Mar 24, 2025 Scritto da 

Ciò che non sapevo ci fosse: Fede, occhio nudo, garanzia

«Se non vedete segni e prodigi, non credete»

(Gv 4,43-54)

 

Gesù prende il ritmo del viaggio interiore del catecumeno (v.47) per introdurci nella sua Visione, la quale rigenera la nostra carne e ci rimette nell’Esodo (v.50) che scatena tutto un dinamismo attorno (v.51).

Sulla Via si restituisce ogni creatura a se stessa e alla bontà radicale del progetto originario - riscoperto prima dentro, poi fuori di sé.

Avere Fede è partire, e lasciarsi traumatizzare. «Infatti Gesù stesso aveva attestato che un profeta nella propria patria non ha onore» (v.44).

Dopo aver mostrato nell’episodio della samaritana (vv.1-42) il significato di Cristo come nuovo Tempio sia per ebrei che per “eretici”, Gv ne illustra il senso per i pagani.

Come se la dimensione di Risurrezione [«dopo i due giorni»: v.43] spostasse la Casa di Dio a tutto il mondo.

Agli osservanti del giudaismo era fatto divieto passare per la Samaria e trattenersi coi samaritani (cf. Gv 4,9) considerati meticci [teologicamente poligami: Gv 4,17-18].

Gesù non si limita alla propria stirpe, e neppure alla sua religione.

In Galilea riceve un super-pagano, che implora aiuto perché si accorge che il mondo da cui proviene non è in grado di generare vita (vv.46-47.49.53).

 

Gli auspici banali del bagaglio culturale bloccano la libertà di pensiero da ciò che ancora non si prevede, fissando stereotipi.

L’impregnato d’idoli non vede più nulla; non incontra neppure se stesso e i suoi intimi.

E non sperimenta forze ignote. Al massimo crede nel dio pagano protettore, che fa miracoli a lotteria.

Chi si regola a occhio nudo... suppone di vedere il Signore che guarisce attraverso gesti straordinari [v.48: «se non vedete segni e prodigi, non credete»].

Gli sfugge il potere vivificante della Parola, che tocca senza essere vista, ma rende presente Gesù nella sua opera e nella sua interezza incisiva, efficace.

Al Cristo interessa far capire come “funziona” la Fede nella sua pura qualità: quali dinamismi attiva - non lo show della religione spettacolo, tutta esterna.

Le espressioni epidermiche chiudono la folla nell’intimismo, o suscitano interesse per bizzarrie che fanno trasalire i sensi, destando sì un attimo di entusiasmo, non il centro di ciascuna persona.

 

La novità di Cristo non viene trasmessa per contatto, bensì accogliendo a fondo la sua inattesa Parola-evento. Non è soggetta a un principio di località o altra ‘garanzia’.

Lo sguardo esteriore si fa convincere da miracoli, ma non coglie il senso profondo del Segno che ci parla della Persona del Signore - il vero ‘spettacolo’. Tutto ancora da sperimentare.

 

I curiosi aspettano di vedere e constatare. Così muoiono di speranze relative, senza ‘radice’ in se stessi.

Solo nella Fede si scopre ciò che a occhio nudo ancora non si vede, né sapevamo ci fosse.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Come l’adesione alla Parola di Cristo aiuta a vincere il desiderio banale di clamore o evasione?

 

 

[Lunedì 4.a sett. Quaresima, 31 marzo 2025]

513 Ultima modifica il Lunedì, 31 Marzo 2025 12:00
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

The Lord gives his disciples a new commandment, as it were a Testament, so that they might continue his presence among them in a new way: […] If we love each other, Jesus will continue to be present in our midst, to be glorified in this world (Pope Benedict)
Quasi come Testamento ai suoi discepoli per continuare in modo nuovo la sua presenza in mezzo a loro, dà ad essi un comandamento: […] Se ci amiamo gli uni gli altri, Gesù continua ad essere presente in mezzo a noi, ad essere glorificato nel mondo (Papa Benedetto)
St Teresa of Avila wrote: “the last thing we should do is to withdraw from our greatest good and blessing, which is the most sacred humanity of Our Lord Jesus Christ” (cf. The Interior Castle, 6, ch. 7) [Pope Benedict]
Santa Teresa d’Avila scrive che «non dobbiamo allontanarci da ciò che costituisce tutto il nostro bene e il nostro rimedio, cioè dalla santissima umanità di nostro Signore Gesù Cristo» (Castello interiore, 7, 6) [Papa Benedetto]
Dear friends, the mission of the Church bears fruit because Christ is truly present among us in a quite special way in the Holy Eucharist. His is a dynamic presence which grasps us in order to make us his, to liken us to him. Christ draws us to himself, he brings us out of ourselves to make us all one with him. In this way he also inserts us into the community of brothers and sisters: communion with the Lord is always also communion with others (Pope Benedict)
Cari amici, la missione della Chiesa porta frutto perché Cristo è realmente presente tra noi, in modo del tutto particolare nella Santa Eucaristia. La sua è una presenza dinamica, che ci afferra per farci suoi, per assimilarci a Sé. Cristo ci attira a Sé, ci fa uscire da noi stessi per fare di noi tutti una cosa sola con Lui. In questo modo Egli ci inserisce anche nella comunità dei fratelli: la comunione con il Signore è sempre anche comunione con gli altri (Papa Benedetto)
Jesus asks us to abide in his love, to dwell in his love, not in our ideas, not in our own self-worship. Those who dwell in self-worship live in the mirror: always looking at themselves. He asks us to overcome the ambition to control and manage others. Not controlling, serving them (Pope Francis)
Gesù ci chiede di rimanere nel suo amore, abitare nel suo amore, non nelle nostre idee, non nel culto di noi stessi. Chi abita nel culto di sé stesso, abita nello specchio: sempre a guardarsi. Ci chiede di uscire dalla pretesa di controllare e gestire gli altri. Non controllare, servirli (Papa Francesco)
In this passage, the Lord tells us three things about the true shepherd:  he gives his own life for his sheep; he knows them and they know him; he is at the service of unity [Pope Benedict]
In questo brano il Signore ci dice tre cose sul vero pastore: egli dà la propria vita per le pecore; le conosce ed esse lo conoscono; sta a servizio dell'unità [Papa Benedetto]
Jesus, Good Shepherd and door of the sheep, is a leader whose authority is expressed in service, a leader who, in order to command, gives his life and does not ask others to sacrifice theirs. One can trust in a leader like this (Pope Francis)
Gesù, pastore buono e porta delle pecore, è un capo la cui autorità si esprime nel servizio, un capo che per comandare dona la vita e non chiede ad altri di sacrificarla. Di un capo così ci si può fidare (Papa Francesco)
In today’s Gospel passage (cf. Jn 10:27-30) Jesus is presented to us as the true Shepherd of the People of God. He speaks about the relationship that binds him to the sheep of the flock, namely, to his disciples, and he emphasizes the fact that it is a relationship of mutual recognition (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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