(Mt 14,13-21)
Gesù vuole che contributi, risorse e capacità facciano sinergia; porgersi in servizio e coalizzarsi per la vita delle moltitudini (vv.13-15.19).
Il gesto eucaristico - spezzare la vita - dice: cieli e terra nuovi non corrispondono al mondo in cui ciascuno si affretta a mietere per sé o la sua cerchia, onde accaparrarsi il massimo delle risorse.
Anche gli Apostoli - chiamati da Gesù e ancora rimasti a distanza di sicurezza da Lui - non sono i proprietari del Pane, bensì coloro che devono porgere nutrimento a tutti (v.16), per creare abbondanza dov’essa non c’è.
Devono condividere, non comandare. E, onde evitare impoverimenti e danni alla felicità, collocarsi in una logica di superamento.
Il Figlio riflette il disegno di Dio nella compassione per le folle bisognose di tutto. Tuttavia la sua soluzione non ci sorvola - semplicemente asciugando lacrime o cancellando le umiliazioni.
Invita a utilizzare ciò che abbiamo, sebbene possa apparire cosa ridicola. Ma insegna che spostando le energie si creano risultati prodigiosi.
Così rispondiamo in Cristo ai grandi problemi del mondo: recuperando la condizione dell’uomo ‘viator’ - essere di passaggio - e condividendo i beni.
La nostra reale nudità, le peripezie e l’esperienza dei molti fratelli, diversi, sono risorse da non valutare con diffidenza.
E il Signore non è d’accordo con l’idea che ciascuno s’arrangi (v.15).
Impone ai suoi che «le folle» (plurali) si sdraino in clima di abbondanza (v.19) come facevano i signori e le persone libere nei banchetti solenni.
Egli vuole e insiste che siano anzitutto i discepoli a servire (v.19), non altri schiavi.
E forse la cosa più sbalorditiva è che a nessuno dei presenti impone gesti preventivi di purificazione, com’era abitudine nella religiosità selettiva.
Prima del pasto essa postulava l’abluzione rituale: una cerimonia che sottolineasse un distacco sacrale fra puro e impuro.
Unico compito dei discepoli è quello di distribuire l’Alimento da sminuzzare, vagliare e assimilare personalmente, per edificare un nuovo mondo.
Per presentarci a cospetto di Dio, in religione abbiamo una lunga trafila di adempimenti da osservare, che talora ci normalizzano.
Nel cammino di Fede è l’Incontro gratuito col Signore che fa crescere e completa, rendendoci perfetti e puri senza condizioni.
In ciò, estraendo autentiche Perle; proprio dalle nostre eccentricità caratteriali - quelle che si distaccano dagli accordi millimetrici.
Il suo Regno? Tutti invitati e fratelli anche non concordi. Nessuno padrone o dominatore - anche se più svelto e capace a gestirsi.
L’Eucaristia resta così un Appello alla Convivialità reale [delle differenze così come sono] e Richiamo sempreverde a non accontentarsi di devozioni individuali o d’una spiritualità gemellabile ma vuota.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
In che modo il gesto eucaristico ti parla della Rivoluzione della Tenerezza, e della tua Chiamata per Nome attraverso la Chiesa?
[Lunedì 18.a sett. T.O. 5 agosto 2024]