Il Vangelo odierno evidenzia la durezza di cuore dei farisei pronti ad accusare Gesù per la guarigione di una mano paralizzata.
Per loro l’osservanza viene prima della persona. Ed è terrificante!
Francesco invece, sulle orme di Cristo, metteva al centro la sanità dell’uomo, fisica e interiore.
Dopo la sua conversione, il Piccolo d’Assisi visse operando sempre il bene, senza lasciarsi condizionare dalla mentalità corrente; e lo stesso insegnò a fare ai suoi frati, nella libertà dei figli di Dio.
Nelle Fonti - nello specifico nella Regola non bollata (1221) - troviamo quanto lui raccomandava ai suoi:
“E anche se sono tacciati da ipocriti, tuttavia non cessino di fare il bene” (FF 8).
E ancora:
“Facciamo frutti degni di penitenza. E amiamo i prossimi come noi stessi” (FF 189).
Dunque Francesco non perde occasione per fare il bene, lui che, investito dalla Grazia, veniva colmato di doni al servizio degli altri.
Infatti il Signore, per mezzo del Poverello, operò molte guarigioni in ogni tempo:
“A Gubbio, una donna paralitica ripete per tre volte il nome del beato Francesco, e subito è guarita.
Un certo Bonifacio, colpito alle mani e ai piedi da strazianti dolori, non può muoversi né camminare, e perde del tutto sonno e appetito. Viene un giorno da lui una donna e lo consiglia ed esorta a votarsi al beato Francesco, se vuole essere subito liberato.
Quell’uomo, dapprima quasi impazzito a causa degli spasimi, si rifiutò dicendo: ‘Non lo credo un Santo’.
Poi cedendo alla insistenza della donna, formula un voto così: ‘Mi affido all’intercessione di Francesco e lo considero Santo, se entro tre giorni, mi libererà dalla mia malattia’. E viene subito esaudito, recuperando la possibilità di camminare, l’appetito e il sonno e rende Gloria a Dio onnipotente” (FF 559).
Ma il Santo, come anzidetto, fu colpito dalla durezza di cuore mostrata da alcuni romani, dinanzi alla predicazione della Parola.
Nelle Testimonianze successive alla morte di Francesco leggiamo:
“Ma il popolo romano […] lo coprì di disprezzo, a tal punto che non solo non voleva ascoltarlo, ma disertava anche le sue prediche. E per molti giorni continuò a schernire la predicazione di lui. Allora Francesco li rimproverò per la durezza dei loro cuori, dicendo:
«Mi compiango assai per la vostra miseria, perché non soltanto coprite di disprezzo me, servo del Signore, ma in me fate vergogna a quel Redentore di cui vi annuncio la buona novella […]
Me ne andrò ad annunciare Cristo agli animali bruti e agli uccelli dell’aria; essi ascolteranno queste parole di salvezza e obbediranno a Dio con tutto il cuore» (FF 2288).
«Domando a voi se è lecito il sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o farla perire?» (Lc 6,6-11).
*Era una forma devozionale abbastanza diffusa nel Medioevo, quella di offrire, come ex voto, per strappare una grazia, figure di cera, di pane, di metallo, dello stesso peso o misura del supplicante.
Lunedì della 23.a sett. T.O. (Lc 6,6-11)