Gesù chiede ai suoi discepoli:
«Ma voi, chi dite che io sia?» (Mt 16,15).
Chi fosse per Francesco Gesù è evidente ad es. nei suoi scritti, in particolare nelle Lodi di Dio Altissimo, dove così si esprime:
“Tu sei Santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose.
Tu sei Altissimo… Tu sei re onnipotente… Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dei. Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero… Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore” (FF 261).
E altrettanto inculcò ai suoi frati, vivendo il Vangelo della carità e della concordia:
”Davvero su questa solida base edificarono, splendida, la costruzione della carità. E come pietre vive, raccolte, per così dire, da ogni parte del mondo, crebbero in tempio dello Spirito Santo” (FF 387).
E come avrebbero potuto crescere diversamente con una guida trasparente come Francesco? Egli che “esulta di gioia in tutte le opere delle mani del Signore, e attraverso questa visione letificante intuisce la causa e la ragione che le vivifica […]
Nelle cose belle riconosce la Bellezza somma, e da tutto ciò che per lui è buono sale un grido: Chi ci ha creati è infinitamente buono […]
Ha riguardo per le lucerne, lampade e candele, e non vuole spegnerne di sua mano lo splendore, simbolo della Luce eterna.
Cammina con RIVERENZA SULLE PIETRE, per riguardo a colui, che è detto PIETRA. E dovendo recitare il versetto che dice «Sulla pietra mi hai innalzato», muta così le parole per maggiore rispetto: «Sotto i piedi della Pietra tu mi hai innalzato»” (FF 750).
E vicino alla morte, Francesco, chiede di tornare a S. Maria degli Angeli, dove tutto era iniziato. Si fa porre sulla nuda terra, quale pietra miliare dell’Ordine Serafico:
“Nell’anno ventesimo della sua conversione, chiese che lo portassero a Santa Maria della Porziuncola, per rendere a Dio lo spirito della vita là dove aveva ricevuto lo Spirito della grazia.
Quando vi fu condotto, per dimostrare che, sul modello di Cristo-Verità, egli non aveva nulla in comune con il mondo […] si prostrò in fervore di spirito, tutto nudo sulla nuda terra […]
Così disteso sulla terra, dopo aver deposto la veste di sacco, sollevò la faccia al Cielo, secondo la sua abitudine, totalmente intento a quella Gloria celeste, mentre con la mano sinistra copriva la ferita del fianco destro, che non si vedesse.
E disse ai frati: «Io ho fatto la mia parte: la vostra, Cristo ve la insegni»” (FF 1239).
Francesco, a conclusione della vita, si rivela pietra su cui Cristo edifica la sua Chiesa.
Quella Chiesa che all’inizio del suo cammino il Poverello aveva “confuso” con la riparazione della chiesa di S. Damiano, nella cui opera le pietre avevano avuto il loro peso e significato.
“Infatti, così come furono riparati i tre edifici (S. Damiano, la Porziuncola, la chiesetta di S. Pietro, poco distante da Assisi), sotto la guida di quest’uomo Santo si sarebbe rinnovata la Chiesa in tre modi: secondo la forma di vita, secondo la Regola e secondo la dottrina di Cristo da lui proposte - e avrebbe celebrato i suoi trionfi una triplice milizia di eletti” (FF 1050).
Francesco: Pietra su cui Cristo edifica la sua Chiesa in rovina.
Giovedì della 18.a sett. T.O. (Mt 16 13-23)