salute perfetta.
Da uguale infermità Francesco, il santo di Dio, liberò per sua bontà una fanciulla di Norcia, il figlio di un nobile e alcuni altri, come risulta da fonte sicura" (FF 1310).