Il brano di Mc propone un Gesù alle prese coi demoni che temono di essere scacciati.
Gli spiriti impuri si coalizzano verso gli autentici servitori di Dio. Francesco ne sapeva qualcosa.
Le Fonti narrano di quanto gli accadde una volta, ospitato a Roma dal cardinal Leone di Santa Croce, che lo aveva voluto per qualche tempo presso di sé.
"I demoni superbi fuggono davanti alla eccelsa virtù degli umili, salvo in qualche caso in cui la divina clemenza permette che gli umili vengano schiaffeggiati, proprio per mantenerli in umiltà, come Paolo apostolo scrive di se stesso e come Francesco ha provato per esperienza diretta […]".
Il Santo, avendo accettato l’invito per venerazione ed amore verso il cardinale, la prima notte ebbe a sperimentare, dopo l’orazione, un vero e proprio assalto dei demoni, che lo percossero a lungo e crudelmente, e lo lasciarono, alla fine, mezzo morto.
Quando se ne furono andati, chiamò il suo compagno e gli raccontò l’accaduto.
«Fratello, i demoni non hanno alcun potere, se non nel limite predisposto dalla Provvidenza. Perciò io credo che mi hanno assalito così ferocemente, perché la mia permanenza nella curia dei magnati non fa una impressione buona.
I miei frati che dimorano in luoghi poverelli, sentendo che io me ne sto con i cardinali sospetteranno forse che mi sia invischiato nelle cose mondane, stando in mezzo agli onori e agli agi.
Giudico, pertanto, che sia meglio, per chi viene posto come esempio, stare lontano dalle curie e trascorrere con umiltà la vita tra gli umili, in luoghi umili.
Così egli sarà di conforto, vivendo nelle loro stesse condizioni, per coloro che vivono in penuria».
Vanno, dunque, al mattino e, con umili scuse, danno l’addio al cardinale" (FF 1115).
Dinanzi alla Grazia, il male chiama i rinforzi; ma ciò che lo sbaraglia, dice Francesco, è l’umiltà.
Dunque, neppure ‘Legione’ può nulla dinanzi all’umiltà del Figlio di Dio e dei suoi servi.
Com’è scritto nelle Fonti [Sacrum Commercium]:
«Egli (satana) infatti é orgogliosissimo, e la sua superbia e la sua tracotanza sono anche maggiori della sua forza.
Nutre grande furore per causa vostra e rivolgerà contro di voi tutte le armi della sua astuzia, cercando di schizzare il veleno della sua malizia, perché dopo aver concluso la guerra sbaragliando e buttando a terra gli altri, non può sopportare di vedervi in piedi sopra di lui» (FF 2026).
Conta che, dopo essere stati salvati, annunciamo la misericordia usataci da Dio. Questo devasta ‘Legione’!
Francesco lo fa, attestando come la povertà del Figlio di Dio, trasferita fra le pieghe del quotidiano, trascina gli spiriti impuri giù dalla rupe, nel mare delle loro contraddizioni, annientandoli.
La vita santa di lui e della sua fraternità ai primordi li rende annunciatori della Misericordia, cantori dell’Onnipotente.
«Va’ nella tua casa dai tuoi e annunzia loro quanto il Signore ha fatto per te e che ha avuto pietà per te» (Mc 5,19).
Lunedì 4.a sett. T.O. (Mc 5,1-20)