Mag 31, 2024 Scritto da 

Gesù Eucaristia è il vero miracolo: il più grande e straordinario

Solennità del Corpo e del Sangue di Cristo (2 Giugno 2024)

1. L’odierna celebrazione del corpo e sangue di Cristo riassume in sé l’intero mistero della nostra salvezza e possiamo ben dire che l’Eucaristia è il cuore della Chiesa, il volto sulla Terra della santissima Trinità. Con l’odierna solennità i cristiani proclamano che il Cristo, unigenito Figlio di Dio fattosi uomo è realmente presente sotto i segni del pane e del vino consacrati. E’ tanto vero tutto questo, che anche i più grandi doni mistici, l’esperienza dei veggenti e i miracoli compiuti dai santi valgono assai meno di una comunione ricevuta con devozione e fede sincera. Gesù Eucaristia è l’unico grande e straordinario miracolo che purtroppo passa spesso inosservato per via dell’abitudine e della facilità con cui ci possiamo accostare alla comunione e partecipare alla celebrazione della santa messa. Proprio per aiutarci a non dimenticare che tutta la vita va orientata a Cristo, la Chiesa ha voluto l’odierna solennità del Corpus Domini, che ci riconduce al Cenacolo dove il Giovedì Santo venne istituita l’Eucaristia, Pane che, come scrive Origene,“è la salvezza del mondo” (panis pro mundi salute). Il pane e il vino elementi di base del nostro nutrimento sono stati scelti dal Signore per questo mistero di comunione fra cielo e terra. Papa Benedetto XVI, nella festa del Corpus Domini (15 giugno 2006), invitò a vedere nel segno del pane il pellegrinaggio di Israele durante i quarant'anni nel deserto. L'Ostia è la nostra manna con la quale il Signore ci nutre ed è il vero pane dal cielo, mediante il quale Egli dona se stesso.  Prima grande verità: “Con ognuno dei due segni (il pane e il vino) – nota Benedetto XVI - Gesù si dona interamente, non solo una parte di sé. Il Risorto non è diviso. Egli è una persona che, mediante i segni, si avvicina a noi e si unisce a noi. I segni però rappresentano, a modo loro, ciascuno un aspetto particolare del mistero di Lui e, con il loro tipico manifestarsi, vogliono parlare a noi, affinché noi impariamo a comprendere un po' di più del mistero di Gesù Cristo”.

2. Anzitutto il pane! In molte parrocchie oggi, se non ha avuto già luogo giovedì scorso, per le strade delle città e dei paesi sfila la solenne processione eucaristica mostrando a tutti il vero tesoro della Chiesa: il Santissimo Sacramento. In altre processioni si portano le statue di Maria e dei santi secondo le devozioni popolari, quest’oggi invece tutti guardano e tendono all’Ostia consacrata, recata solennemente dal vescovo o dal sacerdote. La processione diventa così un tempo di adorazione e di lode itinerante contemplando l’Ostia che è il tipo più semplice di pane e di nutrimento, fatto soltanto di un po' di farina e acqua. Il pane, diceva papa Benedetto, “è frutto della terra e insieme del cielo… pane dei poveri, che ci appare come una sintesi della creazione. Cielo e terra come anche attività e spirito dell'uomo concorrono”. Cominciamo così a capire perché il Signore sceglie questo pezzo di pane come suo segno. Ma per entrare veramente nel mistero di Cristo, dobbiamo tornare con la mente alla richiesta che alcuni Greci fecero: quella di poterlo vedere, incontrare. In quell’occasione, a pochi giorni dalla sua passione e morte Gesù disse: "In verità, in verità vi dico: se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto" (Gv 12, 24). Nel pane fatto di chicchi di grano macinati si cela il mistero della Passione. “La farina, il grano macinato, - nota papa Benedetto - presuppone il morire e risuscitare del chicco. Nell'essere macinato e cotto esso porta poi in sé ancora una volta lo stesso mistero della Passione… Attraverso il suo soffrire e morire liberamente, Gesù è diventato pane per tutti noi, e… ci accompagna in tutte le nostre sofferenze fino alla morte”. C’è di più: i chicchi macinati formano insieme un solo pane e questo è un segno per ogni comunità. “Noi stessi, dai molti che siamo, dobbiamo diventare un solo pane, un solo corpo”, afferma san Paolo (1 Cor 10,17). Così, il segno del pane diventa insieme speranza e compito di fedeltà per ogni battezzato, chiamato a vivere dell’Eucaristia e a testimoniare la gioia di far parte del popolo che si nutre di Cristo. “Ecco Il pane degli angeli, pane dei pellegrini, vero pane dei figli: non deve essere gettato” (Dall’odierna Sequenza prima del vangelo).

3. C’è poi il segno del vino anch’esso assai eloquente per la nostra vita. Annota Benedetto XVI: “Mentre il pane rimanda alla quotidianità, alla semplicità e al pellegrinaggio, il vino esprime la squisitezza della creazione: la festa di gioia che Dio vuole offrirci alla fine dei tempi e che già ora sempre di nuovo anticipa a modo di accenno mediante questo segno”.  Il vino richiama però anche la Passione e il significato e il valore della sofferenza. Ogni vite va potata ripetutamente per essere purificata perché possa produrre frutti abbondanti. La vendemmia rappresenta un destino simile a quello della mietitura: essere schiacciati per saziare l’uomo e inebriarlo. Soffre la vite sotto la mano del vignaiolo, si sente mutilare i suoi tralci che stanno crescendo rigogliosi, ma solo così potrà essere in grado di offrire grappoli di uva ricchi e gustosi. Partecipando all’Eucaristia anche noi impariamo a restare pazienti e fiduciosi nelle mani di Dio che misteriosamente ci pota attraverso le difficoltà, le sofferenze, gli eventi e ogni occasione dell’esistenza. Impariamo la docilità dei chicchi dell’uva che maturano sotto il sole e la pioggia, sono poi raccolti e pigiati, cioè schiacciati perché divengano vino. Solamente così, unendoci a Cristo nella sua passione, possiamo essere trasformati in “vino pregiato che rallegra il cuore dell’uomo” (Cf. Salmo 104, 15). Nella Bibbia la vite simboleggia il benessere e la fecondità alla quale è strettamente collegato il vino, come simbolo di gioia, di festa, di banchetto. Ed è l’evangelista Giovanni a dare un nuovo significato alla vite, identificandola con Gesù, quando nel cenacolo parla del “calice del mio sangue”. Nel vangelo leggiamo che Gesù prese un calice di vino rosso e disse: “Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue” (1Cor 11,25), nel mio sangue versato. Quando il sangue è versato in un incidente, per un intervento chirurgico o in un delitto non ha più alcun valore perché è perso e lo si deve gettare. Quando invece è prelevato da un donatore, viene raccolto con cura e conservato perché può servire a salvare la vita di un’altra persona. Il sangue può essere versato anche in sacrificio religioso e in tal caso viene scelto perché si sacrifica il meglio che si ha: sangue versato e raccolto perché possa essere offerto. Il “calice” ci fa comprendere di quale sangue si tratti nell’Eucaristia: sangue prezioso, raccolto per essere offerto in un calice e condiviso con tutti perché ciascuno ne beva. “Il sangue della nuova alleanza versato in un calice” significa dunque il dono della vita e del sangue di Cristo, offerto al Padre come sacrificio di valore infinito e donato ai cristiani in comunione di salvezza. E’ “il calice della benedizione” (1 Cor 10, 16) che sostituisce in modo definitivo “il calice dell’ira” (Ger 25,15ss) e che riempie l’animo del credente di gioia e di pace. “O Sangue di vita, di unità e di pace, mistero d’amore e sorgente di grazia, inebria i nostri cuori del Santo Spirito”.(Dalla preghiera dei Missionari del Preziosissimo Sangue). Concludo con quest’invocazione di Benedetto XVI: “Nella processione noi seguiamo questo segno (l’Ostia consacrata) e così seguiamo Lui stesso. E lo preghiamo: Guidaci sulle strade di questa nostra storia! Mostra alla Chiesa e ai suoi Pastori sempre di nuovo il giusto cammino! Guarda l'umanità che soffre, che vaga insicura tra tanti interrogativi; guarda la fame fisica e psichica che la tormenta! Dà agli uomini pane per il corpo e per l'anima! Dà loro lavoro! Dà loro luce! Dà loro te stesso! Purifica e santifica tutti noi! Facci comprendere che solo mediante la partecipazione alla tua Passione, mediante il "sì" alla croce, alla rinuncia, alle purificazioni che tu ci imponi, la nostra vita può maturare e raggiungere il suo vero compimento. Radunaci da tutti i confini della terra. Unisci la tua Chiesa, unisci l'umanità lacerata! Donaci la tua salvezza! Amen!

+ Giovanni D’Ercole

N.B. Quale pane e quale vino vanno utilizzati per la messa? Nel 2017 l’allora Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti in una lettera circolare ai vescovi sul pane e il vino per l’Eucaristia precisò che: a) «Il pane utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere azzimo, esclusivamente di frumento e preparato di recente, in modo che non ci sia alcun rischio di decomposizione. Ne consegue, dunque, che quello preparato con altra materia, anche se cereale, o quello a cui sia stata mescolata materia diversa dal frumento, in quantità tale da non potersi dire, secondo la comune estimazione, pane di frumento, non costituisce materia valida per la celebrazione del sacrificio e del sacramento eucaristico. È un grave abuso introdurre nella confezione del pane dell’Eucaristia altre sostanze, come frutta, zucchero o miele. Va da sé che le ostie devono essere confezionate da persone che non soltanto si distinguano per onestà, ma siano anche esperte nel prepararle e fornite di strumenti adeguati» (n. 48). b) «Il vino utilizzato nella celebrazione del santo Sacrificio eucaristico deve essere naturale, del frutto della vite, genuino, non alterato, né commisto a sostanze estranee. […] Con la massima cura si badi che il vino destinato all’Eucaristia sia conservato in perfetto stato e non diventi aceto. È assolutamente vietato usare del vino, sulla cui genuinità e provenienza ci sia dubbio: la Chiesa esige, infatti, certezza rispetto alle condizioni necessarie per la validità dei sacramenti. Non si ammetta, poi, nessun pretesto a favore di altre bevande di qualsiasi genere, che non costituiscono materia valida» (n. 50).  Quanti confezionano il pane e producono il vino per la celebrazione devono nutrire la coscienza che la loro opera è orientata al Sacrificio Eucaristico e ciò domanda loro onestà, responsabilità e competenza”.

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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