Feb 3, 2025 Scritto da 

5a Domenica T.O. (1Cor 15,1-11)

(1Cor 15,1-11)

1Corinzi 15:1 Vi rendo noto, fratelli, il vangelo che vi ho annunziato e che voi avete ricevuto, nel quale restate saldi,

1Corinzi 15:2 e dal quale anche ricevete la salvezza, se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato. Altrimenti, avreste creduto invano!

 

Questo capitolo quindicesimo è dedicato da Paolo interamente al problema e alla questione di fede sulla risurrezione di Gesù Cristo, nella quale egli vede e contempla anche la nostra. È l’ultimo argomento dottrinale della Lettera ai Corinzi, uno tra i punti principali della dottrina cristiana, cioè la risurrezione dei morti. Questo dogma era negato dai sadducei, deriso dai pagani, interpretato allegoricamente da alcuni cristiani, giudicato impossibile e assurdo da alcuni Corinzi imbevuti di false idee filosofiche. Insieme alla risurrezione, costoro negavano probabilmente anche l'immortalità dell'anima, o almeno ne dubitavano. L'apostolo confuta questi errori, provando la realtà della risurrezione futura, e spiegando poi il modo con cui si compirà questo mistero, con l'esempio di Gesù risuscitato e con la vita dei fedeli e degli apostoli.

Nel primo versetto si può già intravedere la serietà con la quale l'apostolo affronta il tema. La risurrezione di Gesù non è uno dei tanti principi di fede, o una delle tante verità che formano la rivelazione da lui annunciata. La risurrezione di Gesù è il Vangelo che lui ha annunciato ai Corinzi. Essa, da sola, è Vangelo. Essa, da sola, è sufficiente per fondare saldamente la fede in Cristo. Dalla risurrezione di Cristo ogni altro mistero della fede si rende comprensibile e riceve il suo giusto valore.

Per produrre frutti di vita eterna, il Vangelo deve essere composto di tre momenti essenziali: l'annuncio del Vangelo, l’accoglienza del Vangelo, il restare saldi nel Vangelo. Se uno solo di questi momenti viene a mancare, viene a mancare anche il Vangelo. Il dono di Cristo all’uomo è essenziale. Se la Chiesa non dona Cristo all’uomo, l’uomo perde Cristo. Quelli che non hanno la Chiesa non hanno Cristo; il Cristo che credono di possedere non è il vero Cristo, non è il Cristo della fede, è un loro Cristo, fatto a loro immagine e somiglianza. Questo ‘Cristo’ che l’uomo si dona è un puro idolo. Non è il dono che Dio ha fatto all’uomo. Dio dona Cristo all’uomo attraverso la sua Chiesa, a partire dai suoi apostoli.

Ma non è sufficiente dare e accogliere il dono, è necessario che nel dono rimaniamo saldi, ancorati. Paolo, in questo, è di una serietà inaudita. Non lascia spazio a pensieri personali, a riflessioni spontanee. Il Vangelo è annunciato dalla Chiesa e dagli apostoli, dalla Chiesa e dagli apostoli lo si accoglie, in esso si rimane saldi e bene ancorati e, per mezzo di questa fede, si entra in possesso della salvezza (“siete salvati”), che ci sarà data in tutta la sua pienezza nella vita futura.

Posto il primo principio di fede, ne segue immediatamente un altro. «Se lo mantenete in quella forma in cui ve l'ho annunziato». La condizione necessaria a ottenere questa salvezza è quella di mantenere, ossia credere fermamente al Vangelo quale è stato predicato, senza togliere o falsare cosa alcuna. La salvezza è dal Vangelo a una sola condizione: che venga mantenuto, conservato intatto, nella forma in cui la Chiesa e gli Apostoli lo hanno annunciato. Se questo non avviene, se il Vangelo viene modificato, alterato, diviene inefficace quanto a salvezza. La fede posta in esso è una fede vana, perché non dona salvezza.

C’è un obbligo, ed è un obbligo di salvezza, custodire il Vangelo nella sua forma originaria, conservarlo nel cuore e nella mente così come esso è stato annunciato. Chi vuole la salvezza deve accogliere il Vangelo dalla Chiesa, ma deve anche custodirlo così come la Chiesa glielo ha consegnato. Ad esso non può apportare alcuna modifica, pena la perdita della sua anima.

Credere in un Vangelo personale e poi perdere la propria anima (questo significa aver “creduto invano”), a che serve? Meglio non avere Vangelo, che averne uno falso; meglio vivere alla maniera del mondo che vivere falsamente alla maniera di Dio.

I principi di Paolo non si possono adattare a certa moderna teologia, la quale ha scalzato il Vangelo dal suo posto, sostituendolo con pensieri umani, che hanno solo la parvenza della verità e della fede. In verità essi non contengono nulla della potenza liberatrice e redentrice del Vangelo. Molta fede oggi è vana; molta fede non conduce alla salvezza, perché essa è fondata su un Vangelo modificato, ridotto a pensieri umani.

Anche questo deve essere detto per amore della verità; lo esige la salvezza di molte anime che sono cadute in questa trappola preparata loro da molti uomini che si dicono di fede, mentre hanno ridotto il Vangelo di Dio, l’unica parola di vita eterna, a vanità e stoltezza.

 

 

 

 Argentino Quintavalle, autore dei libri 

- Apocalisse commento esegetico 

- L'Apostolo Paolo e i giudaizzanti – Legge o Vangelo?

  • Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo nel mistero trinitario
  • Il discorso profetico di Gesù (Matteo 24-25)
  • Tutte le generazioni mi chiameranno beata
  •  Cattolici e Protestanti a confronto – In difesa della fede

 

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133 Ultima modifica il Lunedì, 03 Febbraio 2025 19:13
Argentino Quintavalle

Argentino Quintavalle è studioso biblico ed esperto in Protestantesimo e Giudaismo. Autore del libro “Apocalisse - commento esegetico” (disponibile su Amazon) e specializzato in catechesi per protestanti che desiderano tornare nella Chiesa Cattolica.

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The Fathers made a very significant commentary on this singular task. This is what they say: for a fish, created for water, it is fatal to be taken out of the sea, to be removed from its vital element to serve as human food. But in the mission of a fisher of men, the reverse is true. We are living in alienation, in the salt waters of suffering and death; in a sea of darkness without light. The net of the Gospel pulls us out of the waters of death and brings us into the splendour of God’s light, into true life (Pope Benedict)
I Padri […] dicono così: per il pesce, creato per l’acqua, è mortale essere tirato fuori dal mare. Esso viene sottratto al suo elemento vitale per servire di nutrimento all’uomo. Ma nella missione del pescatore di uomini avviene il contrario. Noi uomini viviamo alienati, nelle acque salate della sofferenza e della morte; in un mare di oscurità senza luce. La rete del Vangelo ci tira fuori dalle acque della morte e ci porta nello splendore della luce di Dio, nella vera vita (Papa Benedetto)
We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))
È questo il messaggio che i cristiani sono chiamati a diffondere sino agli estremi confini del mondo. La fede cristiana come sappiamo nasce non dall'accoglienza di una dottrina, ma dall'incontro con una Persona (Papa Benedetto)
From ancient times the liturgy of Easter day has begun with the words: Resurrexi et adhuc tecum sum – I arose, and am still with you; you have set your hand upon me. The liturgy sees these as the first words spoken by the Son to the Father after his resurrection, after his return from the night of death into the world of the living. The hand of the Father upheld him even on that night, and thus he could rise again (Pope Benedict)

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don Giuseppe Nespeca

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