Ago 16, 2023 Scritto da 

XXI Domenica T.O. (Anno A)

Mt 16,13-20

Matteo 16:13 Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo?».

Matteo 16:14 Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti».

Matteo 16:15 Disse loro: «Voi chi dite che io sia?».

Matteo 16:16 Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente».

Matteo 16:17 E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli.

Matteo 16:18 E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa.

Matteo 16:19 A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».

Matteo 16:20 Allora ordinò ai discepoli di non dire ad alcuno che egli era il Cristo

 

In questo brano viene riportata in modo solenne ed elaborato - per bocca di Pietro - la confessione di Gesù come Messia e Figlio di Dio. Tuttavia, questo brano è anche uno dei più discussi e contestati nell'ambito della storia del cristianesimo dalla Riforma protestante in poi, per le parole che Gesù proferì a Pietro e che gli conferirono un'incredibile autorità. Vi è, dunque, da una parte, il mondo cattolico, che vede in essa il fondamento teologico e divino del papato; dall'altra, il mondo protestante che cerca di sminuirne la portata, arrampicandosi spesso sugli specchi. Ma per ragioni di spazio e tempo questo è un argomento che non tratteremo.

Gesù inizia con una domanda in apparenza semplice che sembra buttata lì. Egli chiede ai suoi discepoli cosa la gente dice del Figlio dell’uomo, cioè di lui, Gesù. I primi versi riportano le voci che ricorrevano sulla sua persona, una sorta di indagine statistica. Siamo nel cuore della questione cristologica matteana che vede a confronto due gruppi di persone: gli uomini estranei al gruppo dei discepoli, e i discepoli stessi. I primi propongono delle soluzioni secondo lo schema veterotestamentario; i secondi indicano una nuova prospettiva circa la persona di Gesù. Un confronto, quindi, che si svolge tra un gruppo che fonda la sua comprensione di Gesù sull'Antico Testamento e, quindi, tende a spiegare Gesù secondo gli schemi del passato, da cui provengono e in cui hanno deciso di rimanere; e un gruppo, che staccandosi e contrapponendosi al primo indica in Gesù il nuovo evento salvifico del Padre. Un confronto che avviene a Cesarea di Filippo, in zona pagana.

«La gente chi dice che sia il Figlio dell'uomo»? Il v. 14 riporta la risposta proveniente dalla gente che si pone al di fuori del gruppo dei discepoli. La loro comprensione rientra nei canoni delle attese escatologiche proprie del giudaismo: Giovanni Battista, Elia, Geremia, uno dei profeti. Gesù è un uomo del passato. Se è un uomo del passato di certo compirà le stesse opere che hanno compiuto in passato tutti questi servi del Signore. Il popolo, dominato dalla falsa idea che il Messia doveva essere un grande conquistatore politico, non voleva riconoscere Gesù per Messia; ma vedendo i miracoli che faceva, pensava che fosse solo un precursore, uno cioè di quei personaggi straordinari che dovevano preparare il popolo alla sua venuta. È gente che non riesce a leggere la realtà se non attraverso il filtro della Legge mosaica.

Disse loro: «Voi chi dite che io sia?» (v. 15). In questo verso abbiamo un giro di boa: non ci si chiede più chi è Gesù, bensì è lo stesso Gesù che chiede a ciascuno di noi: Chi sono io per te? Ed è molto diverso: un conto è quando io metto in questione una persona e altro conto quando accetto di mettermi in questione io e di rispondere. Tutto ruota su quel “Ma voi”. A Gesù non interessa cosa pensa la gente. A Gesù interessa che i suoi discepoli sappiano chi lui sia, perché ogni falsità da loro introdotta nella sua Persona e nella sua missione avrà conseguenze per tutta l’umanità. La salvezza dell’umanità è legata alla verità su Gesù.

Pietro dà una risposta immediata: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Questo è il punto culminante e il vertice della fede cristologica: Gesù non è il Battista risuscitato dai morti, non è Elia, Geremia o uno degli antichi profeti, visione che tende a ricondurre l'evento Gesù all'interno della più comprensibile e tranquilla fede giudaica, ma egli è “il Cristo, il Figlio del Dio vivente”. Per Pietro Gesù non è un uomo del passato. Gesù ha una identità sua propria. In Cristo c’è un mistero che va ben oltre tutto il passato di Israele. In Cristo c’è una novità assoluta. Gesù non è solo il Messia di Israele. È il Messia di Israele perché è il Figlio del Dio vivente.

L'espressione “Figlio di Dio” non era una novità per gli israeliti, ma tale termine era inteso sempre in senso metaforico e mai, in nessun caso, in senso reale. Qui e in tutto il Nuovo Testamento, invece, il titolo viene attribuito a Gesù in senso proprio e autentico, indicando in lui una vera e propria filiazione divina diretta e unica, quale generato direttamente da Dio stesso e in quanto tale Dio lui stesso. Gesù è il Figlio generato dal Padre prima di tutti i secoli. È questo il vero mistero di Gesù Cristo: la sua eternità, la sua divinità, la sua divina figliolanza. L'articolo infatti che nel testo greco precede la parola Figlio, «ho huios», mostra ed evidenzia che non si tratta di un figlio adottivo qualunque, ma del Figlio unico di Dio, cioè della seconda persona della SS. Trinità.

D'altra parte Pietro, opponendo Gesù a Giovanni Battista, a Elia, a Geremia, i quali furono figli di Dio adottivi, lascia chiaramente vedere che non intende parlare di una filiazione adottiva ma di una filiazione naturale. E ciò è reso ancora più manifesto dalla risposta di Gesù, il quale non avrebbe avuto alcun motivo di chiamare Pietro beato e di attribuire la sua confessione a una speciale rivelazione del Padre, se Pietro l'avesse semplicemente confessato figlio adottivo di Dio.

Una visione nuova, dirompente, scandalosa, ma proprio per questo rivoluzionaria, che apre il credente a nuove comprensioni del progetto salvifico di Dio, realizzato in Gesù, confessato Cristo e Figlio di Dio, che fa compiere una riqualificazione al termine stesso di Messia, in cui si riconosce non semplicemente un uomo inviato da Dio, ma Dio stesso, che si fa incarnazione in Gesù e del quale se ne riconosce la natura divina.

Legare insieme i due titoli cristologici - Cristo e Figlio di Dio - costituisce il vertice della fede cristologica, poiché significa far convergere le attese messianiche nella novità sconvolgente della figliolanza divina dell'uomo Gesù, che in tal modo viene anche confessato Dio. Significa attribuire al Messia, concepito sempre come un uomo, la divinità stessa di Yahweh. Per arrivare a tanto bisognava fare violenza a se stessi, al proprio modo di pensare, era necessaria una rivelazione: «Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli».

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata

 

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543 Ultima modifica il Lunedì, 21 Agosto 2023 23:39
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

Email quintavalle@noemail.it
God approached man in love, even to the total gift, crossing the threshold of our ultimate solitude, throwing himself into the abyss of our extreme abandonment, going beyond the door of death (Pope Benedict)
Dio si è avvicinato all’uomo nell’amore, fino al dono totale, a varcare la soglia della nostra ultima solitudine, calandosi nell’abisso del nostro estremo abbandono, oltrepassando la porta della morte (Papa Benedetto)
And our passage too, which we received sacramentally in Baptism: for this reason Baptism was called, in the first centuries, the Illumination (cf. Saint Justin, Apology I, 61, 12), because it gave you the light, it “let it enter” you. For this reason, in the ceremony of Baptism we give a lit blessed candle, a lit candle to the mother and father, because the little boy or the little girl is enlightened (Pope Francis)
È anche il nostro passaggio, che sacramentalmente abbiamo ricevuto nel Battesimo: per questo il Battesimo si chiamava, nei primi secoli, la Illuminazione (cfr San Giustino, Apologia I, 61, 12), perché ti dava la luce, ti “faceva entrare”. Per questo nella cerimonia del Battesimo diamo un cero acceso, una candela accesa al papà e alla mamma, perché il bambino, la bambina è illuminato, è illuminata (Papa Francesco)
Jesus seems to say to the accusers: Is not this woman, for all her sin, above all a confirmation of your own transgressions, of your "male" injustice, your misdeeds? (John Paul II, Mulieris Dignitatem n.14)
Gesù sembra dire agli accusatori: questa donna con tutto il suo peccato non è forse anche, e prima di tutto, una conferma delle vostre trasgressioni, della vostra ingiustizia «maschile», dei vostri abusi? (Giovanni Paolo II, Mulieris Dignitatem n.14)
The people thought that Jesus was a prophet. This was not wrong, but it does not suffice; it is inadequate. In fact, it was a matter of delving deep, of recognizing the uniqueness of the person of Jesus of Nazareth and his newness. This is how it still is today: many people draw near to Jesus, as it were, from the outside (Pope Benedict)
La gente pensa che Gesù sia un profeta. Questo non è falso, ma non basta; è inadeguato. Si tratta, in effetti, di andare in profondità, di riconoscere la singolarità della persona di Gesù di Nazaret, la sua novità. Anche oggi è così: molti accostano Gesù, per così dire, dall’esterno (Papa Benedetto)
Knowing God, knowing Christ, always means loving him, becoming, in a sense, one with him by virtue of that knowledge and love. Our life becomes authentic and true life, and thus eternal life, when we know the One who is the source of all being and all life (Pope Benedict)
Conoscere Dio, conoscere Cristo significa sempre anche amarLo, diventare in qualche modo una cosa sola con Lui in virtù del conoscere e dell’amare. La nostra vita diventa quindi una vita autentica, vera e così anche eterna, se conosciamo Colui che è la fonte di ogni essere e di ogni vita (Papa Benedetto)
Christians are a priestly people for the world. Christians should make the living God visible to the world, they should bear witness to him and lead people towards him. When we speak of this task in which we share by virtue of our baptism, it is no reason to boast (Pope Benedict)
I cristiani sono popolo sacerdotale per il mondo. I cristiani dovrebbero rendere visibile al mondo il Dio vivente, testimoniarLo e condurre a Lui. Quando parliamo di questo nostro comune incarico, in quanto siamo battezzati, ciò non è una ragione per farne un vanto (Papa Benedetto)

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