Gen 15, 2025 Scritto da 

Cuore, teatro di una lotta. E Gesù non è Maestro statico

Il cuore di ogni cristiano è teatro di una «lotta». Ogni volta che il Padre «ci attira» verso Gesù, c’è «qualcun altro che ci fa la guerra». Lo ha sottolineato Papa Francesco nell’omelia della messa celebrata a Santa Marta giovedì 19 gennaio, durante la quale, commentando il vangelo del giorno (Marco, 3, 7-12) si è soffermato sulle ragioni che spingono l’uomo a seguire Gesù. E ad analizzare come questa sequela non sia mai priva di difficoltà, anzi se non si combattesse ogni giorno con una serie di «tentazioni», si rischierebbe una religiosità formale e ideologica.

Nel passo evangelico, ha notato il Pontefice, per ben tre volte «si dice la parola “folla”: lo seguì molta folla da tutte le parti; una grande folla; e la folla si gettava su di lui, per toccarlo». Una folla «calda di entusiasmo, che seguiva Gesù con calore e veniva da tutte le parti: da Tiro e Sidone, dall’Idumea e dalla Transgiordania». In tanti «facevano questo cammino a piedi per trovare il Signore». E di fronte a tale insistenza viene da chiedersi: «Perché veniva questa folla? Perché questo entusiasmo? Di cosa aveva bisogno?». Le motivazioni suggerite da Francesco possono essere molteplici. «Lo stesso Vangelo ci dice che c’erano ammalati che cercavano di guarire» ma c’erano anche molti che erano giunti «per ascoltarlo». Del resto «a questa gente piaceva sentire Gesù, perché parlava non come i loro dottori, ma parlava con autorità. Questo toccava il cuore». Di sicuro, ha sottolineato il Papa, «era una folla di gente che veniva spontaneamente: non la portavano nei bus, come abbiamo visto tante volte quando si organizzano manifestazioni e tanti devono andare lì per “verificare” la presenza, per non perdere poi il posto di lavoro».

Quindi questa gente «andava perché sentiva qualcosa». Ed erano talmente numerosi «che Gesù ha dovuto chiedere una barca e andare un po’ lontano dalla riva, perché questa gente non lo schiacciasse». Ma il vero motivo, quello profondo, quale era? Secondo il Pontefice «Gesù stesso nel Vangelo spiega» questa sorta di «fenomeno sociale» e dice: «Nessuno può venire da me se non lo attira il Padre». Infatti, ha chiarito Francesco, se è vero che questa folla andava da Gesù perché «aveva bisogno» o perché «alcuni erano curiosi» il vero motivo si ritrova nel fatto che «questa folla la attirava il Padre: era il Padre che attirava la gente a Gesù». E Cristo «non rimaneva indifferente, come un maestro statico che diceva le sue parole e poi si lavava le mani. No! Questa folla toccava il cuore di Gesù». Proprio nel vangelo si legge che «Gesù era commosso, perché vedeva questa gente come pecore senza pastore».

Quindi, ha spiegato il Pontefice, «il Padre, tramite lo Spirito Santo, attira la gente a Gesù». È inutile andare a cercare «tutte le argomentazioni». Ogni motivo può essere «necessario» ma «non è sufficiente per far muovere un dito. Tu non puoi muovere» fare «un passo solo con gli argomenti apologetici». Ciò che è davvero necessario e decisivo invece è «che sia il Padre a tirarti a Gesù».

Lo spunto decisivo per la riflessione del Pontefice è giunto quando ha preso in esame le ultime righe del breve stralcio evangelico proposto dalla liturgia: «È curioso» — ha notato — che in questo passo mentre si parla «di Gesù, si parla della folla, dell’entusiasmo, anche con quanto amore con cui Gesù li riceveva e li guariva» si trovi un finale un po’ insolito. È scritto infatti: «Gli spiriti impuri quando lo vedevano cadevano ai suoi piedi e gridavano “Tu sei il Figlio di Dio!”».

Ma proprio questa — ha detto il Papa — «è la verità; questa è la realtà che ognuno di noi sente quando si avvicina Gesù» e cioè che «gli spiriti impuri cercano di impedirlo, ci fanno la guerra».

Qualcuno potrebbe obbiettare: «Ma, padre, io sono molto cattolico; io vado sempre a messa... Ma mai, mai ho queste tentazioni. Grazie a Dio!». E invece no. La risposta è: «No! Prega, perché sei su una strada sbagliata!» poiché «una vita cristiana senza tentazioni non è cristiana: è ideologica, è gnostica, ma non è cristiana». Succede infatti che «quando il Padre attira la gente a Gesù, c’è un altro che attira in modo contrario e ti fa la guerra dentro!». Non a caso san Paolo «parla della vita cristiana come di una lotta: una lotta di tutti i giorni. Per vincere, per distruggere l’impero di satana, l’impero del male». Ed proprio per questo, ha aggiunto il Papa, che «è venuto Gesù, per distruggere satana! Per distruggere il suo influsso sui nostri cuori».

Con questa notazione finale nel brano evangelico si sottolinea l’essenziale: «sembra che, in questa scena», spariscano «sia Gesù, sia la folla e soltanto restino il Padre e gli spiriti impuri, cioè lo spirito del male. Il Padre che attira la gente a Gesù e lo spirito del male che cerca di distruggere, sempre!».

Capiamo così — ha concluso il Pontefice — che «la vita cristiana è una lotta» nella quale «o tu ti lasci attirare da Gesù, per mezzo del Padre, o puoi dire “Io rimango tranquillo, in pace”... Ma nelle mani di questa gente, di questi spiriti impuri». Però «se tu vuoi andare avanti devi lottare! Sentire il cuore che lotta, perché Gesù vinca».

Perciò, è la conclusione, ogni cristiano deve fare questo esame di coscienza e chiedersi: «Io sento questa lotta nel mio cuore?». Questo conflitto «fra la comodità o il servizio agli altri, fra divertirmi un po’ o fare preghiera e adorare il Padre, fra una cosa e l’altra?». Sento «la voglia di fare il bene» o c’è «qualcosa che mi ferma, mi torna ascetico?». E ancora: «Io credo che la mia vita commuova il cuore di Gesù? Se io non credo questo — ha ammonito il Papa — devo pregare tanto per crederlo, perché mi sia data questa grazia».

[Papa Francesco, s. Marta, in L’Osservatore Romano 20/01/2017]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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I trust in the witness of those families that draw their energy from the sacrament of marriage; with them it becomes possible to overcome the trial that befalls them, to be able to forgive an offence, to accept a suffering child, to illumine the life of the other, even if he or she is weak or disabled, through the beauty of love. It is on the basis of families such as these that the fabric of society must be restored (Pope Benedict)
Ho fiducia nella testimonianza di quelle famiglie che traggono la loro energia dal sacramento del matrimonio; con esse diviene possibile superare la prova che si presenta, saper perdonare un'offesa, accogliere un figlio che soffre, illuminare la vita dell'altro, anche se debole e disabile, mediante la bellezza dell'amore. È a partire da tali famiglie che si deve ristabilire il tessuto della società (Papa Benedetto)
St Louis IX, King of France put into practice what is written in the Book of Sirach: "The greater you are, the more you must humble yourself; so you will find favour in the sight of the Lord" (3: 18). This is what the King wrote in his "Spiritual Testament to his son": "If the Lord grant you some prosperity, not only must you humbly thank him but take care not to become worse by boasting or in any other way, make sure, that is, that you do not come into conflict with God or offend him with his own gifts" (cf. Acta Sanctorum Augusti 5 [1868], 546) [Pope Benedict]
San Luigi IX, re di Francia […] ha messo in pratica ciò che è scritto nel Libro del Siracide: "Quanto più sei grande, tanto più fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore" (3,18). Così egli scriveva nel suo "Testamento spirituale al figlio": "Se il Signore ti darà qualche prosperità, non solo lo dovrai umilmente ringraziare, ma bada bene a non diventare peggiore per vanagloria o in qualunque altro modo, bada cioè a non entrare in contrasto con Dio o offenderlo con i suoi doni stessi" (Acta Sanctorum Augusti 5 [1868], 546) [Papa Benedetto]
The temptation is to be “closed off”. The disciples would like to hinder a good deed simply because it is performed by someone who does not belong to their group. They think they have the “exclusive right over Jesus”, and that they are the only ones authorised to work for the Kingdom of God. But this way, they end up feeling that they are privileged and consider others as outsiders, to the extent of becoming hostile towards them (Pope Francis)
La tentazione è quella della chiusura. I discepoli vorrebbero impedire un’opera di bene solo perché chi l’ha compiuta non apparteneva al loro gruppo. Pensano di avere “l’esclusiva su Gesù” e di essere gli unici autorizzati a lavorare per il Regno di Dio. Ma così finiscono per sentirsi prediletti e considerano gli altri come estranei, fino a diventare ostili nei loro confronti (Papa Francesco)
“If any one would be first, he must be last of all and servant of all” (Mk 9:35) […] To preside at the Lord’s Supper is, therefore, an urgent invitation to offer oneself in gift, so that the attitude of the Suffering Servant and Lord may continue and grow in the Church (Papa Giovanni Paolo II)
"Se uno vuol essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servo di tutti" (Mc 9, 35) […] Presiedere la Cena del Signore è, pertanto, invito pressante ad offrirsi in dono, perché permanga e cresca nella Chiesa l'atteggiamento del Servo sofferente e Signore (Papa Giovanni Paolo II)
Miracles still exist today. But to allow the Lord to carry them out there is a need for courageous prayer, capable of overcoming that "something of unbelief" that dwells in the heart of every man, even if he is a man of faith. Prayer must "put flesh on the fire", that is, involve our person and commit our whole life, to overcome unbelief (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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