(Mt 9,32-38)
Nei Vangeli i recuperi dalle malattie descrivono e manifestano un’esperienza di Fede.
Le prime forme comunitarie [qui in Mt, di Galilea e Siria] sono cresciute per attività instancabile di riscatto e reinserimento delle persone, persino dal punto di vista ideale.
In un mondo brutalmente competitivo, spietato e sconfortante, la vita di comunione in Cristo consentiva un recupero da qualsiasi situazione di avvilimento personale e abbandono sociale.
All’origine della Missione c’è sia la Compassione di Gesù che l’orazione del discepolo (affinché superi le delusioni, liberamente stabilisca se stesso su una buona disposizione, e non cerchi altro).
La Preghiera non convince il Padre, bensì trasforma il discepolo. Suscita le coscienze a percepire, accorgersi, ascoltare, accogliere, e smuoversi - in qualsiasi condizione esterna.
La Preghiera consente ai figli di rinascere dal cuore - nel piccolo, nel malfermo, nel bambino, nell’adolescente, nell’adulto, nella natura, nella storia, in se stessi, e in Dio.
In una situazione di collasso sociale e sfruttamento economico, persino la religione ufficiale inculcava l’idea che le benedizioni materiali fossero un segno di rango spirituale, e viceversa.
La coscienza della gente era soffocata anche dal sentimento di esclusione (e castigo per colpa) che accentuava la disistima.
La novità incredibile delle prime realtà fraterne di Fede si distaccava da ogni “gara”: emergeva la capacità di ristabilire concretamente le persone scoraggiate, e ritessere sia la qualità di vita che le relazioni.
Le guide ufficiali, disinteressate alla vita reale della gente, difendevano con malizia le loro posizioni e tentavano di esorcizzare l’ammirazione del popolo nei confronti degli amici di Gesù - con le solite fandonie sul male.
Ecco scaturire la Preghiera, che veniva rivolta al Padre affinché aiutasse tutti i figli nella loro opera irradiante, di sostegno, per la nascita di una nuova e urgente consapevolezza vitale, e di legami - per bontà verso i bisognosi.
La pedagogia di Dio si trasmette nell’ascolto disponibile, nell’orazione contemplativa, eppure non è astratta.
L’idea e l’opera della Fede si distaccano dal mondo della spiritualità sofisticata, o vuota, omologante.
È quella del lievito che fermenta la massa: salva gli uomini per mezzo di uomini - a partire dallo sguardo dell’anima [lucida, che vince l’affanno].
Per una sapiente ricomposizione dell’essere, il Maestro invita proprio alla Preghiera (v.38) - prima forma d’impegno dei discepoli.
L’accesso a diverse sintonie nello Spirito c’insegna a stimolare lo sguardo dell’anima, a valorizzare e capire tutto e tutti.
Insomma, ci si riconosce e si diventa non ignari delle cose attraverso la Preghiera-presentimento, unitiva.
La Missione cresce a partire da una dimensione piccola ma sconfinata - quella della percezione intima, che si accorge delle necessità e del Mistero d’una Presenza favorevole.
Nuove configurazioni in spirito: scoperte appieno solo nell’orazione profonda (v.38). Incarnata.
[Martedì 14.a sett. T.O. 9 luglio 2024]