Solennità della Santissima Trinità - Domenica 26 maggio 2024
1. Chi è Dio? Questa domanda l’umanità se la pone da sempre e ci sono varie piste per cercare una risposta. Due specialmente: affannarsi da soli, ma questo suppone che il mistero di Dio sia alla nostra portata, il che appare altamente improbabile, oppure lasciare che sia Dio stesso a manifestarsi. Nell'Antico Testamento il Signore crea l’uomo attraverso il “ruah”, soffio che dà vita, soffio divino che rivela a poco a poco chi è Dio in un processo graduale che giunge, al culmine del percorso, al mistero della Trinità: Dio Uno e Trinità. Israele, scelto per essere il popolo di Dio, ha dovuto percorrere il lungo cammino dell’Antico Testamento, grazie a un'opera incessante dei profeti, per liberarsi dal politeismo e giungere a credere nel Dio unico. Tuttavia il monoteismo puro non fu raggiunto in un colpo solo e una tappa intermedia fu quella dell'enoteismo: si professava cioè un Dio unico d'Israele, intendendo che gli altri popoli avevano i loro dei. Fu durante l'esilio babilonese che probabilmente si scoprì il Dio di Abramo e di Mosè come l'unico Dio dell'intero universo. La professione di fede “Shema Israel, Ascolta Israele, il nostro Dio è il Signore Uno” ha allora assunto tutto il suo valore. Ma questa unicità di Dio appare del tutto incompatibile con il riconoscimento dello Spirito “ruah” come persona. Questo avverrà con la Pentecoste e segnerà l’esperienza delle prime comunità cristiane. Quanto al Figlio di Dio, questo titolo dato solitamente a ciascun re il giorno della sua incoronazione, non significava in alcun modo un legame generazionale. È stato Gesù stesso a rivelarlo, ma anche le sue parole sono state comprese solo alla luce della Pentecoste.
2. La comprensione del mistero della Trinità, nonostante ogni umano sforzo, permane sempre non percepibile totalmente con l’intelligenza, ma lo si accoglie soltanto nell’adesione della fede. La Santissima Trinità - Unico Dio è così l’ultima tappa dell’autorivelazione di Dio e aiuta a comprendere al tempo stesso la struttura trinitaria della nostra stessa esistenza personale: siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio, corpo, anima e spirito.
Nella prima lettura, tratta dal libro del Deuteronomio, composto in epoca tardiva della Bibbia, viene presentato il progetto divino della sua rivelazione: Egli è al tempo stesso Dio del popolo eletto e il Dio di tutti i popoli perché è il solo e unico vero Dio. Per Israele, liberato dal politeismo, era impossibile concepire un Dio Uno e tre Persone e la prima tappa della pedagogia divina, che segna l’intero Antico Testamento, fu l’autorivelazione di Dio come Dio Unico. Nel brano del Deuteronomio (la prima lettura) è riassunto in poche parole il catechismo del popolo d’Israele, cioè la prima tappa della pedagogia divina: “Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è un altro”. In altre parole: non ci sono tanti dei, ma Dio solo è Dio, senza dare di Dio una definizione né una descrizione. Si narrano invece i prodigi e le opere meravigliose da lui compiuti: “Interroga pure i tempi antichi in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? “. Dio darà al suo popolo la terra promessa e i comandamenti come codice di felicità: “Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi perché sia felice tu e i tuoi figli”. Il popolo reagisce a quest’inattesa rivelazione di Dio con meraviglia e sorpresa. Si poteva pensare a un Dio creatore e potente, ma come immaginare un Dio che si rivela, che parla di sé, che si sceglie un popolo e interessandosi ad esso, interviene a suo favore in molti modi? Eppure Dio non si è fatto conoscere come il Dio lontano e il Dio della potenza l’Elohim, bensì come il Signore, cioè il Dio della presenza che svela a Mosè il suo nome composto di quattro consonanti: “YHVH”. Resterà da capire che questa sua presenza non è soltanto per Israele, ma per tutti i popoli e il popolo eletto dovrà comprendere che è stato scelto non per conquistare gli altri, ma per porsi al servizio dell’intera umanità. Come popolo dell’alleanza Israele è destinato – annota André Chouraqui - a diventare lo strumento futuro dell’alleanza dei popoli.
3. La pagina conclusiva del vangelo di Matteo, che oggi meditiamo, presenta Gesù alla fine della sua permanenza sulla Terra, mentre affida agli apostoli il compito di proseguire la sua stessa missione: “Andate e fate discepoli tutti i popoli” e li rassicura: “io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Il Maestro si fida di inviarli in tutte le parti del mondo per una missione che dovrà durare fino alla fine dei tempi, una missione piena di rischi per testimoniare Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. In effetti annunciare Gesù Cristo morto e risorto come Dio, era per gli ebrei uno scandalo e una bestemmia, mentre i pagani lo ritenevano umana stoltezza, come annota san Paolo nella prima Lettera ai Corinti: “Cristo crocifisso è scandalo per i Giudei, stoltezza per i pagani, ma per chi crede è potenza, sapienza di Dio!” (1,23-24).
Il Maestro chiude la sua missione terrena affidando ai suoi seguaci il compito d’incendiare il mondo col fuoco del suo amore: ”Andate e battezzate tutti i popoli nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo”. Abbiamo qui la prima presentazione del mistero della Santissima Trinità. Utilizzando l’espressione nel nome del Padre, che ricorre spesso nella Bibbia, si evidenza chiaramente che si tratta d’un solo Dio; al tempo stesso le tre Persone vengono nominate ben distinte: nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo. Nel linguaggio biblico il nome indica la persona e il verbo battezzare significa immergere: si comprende quindi che il battesimo c’immerge per sempre, come in un bagno di salvezza eterna, nel mistero della Trinità Santissima. Inoltre il comando di Gesù è preciso e perentorio: “Andate!”. Come infatti non essere presi dalla fretta quando si comprende una missione tanto importante ed appassionante che costituisce il segreto dell’umana felicità e che è per ogni persona di culture e razze diverse, fino alla fine dei tempi?
4. Con il battesimo ognuno di noi è stato immerso in Dio, Trinità Santissima: Padre e Figlio e Spirito Santo, e siamo rinati a vita immortale per testimoniare che Cristo è vivo. Fin dall’inizio la formula trinitaria del battesimo ha rappresentato una vera rivoluzione per le prime comunità cristiane, che, come si legge negli Atti degli Apostoli, ebbero a subire incomprensioni e persecuzioni da parte dei giudei, persecuzioni che apparivano persino inevitabili proprio per difendere l’unicità del Dio. Gesù l’aveva ben previsto: vi cacceranno dalle sinagoghe e vi perseguiteranno; anzi peggio vi uccideranno immaginando di rendere così vero culto a Dio. E faranno tutto questo perché non hanno conosciuto né me né il Padre (cf Gv 16,2-3). Allora come oggi la missione che il Maestro affida ai cristiani è umanamente una follia e resta impossibile spiegare con ragionamenti umani come Dio sia Uno e Trino. E allora? Ogni vera conversione avviene quando, pur ritenendo necessaria la ricerca di Dio con l’umana intelligenza, si riconosce umilmente che essa è inadeguata a carpire il mistero di Dio Uno e Trino e con fiducia ci si abbandona nel cuore di Dio lasciandosi trasformare dal suo amore: Trinità Santissima vita dell’amore e sentiero dei santi. Sant’Anselmo d’Aosta, nell’anno 1000, facendo sua un’espressione di sant’Agostino, conclude così la sua ricerca: “Credo per comprendere, non comprendo per credere”. E aggiunge pregando: “Signore, Insegnami a cercarti e a mostrarti a me che ti cerco. Io non posso cercarti se tu non m'insegni, né trovarti se tu non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti, che ti desideri cercandoti, che ti trovi amandoti, e che ti ami trovandoti.”
+ Giovanni D’Ercole
P.S. Concludo con un episodio della vita di san Giovanni XXIII. Qualche giorno dopo la sua elezione a papa – siamo nell’ottobre del 1958- riceve la visita di un amico che gli dice: ”Santità quanto è pesante il carico che ha accettato di portare!”. Gli risponde il Papa: “E’ vero, la sera quando vado a dormire penso “Angelo tu sei il papa” e faccio fatica a dormire; ma, dopo qualche minuto dico a me stesso “Angelo, quanto sei stupido, il responsabile della Chiesa non sei tu, ma lo Spirito Santo e poco dopo mi giro dall’altra parte e mi addormento”. Anche se non arriviamo a comprendere il mistero della Santissima Trinità possiamo dormire tranquillamente senza farci prendere dall’angoscia. L’evangelizzazione è la nostra missione, ma Gesù ha ben precisato che ogni potere gli è stato dato in cielo e sulla terra. E aggiunge per rassicurarci: Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo. Il Dio che a Mosè ha rivelato la sua presenza nel rovento ardente e l’Emmanuele, il Dio con noi, promesso nelle profezie di Isaia altro non sono che lo Spirito dell’Amore che li unisce, lo Spirito che guida la Chiesa e la missione d’ogni credente. L’impegno è rendere visibile con la vita questa presenza d’amore di Dio-Trinità.