Il semplice Mistero, Nuova Mistica. Vocazione da offrire al mondo
(Mc 8,1-10)
Il Figlio riflette il disegno di Dio nella compassione per le folle bisognose di tutto e - malgrado la pletora di maestri ed esperti - prive di qualsiasi insegnamento autentico (cf. Mc 6,34).
La sua ‘soluzione’ è diversissima da quella di tutte le guide “spirituali”, perché non ci sorvola con un paternalismo indiretto (cf. Mc 6,37) che asciughi le lacrime, rimargini le ferite, cancelli le umiliazioni.
Invita a utilizzare in prima persona ciò che siamo e abbiamo, sebbene possa apparire cosa ridicola. Ma insegna in modo assolutamente netto che spostando le energie si realizzano risultati prodigiosi.
Così rispondiamo in Cristo ai grandi problemi del mondo: recuperando la condizione dell’uomo ‘viator’ - e condividendo i beni; non lasciando che ciascuno si arrangi (cf. Mc 6,36).
In Mc 6 il prodigio è collocato dopo la tirata d’orecchi verso gli apostoli, chiamati «in disparte» per una verifica della loro predicazione incerta [Gesù annunciato come Messia glorioso].
Qui in Mc 8 [appunto] dopo l’apertura dei “sensi” del [medesimo discepolo preso «in disparte»] sordo e balbuziente (Mc 7,31-37).
Il Segno Fonte e Culmine della comunità dei figli è un gesto ‘creativo’ che impone uno spostamento di visione, un ‘occhio’ assolutamente nuovo.
Di fronte all’indigenza, l’atteggiamento della Chiesa autentica non si compiace di elemosine parziali.
Lo spezzare del Pane subentra alla Manna calata dall’alto (Mc 8,4).
Questa l’attitudine del Corpo vivente del Cristo, che si sente chiamato ad attivarsi in ogni circostanza.
Risultato: donne e uomini mangeranno, rimarranno sazi, e avanzerà alimento per altri. Non tutti i convitati da Dio previsti sono ancora presenti.
Accordo inatteso: la questione dell’alimento si risolve a partire dall’interno delle persone, e grazie ai pochi pani portati con sé.
Non c’è risoluzione alcuna col verbo “moltiplicare”. Unica terapia è la convivenza dello «spezzare», «dare», «porgere» (vv.6-7). E tutti sono coinvolti.
A quel tempo la competitività e la mentalità di classe caratterizzava la società dell’impero - e iniziava a infiltrarsi già nella piccola comunità, appena agli inizi.
Come se il Signore e il Dio del tornaconto potessero convivere uno a fianco all’altro.
Nella Chiesa autentica è la comunione dei bisognosi che viceversa sale in cattedra.
Tale il senso dei gesti sacri.
Insomma, proprio le nostre ‘carenze’ ci rendono attenti, e Unici. Non vanno disprezzate, bensì assunte, poste nelle mani del Figlio e dinamizzate (v.6).
In tal guisa, i lontani in bilico nelle scelte, sono pienamente partecipi del banchetto messianico.
Quella Mensa urge in favore di altri che mancano, che ancora devono essere chiamati.
Per una sorta di ristabilimento dell’Unità originale.
La vita da salvati ‘viene’ a noi per Incorporazione.
[Sabato 5.a sett. T.O. 15 febbraio 2025]