Sollecitudini diverse, e l’Azione Umanizzante
(Lc 6,6-11)
Procurare il bene e sollevare la persona reale - così com’è, nella propria unicità - è l’unico valore assoluto; criterio di tutto il Vangelo.
Anche la Torah nel suo nucleo e senso voleva essere un mezzo importante della pedagogia umana, personale, religiosa - non il fine.
Le norme ci accompagnano ben volentieri, quando facilitano la strada per dialogare con il Signore in noi e nei fratelli. Ma la “lettera” è fredda e immotivata.
Avvenuto l’Incontro, la precedenza va data al Progetto di Dio, sollecito a realizzarci e farci fiorire; non alle procedure.
Infatti, le prescrizioni mettono tutti e sempre in allerta nei confronti del ‘bisogno diverso’.
Per questo, solidarietà e fraternità sono poste al di sopra di qualsiasi ossequio devoto e identitario, o necessità dottrinale, nonché osservanza esteriore del culto (se vissuto da automi).
Le stesse norme vanno comprese affinché conducano alla vita con e in Cristo - per la realizzazione e pienezza di essere.
Altrimenti la virtù scrupolosa di religione si converte in azione maligna e vizio di fede - che perde la totalità della persona [v.9 testo greco].
In tal guisa, nel giorno della sinagoga non si deve celebrare una restaurazione che timbri il cartellino.
Piuttosto, ci si raduna in assemblea per meglio restituire la donna e l’uomo alla loro dignità di esseri sublimi, da promuovere in modo illimitato.
Il sabato del Messia non è giorno delle parzialità di costume: è tempo di benessere recuperato - di Liberazione e Creazione, di promozione delle energie vitali, secondo il Disegno originario e pieno del Padre.
Infatti, nel luogo del rito abitudinario, dove vige la mentalità compassata, Gesù non va a pregare, bensì a insegnare e curare.
Neppure il paralizzato aveva chiesto guarigione - tanto gli sembrava normale stare lì in quel modo e non ricevere attenzioni, né alcuno stimolo; neanche il bene.
Nondimeno l’Amore è nucleo ed essenza della Legge: anche in giorno di precetto l’aiuto era pur consentito dalle stesse prescrizioni, in caso di necessità estrema o ripercussione sugli altri.
Gesù sta dicendo che sbloccare la persona che non riesce a fare nulla di buono [«mano destra arida»: v.6] è questione di vita o di morte, anche per tutta la comunità [guarire o «annientare»: v.9].
Osservare il giorno del Signore significa, anche per noi: potenziare le possibilità espressive dell’umanità e reintegrarla in un ‘ordine nuovo’.
Per adempiere il “precetto” redentivo, gli atteggiamenti devianti vanno per primi anch’essi assunti, e salvati - al pari di energie preparatorie di nuovi assetti.
Non possiamo permetterci ulteriori trascuratezze.
La crisi che investe tutti fa trapelare la differenza tra… contenuti inconsci e verità, fossilizzazioni ed energie nascoste; religiosità e Fede - discrimine della vita in Cristo e nello Spirito.
Nei suoi lati di limitazione e Completezza, legalismo o Liberazione, stasi e Rinascita, ritorno a “come sempre” o Rigenerazione, formalismo e Letizia [così via], oggi il discernimento si fa più acuto.
[Lunedì 23.a sett. T.O. 9 settembre 2024]