(Mt 13,47-53)
«Tesoro» è il Vangelo, la Parola di Dio: un vero affare (v.44). «Perla» d’uomo è Gesù (vv.45-46).
«Regno» è il dono dell’assemblea viva - popolo senza meriti, dall’esito inatteso; sbocco dell’impegno per la ricerca del meglio.
La parabola della Rete sottolinea il Risultato del Regno di Dio, ossia il frutto educativo-operativo della comunità, ambito in cui Dio “regna”.
La Chiesa sognata dal Cristo è come una Rete che ci tira su alla luce, al respiro, all’esistere in pienezza.
Convivialità delle differenze che fa rinascere ciascuno e tutti, senza però trattenere il marcio e putrefatto [«guasto»: v.48 testo greco], ossia quello che non ha vita, né più la offre.
Non si tratta d’un banale giudizio moralistico o forense, fra buono e cattivo!
È la distinzione tra ciò che resta pieno e «bello» (in senso orientale) e ciò che - putrido - corrompe e degrada, lasciando fradiciume irreparabile.
Insomma: è nelle realtà fraterne che Dio ha un piede sulla terra.
Nella Comunione il Signore si fa Nido e Presenza reale. Alleato che anche nei momenti difficili ci lascia contattare energie rigenerative.
Amicizia e Sé eminente, Approdo e Istinto vocazionale che sebbene nascosto riempie il cammino, trasformandolo in Relazione; anche nei momenti fugaci e sommari.
Eccolo Vivente in noi, mentre fa sgorgare Gioia di vivere, perché colma la mentalità d’ognuno, e permette il dialogo e lo scambio dei doni che fanno trasalire di gioia.
In tal guisa, siamo noi l’intervento divino nell’esistenza ordinaria della gente, quando corrispondiamo e collaboriamo alla Sua azione creatrice-promotrice di essere abbondante e totale.
Nessuna esclusione o condanna: solo allegria, nel senso di pienezza d’onda vitale.
Su ogni figlio il Padre torna con cura. La sua opera non scarta a priori il “pezzo” malriuscito, ma solo ciò che non serve per la vita completa.
Ora il mondo è frammisto, e non ci si deve estraniare dal nostro tempo, eppure ciò non toglie ch’è bene si badi a quant’è eternamente umano.
Accogliamo le cose del nostro mondo, ma cerchiamo di andare oltre il contingente - per l’intensità, per l’amore: tutto il bello che c’è.
I credenti sono i responsabili della trasmissione della Fede (v.52). In tal guisa, essi fanno capire la saggezza del Regno, la differenza fra usanze e Chiamata personale.
Gli intimi del Signore invitano tutti a pazientare, affinché ciascuno possa avere il tempo della crescita, e le scelte siano ‘utili’. E belle (v.48).
Tutto quello che già abbiamo assimilato per educazione famigliare acquista così una dimensione amabile, profonda, intima, coinvolgente, creativa.
Ed insieme una finalità più ampia, però illuminata dal di dentro.
Per interiorizzare e vivere il messaggio:
L’esperienza di comunità ti è entrata dentro e ha arricchito l’idea di Dio?
[Giovedì 17.a sett. T.O. 1 agosto 2024]