Il brano giovanneo di oggi sottolinea la frase del sacerdote Caifa rivolta ai Giudei e pronunciata a riguardo dell’imminente morte di Gesù:
«Voi non capite nulla né considerate che conviene a voi che un solo uomo muoia per il popolo e non perisca l’intera nazione!» (Gv 11,49-50).
Alludendo così al sacrificio di Cristo in riscatto per molti.
Atto d’amore che il passo di Vangelo lega alla motivazione che Gesù stesso traeva dal bel clima di fraternità vissuto nel focolare di Betania.
Francesco ebbe sempre a cuore L’Unità e per essa si consumò, considerandola appunto motore e stimolo di salvezza dell’umanità tutta, della Chiesa e, nel suo piccolo, delle comunità dei suoi frati.
Curò molto lo spirito di sinergia e comprensione reciproca, proprio per questo: da essa doveva uscire il profumo e lo slancio della comunione.
Per tale motivo non sopportava la detrazione, nemica della concordia.
Nelle Fonti, il Celano sottolinea l’avvedutezza dei frati nello stabilire fra loro un patto, al fine di evitare tutto ciò che potesse nuocere all’onore degli altri. Inoltre aggiunge:
"Cos’è infatti il detrattore se non il fiele degli uomini, fermento di malvagità, disonore del mondo? Cos’è l’uomo doppio di lingua, se non lo scandalo dell’Ordine, il veleno del chiostro religioso, la disgregazione dell’unità?
Ahimé, la terra abbonda di animali velenosi ed è impossibile che una persona onesta sfugga i morsi degli invidiosi!
Si promettono premi ai delatori e distrutta l’innocenza, si dà a volte la palma alla falsità.
Ecco, quando uno non riesce a vivere della sua onestà, guadagna vitto e vesti devastando l’onestà altrui" (FF 769).
Poiché la sua prole cresceva, Francesco rifletteva, preoccupato, su come la giovane pianta potesse conservarsi e progredire stretta nel vincolo dell’unità.
"Vedeva, già allora, che molti, come lupi, infierivano contro il piccolo gregge - vecchi incalliti nel male - spinti a nuocere alla novità.
Prevedeva pure che tra gli stessi figli potevano sorgere difficoltà a danno della pace e dell’unità, e lo turbava il pensiero che, come spesso avviene tra gli eletti, vi sarebbero stati alcuni inorgogliti nella loro mentalità carnale, pronti alle contese e facili allo scandalo" (FF 609).
L’inerme assisano, sulle orme di Gesù, si preoccupò di donare tutto se stesso per la causa dell’unità cara a Cristo, nell’Ordine e nella Chiesa tutta.
Tutto, nel senso della Croce vissuta nel più sacro e personale nascondimento.
Sabato 5a sett. Quaresima (Gv 11,45-56)