Gesù è nella sinagoga di Nazareth. Egli proclama dal rotolo del profeta Isaia:
«Lo Spirito del Signore su di me; perciò mi ha unto per annunziare la buona notizia ai poveri […]» (Lc 4,18).
Dopo averlo riavvolto afferma che, in quell’Oggi, si è compiuta la Scrittura ascoltata dagli astanti.
Francesco, sulle orme di Cristo, investito dalla potenza dello Spirito di Dio, seguì la chiamata che gli era stata rivolta dal Signore con coraggio, nonostante le avversità.
Nelle Fonti è attestato che “Francesco, che non fidandosi mai di se stesso, in ogni decisione cercava ispirazione da Dio nella preghiera, scelse di vivere non per sé soltanto, ma per Colui che morì per tutti, ben consapevole di essere stato inviato da Dio a conquistare le anime” (FF 381).
Consapevole del suo mandato ai poveri, di essere stato chiamato ad annunciare la Buona Novella, “divenne araldo del Vangelo. Incominciò, infatti, a percorrere città e villaggi e ad annunziarvi il Regno di Dio, non basandosi sui discorsi persuasivi della sapienza umana, ma sulla dimostrazione di spirito e di potenza” (FF 1072).
Si studiò di non turbarsi, nel suo annunzio evangelico, dinanzi a chi lo disprezzava:
“Non potrò considerarmi vero frate minore se non resto ugualmente sereno quando mi vilipendono e ignominiosamente mi cacciano via” (FF 1639).
Lo sguardo profetico donatogli dall’alto lo portò a guardare oltre le apparenze in vista della liberazione degli oppressi.
Lunedì 22.a sett.T.O. (Lc 4,16-30)