Giovanni presenta la croce come l’esaltazione di Gesù e in tal modo evidenzia che la crocifissione - in apparenza solo morte e sconfitta - in realtà è rivelazione gloriosa dell’amore di Dio e l’ascendere di Gesù al Padre.
In Francesco d’Assisi il Cristo innalzato [crocifisso] fu oggetto continuo della sua meditazione e conformazione.
Il Poverello, nel tempo, fu visitato da tante infermità e dolori portati con dignità e letizia, tenendo lo sguardo fisso sul Figlio di Dio.
Le Fonti non mancano di ricordarcelo:
"Francesco era infermo e pieno di dolori da ogni parte. Vedendolo così, un giorno gli disse un suo compagno:
«Padre, tu hai sempre trovato un rifugio nelle Scritture; sempre ti hanno offerto un rimedio ai tuoi dolori. Ti prego, anche ora fatti leggere qualche cosa dai profeti: forse il tuo spirito esulterà nel Signore».
Rispose il Santo:
«È bene leggere le testimonianze della Scrittura, ed è bene cercare in esse il Signore nostro Dio.
Ma, per quanto mi riguarda, mi sono già preso tanto dalle Scritture, da essere più che sufficiente alla mia meditazione e riflessione.
Non ho bisogno di più, figlio: conosco Cristo povero e Crocifisso» (FF 692).
Francesco custodì sempre vivo nella coscienza l’incontro con il Crocifisso di San Damiano.
Entrato in quel luogo a pregare, condottovi dallo Spirito, quell’esperienza segnò radicalmente la sua esistenza.
"Entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla Grazia divina, si ritrova totalmente cambiato.
Mentre egli è così profondamente commosso, all’improvviso - cosa da sempre inaudita! - l’immagine di Cristo Crocifisso, dal dipinto* gli parla, muovendo le labbra.
«Francesco, - gli dice chiamandolo per nome - va’, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina».
Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole. Ma subito si dispone ad obbedire e si concentra tutto su questo invito" (FF 593).
È il Crocifisso che poi lo conforma pienamente a Sè sul monte della Verna, rivivendo nelle membra del Minimo la sua Passione.
Tutta la parabola della vita del Povero d’Assisi è intrisa della Presenza del Cristo innalzato.
Diventa così un’icona di riferimento nel cammino della fede per attirare a Gesù ogni uomo in ricerca.
La missione affidatagli dal Crocifisso di San Damiano stimmatizza la sua vita, lo innalza e lo rende amico di Dio, luogo d’incontro con il Divino.
Abbracciato a Cristo, Francesco cominciò col fare ciò che era necessario, poi ciò che era possibile e all’improvviso, sorprendentemente, si ritrovò a fare l’impossibile, creando novità e operando le cose a Dio gradite.
Così lasciò che l’Amore si rivelasse in lui e attraverso di lui.
«Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora riconoscerete che Io Sono e non faccio nulla da me stesso, ma come il Padre mi ha insegnato, di queste cose parlo» (Gv 8,28)
*È una tavola a tempera di stile bizantino, ancora visibile nella basilica di Santa Chiara in Assisi.
Martedì 5a sett. Quaresima (Gv 8,21-30)