Il brano di Luca oggi proposto pone in evidenza la chiarità della lampada, che non va oscurata bensì esaltata per diffondersi.
Gesù insiste pure sulla necessità di disposizioni adeguate per ascoltare la Parola.
Il riverbero di tutto questo lo scopriamo anche nelle Fonti francescane.
Il Povero d’Assisi, luce dell’Ordine dei Minori, aveva compreso per grazia che da come ascoltiamo la Parola di Dio dipendono poi i frutti.
Per questo nei suoi scritti leggiamo:
”E poiché chi è da Dio ASCOLTA LE PAROLE DI DIO, perciò noi, che in modo tutto speciale siamo deputati ai divini uffici, dobbiamo non solo ascoltare e praticare quello che Dio dice, ma anche, per radicare in noi l’altezza del nostro Creatore e la nostra sottomissione a lui, custodire i vasi sacri e i libri liturgici, che contengono le sante parole” (Lettera a tutti i Chierici, FF 224).
Sapeva che l’ascolto incide sulla luminosità della testimonianza tanto che, nella Vita Seconda del Celano, viene rilevato:
“I frati minori sono stati mandati dal Signore in questo ultimo tempo per offrire esempi di luce a chi è avvolto dal buio dei peccati” (FF 739).
Altresì Chiara, fin dal grembo materno profetizzata come luce per il mondo, nella lettera d’introduzione della Leggenda è guardata come un dono speciale di Dio per l’umanità:
“Perciò Dio misericordioso suscitò la venerabile vergine Chiara e in lei fece splendere alle donne una chiarissima lampada” (FF 3151), questa sì da non mettere sotto il moggio, ma sul lucerniere per far luce a tutti noi.
Amava e cercava l’ascolto attento della Parola. Infatti:
“Provvede alle figlie, mediante devoti predicatori, l’alimento della Parola di Dio, della quale riserva per se stessa una larga porzione. Da tale gioia […] è pervasa nell’ascolto della santa predicazione” (FF 3230).
“Allorché, infatti, ritornava nella gioia della santa orazione, riportava dal fuoco dell’altare del Signore parole ardenti, tali da infiammare il cuore delle sorelle.
Esse constatavano infatti con ammirazione che si irradiava dal suo volto una certa dolcezza e che la sua faccia pareva più luminosa del solito.
Certamente, nella sua dolcezza, Dio aveva dato convito alla poverella e, dopo averle inondato l’animo nell’orazione con la sua LUCE VERA, lo manifestava al di fuori sensibilmente” (FF 3199).
Chiara luminosa per virtù risplende nella Chiesa come lampada sul candelabro, illuminando le tenebre di questo mondo.
«Ora, nessuno accesa una lucerna la copre con un vaso o mette sotto un letto, ma la pone su un lucerniere, perché quelli che entrano vedano la luce» (Lc 8,16).
Lunedì della 25.a sett. T.O. (Lc 8,16-18)