Feb 17, 2025 Scritto da 

7a Domenica T.O. (C)  (1Cor 15,45-49)

(1Cor 15,45-49)

1Corinzi 15:45 il primo uomo, Adamo, divenne un essere vivente, ma l'ultimo Adamo divenne spirito datore di vita.

1Corinzi 15:46 Non vi fu prima il corpo spirituale, ma quello animale, e poi lo spirituale.

1Corinzi 15:47 Il primo uomo tratto dalla terra è di terra, il secondo uomo viene dal cielo.

1Corinzi 15:48 Quale è l'uomo fatto di terra, così sono quelli di terra; ma quale il celeste, così anche i celesti.

1Corinzi 15:49 E come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così porteremo l'immagine dell'uomo celeste.

 

 

In questi versetti Paolo si addentra nel parallelismo Adamo–Cristo. Adamo, il primo uomo, a causa del suo peccato fu un portatore di morte, di malattie, di sofferenza, di dolore. Fu anche causa di un corpo concupiscente, di un corpo difficilmente governabile dallo stesso uomo. Adamo anziché padre di vita si rivelò padre di morte, anziché di libertà si dimostrò padre di schiavitù, invece che di salvezza divenne un padre di perdizione.

Nella sua infinita ed eterna misericordia, Dio aveva fin dall’eternità previsto un rimedio efficace contro la morte che Adamo avrebbe immesso nel mondo. Pensando a Gesù Cristo, Salvatore e Redentore, ha pensato a Lui come spirito datore di vita al fine di operare la nostra redenzione. Come l’ha operata? Attraverso il suo corpo morto e risuscitato. Quel corpo che si è rivestito di vita divina e immortale, di gloria e incorruttibilità, il Signore lo dona come nostro cibo e bevanda di vita eterna perché anche noi diveniamo partecipi di esso, e ce ne rivestiamo.

Adamo ha lasciato in eredità un corpo di peccato. Questa è la nostra condizione. Solo chi diviene una cosa sola con Cristo, potrà rivestire il corpo spirituale. Se si rimane fuori del corpo di Cristo, noi rimaniamo nella schiavitù del vizio e del peccato; dimoriamo nel nostro egoismo, trascorriamo i nostri giorni sospinti e sballottati dalla concupiscenza che fa di noi uomini istintivi, passionali, superbi, fanfaroni, trasgressori.

A chi domandasse perché lo stato spirituale, benché più perfetto, sia venuto dopo lo stato animale più imperfetto, l'apostolo risponde con un principio generale: l'ordine naturale vuole che si cominci da ciò che è imperfetto, e si passi poi a ciò che è più perfetto. Dio ha voluto seguire questa legge, e perciò ha stabilito che lo stato spirituale più perfetto fosse preceduto dallo stato animale imperfetto.

Noi abbiamo ricevuto un corpo animale; attraverso questo corpo, in un cammino di verità siamo chiamati a rivestire il corpo celeste. La morte di Cristo consente di metterci in cammino, perché lo Spirito Santo nelle acque del battesimo ci riveste di Cristo. È un cammino verso l’acquisizione della nostra vera umanità. È un cammino lungo, non facile, costa il sacrificio e l’olocausto della nostra vita. La via è una sola: rimanere ancorati in Cristo, divenire con lui una cosa sola.

Adamo viene dalla terra perché secondo il racconto della Genesi fu plasmato dal polvere del suolo. Questa è la sua origine. Gesù viene dal cielo in quanto vero Dio. Non viene dal cielo in quanto corpo. Il corpo egli lo ha assunto dalla beata Vergine Maria. Anche lui quindi ha un corpo che è stato tratto dalla carne di Adamo, anche se questa carne per un singolare privilegio è santissima, piena di grazia, fin dal primo momento del suo concepimento. Il corpo di Gesù Cristo è nato nella più grande santità, ma è sempre carne umana e quindi anche Gesù Cristo ha un corpo che proviene dalla terra, altrimenti non avrebbe potuto redimerci.

«Quale è il terreno, tali sono anche i terreni; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti». Ognuno produce secondo la sua natura. Adamo che era stato tratto dalla polvere del suolo ha generato uomini a sua immagine, fatti anch’essi di corpo materiale. Altro invece è il dono di Cristo: attraverso la sua passione, morte e risurrezione il suo corpo è divenuto spirituale, glorioso. Il suo corpo porta in sé la perfezione dell’immagine divina. Per grazia saremo in tutto simile al suo corpo celeste, se ci lasceremo generare da Dio attraverso la fede. Questo è il più grande atto di amore con il quale Dio ci rivestirà domani, se oggi ci lasciamo rivestire nell’anima attraverso la conversione, la fedeltà al vangelo, ossia una vita tutta fatta di parola di Cristo.

Infatti, «come abbiamo portato l'immagine del terreno, così porteremo anche l'immagine del celeste». Per discendenza da Adamo abbiamo portato l’immagine dell’uomo terreno; così per fede porteremo l’immagine dell’uomo celeste. Cristo è nella gloria del suo corpo spiritualizzato. Questa è l’immagine di cui saremo rivestiti un giorno. Verso il compimento di questa verità dobbiamo camminare.

Il momento presente è il luogo del passaggio, cioè di questa gestazione in cui progressivamente la nostra vita animale, la nostra vita concreta di ogni giorno, la nostra esistenza, è vissuta in termini spirituali. Ed è già questa la caparra della risurrezione. La morte allora non sarà il fallimento di questa vita, ma il brano successivo che è tutto un inno alla vita. Nel battesimo abbiamo deposto l'immagine dell'uomo terreno e cominciato a portare l'immagine di Gesù Cristo, immagine che diverrà perfetta dopo la risurrezione.

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
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Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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Unity is not made with glue [...] The great prayer of Jesus is to «resemble» the Father (Pope Francis)
L’Unità non si fa con la colla […] La grande preghiera di Gesù» è quella di «assomigliare» al Padre (Papa Francesco)
Divisions among Christians, while they wound the Church, wound Christ; and divided, we cause a wound to Christ: the Church is indeed the body of which Christ is the Head (Pope Francis)
Le divisioni tra i cristiani, mentre feriscono la Chiesa, feriscono Cristo, e noi divisi provochiamo una ferita a Cristo: la Chiesa infatti è il corpo di cui Cristo è capo (Papa Francesco)
The glorification that Jesus asks for himself as High Priest, is the entry into full obedience to the Father, an obedience that leads to his fullest filial condition [Pope Benedict]
La glorificazione che Gesù chiede per se stesso, quale Sommo Sacerdote, è l'ingresso nella piena obbedienza al Padre, un'obbedienza che lo conduce alla sua più piena condizione filiale [Papa Benedetto]
All this helps us not to let our guard down before the depths of iniquity, before the mockery of the wicked. In these situations of weariness, the Lord says to us: “Have courage! I have overcome the world!” (Jn 16:33). The word of God gives us strength [Pope Francis]
Tutto questo aiuta a non farsi cadere le braccia davanti allo spessore dell’iniquità, davanti allo scherno dei malvagi. La parola del Signore per queste situazioni di stanchezza è: «Abbiate coraggio, io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33). E questa parola ci darà forza [Papa Francesco]
The Ascension does not point to Jesus’ absence, but tells us that he is alive in our midst in a new way. He is no longer in a specific place in the world as he was before the Ascension. He is now in the lordship of God, present in every space and time, close to each one of us. In our life we are never alone (Pope Francis)
L’Ascensione non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’Ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi. Nella nostra vita non siamo mai soli (Papa Francesco)
The Magnificat is the hymn of praise which rises from humanity redeemed by divine mercy, it rises from all the People of God; at the same time, it is a hymn that denounces the illusion of those who think they are lords of history and masters of their own destiny (Pope Benedict)
Il Magnificat è il canto di lode che sale dall’umanità redenta dalla divina misericordia, sale da tutto il popolo di Dio; in pari tempo è l’inno che denuncia l’illusione di coloro che si credono signori della storia e arbitri del loro destino (Papa Benedetto)
This unknown “thing” is the true “hope” which drives us, and at the same time the fact that it is unknown is the cause of all forms of despair and also of all efforts, whether positive or destructive, directed towards worldly authenticity and human authenticity (Spe Salvi n.12)
Questa « cosa » ignota è la vera « speranza » che ci spinge e il suo essere ignota è, al contempo, la causa di tutte le disperazioni come pure di tutti gli slanci positivi o distruttivi verso il mondo autentico e l'autentico uomo (Spe Salvi n.12)
«When the servant of God is troubled, as it happens, by something, he must get up immediately to pray, and persevere before the Supreme Father until he restores to him the joy of his salvation. Because if it remains in sadness, that Babylonian evil will grow and, in the end, will generate in the heart an indelible rust, if it is not removed with tears» (St Francis of Assisi, FS 709)

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