Le Fonti sono ricche di attestazioni in merito alla purezza di cuore di Francesco, del suo concreto vivere in semplicità di cuore, dell’essere persona libera dai pregiudizi e da ogni conformismo, sapendo che ciò che contamina o meno è quanto esce dal di dentro.
Leggiamo infatti, nella Vita Prima del suo biografo (Celano):
“Quanto era bello, stupendo e glorioso nella sua innocenza, nella semplicità della sua parola, nella purezza di cuore, nell’amore di Dio, nella carità fraterna, nella prontezza dell’obbedienza, nella cortesia” (FF 464).
E ancora:
“Benché avesse già raggiunto una meravigliosa purezza di cuore e di corpo, non cessava di purificare gli occhi del suo spirito con un profluvio di lacrime, senza badare al danno che ne subivano gli occhi del corpo.
Infatti, in conseguenza del continuo piangere, aveva contratto una gravissima malattia agli occhi…
Ma il santo replicava: «O fratello medico, non si deve, per amore della vista che abbiamo in comune con le mosche, allontanare da noi, neppure in piccola misura, la luce eterna, che viene a visitarci. Il dono della vista non l’ha ricevuto lo spirito per il bene del corpo, ma l’ha ricevuto il corpo per il bene dello spirito»” (FF 1096).
E gli fa eco Chiara, nella sua Regola, dove rivolta alle figlie dice:
”Attendano a ciò che soprattutto devono desiderare: avere lo Spirito del Signore e la sua Santa operazione, a pregarlo sempre con cuore puro” (FF 2811).
E veramente la «purezza di cuore» riempiva a tal punto quel primo
gruppo di discepoli del beato Francesco, che, pur sapendo operare cose
utili, sante e rette, si mostrava del tutto incapace di trarne vana
compiacenza.
Allora il beato Francesco, stringendo a sé i figli con grande amore,
cominciò a manifestare a loro il suo progetto e ciò che il Signore gli
aveva rivelato" (FF 370).
Magnificenza dei piccoli!