Mar 22, 2025 Scritto da 

Laetare: nessun avvilito

(Lc 15,1-3.11-32)

 

L’Amore è una Festa, non uno scambio di favori. Quindi non siamo segnati a vita, perché il Padre sa che le nostre fughe paradossali sono dettate da una necessità (o legittima fissazione): respirare.

E dobbiamo essere fieri di noi stessi.

Dentro casa non esiste libertà, perché i fratelli maggiori sono talora insopportabili.

Impongono prestazioni, capiscono tutto, controllano qualsiasi virgola; immaginano che ciascuno debba percepire stipendio secondo meriti, ritmo, capacità, fatica, ore di straordinario e Signorsì.

Arcigni su qualsiasi cosa, piagnucolano solo perché immaginano che si debba chiedere permesso all’autorità anche di gioire della vita e fare baccano gratuitamente. Il loro “dovere e obbedire” uccide la Tenerezza.

Il Padre viceversa impedisce che ci sentiamo dei degradati, perciò non vuole ascoltare l’elenco delle trasgressioni che il “puro” non sa ma immagina e scioccamente scandisce, perché le reprime dentro e nel segreto le coltiva [identificandole col piacere!].

Non vuole che facciamo l’errore che rovina la vita intera e non qualche tratto di cammino: sentirci salariati. Così educa a far prevalere il bene sul male, senza avvilire nessuno.

Dappertutto troviamo un padrone che sfrutta. E anche se poi torniamo a Casa solo per calcolo, Dio impedisce che ci mettiamo in ginocchio.

Recitiamo il Padre Nostro in piedi: con Lui siamo sempre dei valorosi faccia a faccia, e gradisce «sinfonie e cori».

 

Dice il Tao Tê Ching [x]: «Preserva l’Uno dimorando nelle due anime: sei capace di non farle separare?».

La contraddizione abita ciascuno di noi, e il Padre misericordioso non chiama nessuno a mettersi camicie di forza interiori o esteriori a pennello.

Non intende assorbire la vita delle nostre sottigliezze e sfumature, né ridurre la compresenza dei volti.

Sa che l’evoluzione di ciascuno si abbina a un linguaggio esperienziale variegato, in grado a suo tempo di coniugare ricchezza antica, inclinazioni personali anche momentanee, e novità impensate.

Se rinneghiamo l’universo molteplice dell’anima e la moltitudine delle sue antinomie, idiomi, e personaggi compresenti - come i due figli entrambi contraddittori ma infine complementari - mai avremmo a disposizione tutte le prospettive per una crescita della vita e per l’evoluzione nella forza espressiva della Fede.

Nell’Opera dello Spirito, Occasioni di Ricchezza per tutti, e… nessun umiliato.

Ormai tutti liberi. Che meraviglia, un ostensorio del genere! Un Corpo vivo di Cristo che profuma di Condivisione!

È questa la bella e regale consapevolezza che spiana e rende credibile il contenuto dell’Annuncio (vv.1-2).

D’ora in poi, la distinzione fra credenti o meno sarà assai più profonda che fra puri e impuri: tutta un’altra caratura - e principio di una vita da salvati.

Cristo chiama, accoglie e redime anche il figlio scombinato e quello preciso (in noi) ossia il lato più rubricista - o logoro - della nostra personalità.

Anche il nostro carattere insopportabile o giustamente odiato (quello rigido e quello distratto).

Li farà addirittura fiorire: diventeranno aspetti irrinunciabili e vincenti della futura testimonianza.

Dice il Tao Tê Ching [XLV]: «La grande dirittura è come sinuosità, la grande abilità è come inettitudine, la grande eloquenza è come balbettio».

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quando mi colgo ipocrita e stretto di cuore? Quando mi accorgo invece di essere protagonista di quel che il Padre condivide?

 

 

[4.a Domenica di Quaresima (anno C), 30 marzo 2025]

499 Ultima modifica il Domenica, 30 Marzo 2025 12:25
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))
È questo il messaggio che i cristiani sono chiamati a diffondere sino agli estremi confini del mondo. La fede cristiana come sappiamo nasce non dall'accoglienza di una dottrina, ma dall'incontro con una Persona (Papa Benedetto)
From ancient times the liturgy of Easter day has begun with the words: Resurrexi et adhuc tecum sum – I arose, and am still with you; you have set your hand upon me. The liturgy sees these as the first words spoken by the Son to the Father after his resurrection, after his return from the night of death into the world of the living. The hand of the Father upheld him even on that night, and thus he could rise again (Pope Benedict)
Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le parole: Resurrexi et adhuc tecum sum – sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano. La liturgia vi vede la prima parola del Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della morte nel mondo dei viventi. La mano del Padre lo ha sorretto anche in questa notte, e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere (Papa Benedetto)
The Church keeps watch. And the world keeps watch. The hour of Christ's victory over death is the greatest hour in history (John Paul II)
Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia (Giovanni Paolo II)
Before the Cross of Jesus, we apprehend in a way that we can almost touch with our hands how much we are eternally loved; before the Cross we feel that we are “children” and not “things” or “objects” [Pope Francis, via Crucis at the Colosseum 2014]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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