Nov 3, 2024 Scritto da 

«In mezzo»: Stile Famiglia

La Venuta del Regno non sopra né davanti

(Lc 17,20-25)

 

Il tema della venuta del Figlio dell’uomo è precristiano, e tutti i dati del testo compaiono già nell’apocalittica giudaica. Ma in essa l’Eterno verrà e si farà vedere alla fine del tempo.

Allora come oggi, secondo i leaders della religiosità popolare il Regno si sarebbe instaurato dopo che tutto il popolo fosse giunto alla perfetta osservanza della Legge e delle tradizioni.

Come ricompensa per la nostra obbedienza, Dio avrebbe concesso la venuta del Messia, e il suo popolo lo avrebbe accolto [sceso dai pinnacoli o dalle nubi] in modo solenne, come si fa con un principe.

Ma nei Vangeli il termine Regno di Dio designa l'ambito in cui il Padre “regna”, ossia la comunità dei credenti - dove il futuro del Signore sulla terra già irrompe nella logica e potenza attiva della Pasqua.

In essa una Provvidenza creatrice e rigenerante interviene senza posa, nelle Persone e nella virtù qualitativa del suo Popolo.

Attraverso la Chiesa autentica semper conformanda, la vita si apre alla sua Azione - e la nostra vicenda si trasforma in modo radicale.

Ciò si compie, sia per l’Amicizia in noi, che gettando Speranza. Linfa e Sogno divinizzante, che attiva nuove configurazioni.

Infatti il Padre non governa i figli emanando disposizioni come farebbe un sovrano, ma trasmettendo la sua stessa Vita di qualità indistruttibile. 

Perciò non chiede obbedienza - come un re - bensì somiglianza.

È il Dono, e il saper leggere dentro le cose, poi la nostra qualità e impegno relazionale, che realizzano o decelerano l’instaurarsi di un mondo nuovo, continuamente ritemprato.

Nulla a che fare coi pronostici (v.20): è in campo la sapienza inattesa del Dono, e il “potere” all’incontrario di Dio. Non di forza, non aggressivo.

Egli stesso si colloca non davanti o sopra, ma «in mezzo». Nulla di perentorio, straripante, gigantesco.

Così i suoi che lo rappresentano genuinamente.

 

Il Padre non è un capofila; figuriamoci se la sua Assemblea può permettersi di legittimare atteggiamenti esclusivisti.

Questi ultimi si rintracciano purtroppo in situazioni piramidali; in scelte insulse di alcuni dirigenti, che per sentirsi “qualcuno” destinano altri a stare sempre dietro o sotto [soprattutto quelli che non li riveriscono].

Dio è viceversa equidistante da tutti, questo il criterio di valutazione - unico attributo sovreminente, imperativo delle vere guide, le più schiette e trasparenti.

Stile Famiglia.

Insomma, il “Cielo” non dispone che qualche eletto sia abilitato a collocarsi comunque vicino e sopra - altri destinati alle retrovie, scartati perché meno utili agli obbiettivi.

Non c’è chi dica di rappresentarlo e possa farsi “grande”, sempre in posizione dominante. Comunque alto - e tu piccolo, sempre sotto.

Al contrario. «In mezzo»: per illuminare tutte le circostanze.

Per coabitare con le donne e gli uomini, come una sposa; onde preparare e attecchire nei cuori in modo amabile, intimo, convincente.

L’avvento del suo Regno non potremo ammirarlo come fosse uno show di professionisti - spettacolo di vecchi o nuovi eletti al potere, sostenuti da portaborse (e altrettanti manichini di cartapesta, anch’essi a scalare).

La Presenza delle Fraternità nel mondo è tessuta di vita reale, non di ruoli o vaghe narrazioni, rappresentazioni sofisticate o illusioni.

Così la Chiesa non sarà un’anonima e ostile società [più o meno invocata] di sacre autocelebrazioni. Né di opere meritorie, o di forza - forse per alcuni, di profitto.

Neppure, agenzia turbo-efficiente, che trae con astuzia il maggior “rendimento”.

La Comunità che Viene non dovrebbe appartenere alla fattispecie mondana, bensì sfuggire ogni prevedibilità e limitazione. 

Il Regno alternativo è di condizione umana, eppure… Forma che non accetta la finitudine come unica sorte, né si adatta alla nostra piccina misura di determinatezze e rassicurazioni.

 

Il Regno in Persona Christi traluce una Energia lucida e sognante, vicina e proiettiva, la quale non impone se stessa: anima l’intero afflato di creature che si mettono in gioco.

Fuori dai suoi circuiti ordinari, il Signore non chiede nessuna manifestazione gloriosa di ricchi paraventi, orizzonti arcaici o viceversa disincarnati; né intolleranze, disparità, distacchi.

«Il Regno di Dio non viene in modo che si possa osservare, né si dirà: Ecco qui o là» [vv.20b-21a, testo greco].

Non si tratta di fine del mondo, ma di fine di un certo tipo di modello di umanità riuscita.

E l’opportunità per rovesciare le concatenazioni [antiche o alla moda] si presenta da un momento all’altro; guizza immediata (v.24).

«Perché come la folgore, folgoreggiando da un capo del cielo risplende fino all’altro capo del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo [nel suo giorno]».

 

Gesù è l’autentico, repentino Sogno di Giacobbe, che preludeva a una vasta discendenza; ulteriormente dispiegata (Gen 28,10-22) e divenuto realtà.

Ma nessuno si sarebbe atteso che il Messia potesse identificarsi col «Figlio dell’uomo» (vv.22.24), Colui che crea abbondanza dov’essa non c’è - e prima non sembrava lecito potesse espandersi.

Il nuovo legame fra Dio e gli esseri umani è nel Fratello che si fa “parente prossimo”, che crea un’atmosfera di umanizzazione dai contorni ampi - affatto discriminanti.

«Figlio dell’uomo» è colui che avendo raggiunto il massimo della pienezza umana, giunge a riflettere la condizione divina e la irradia in modo diffuso - non selettivo come ci si aspettava.

“Figlio riuscito”: la Persona dal passo definitivo, che in noi aspira alla pienezza più dilatata nelle vicende e relazioni, a una caratura indistruttibile dentro ciascuno che accosta [e incontra contrassegni divini].

È crescita e umanizzazione del popolo: lo sviluppo tranquillo, vero e pieno del progetto divino sull’umanità.

«Figlio dell’uomo» non è dunque un titolo religioso, riposto, cauto, controllato e riservato, ma un’occasione per tutti coloro che danno adesione alla proposta del Signore, e reinterpretano la vita in modo creativo personale.

Essi superano i fermi e propri confini sommari, facendo spazio al Dono; accogliendo dalla Grazia pienezza di essere e di carattere, nei suoi nuovi irripetibili binari.

E noi particolarmente precari, sentendoci totalmente e immeritatamente amati, scopriamo altre sfaccettature... cambiamo il modo di stare con noi stessi, e di leggere la storia.

Pertanto, possiamo crescere, realizzarci, fiorire, irradiare la completezza ricevuta - senza più chiusure.

Senza più supremazie unilaterali.

 

Eccoci in Cristo: da Figlio di Davide [il capo militare assolutamente vittorioso, che avrebbe imposto la Legge e sottomesso le altre nazioni] a «Figlio dell’uomo».

Come ha dichiarato il card. Bassetti a commento dell’enciclica Fratelli Tutti, anche quello più recente del Magistero è un appello ad «accorciare le distanze e non erigere muri».

Tutto ciò mette i fedeli a contatto con la natura interna del Regno. E in tal guisa ne conoscono la saggezza, l’azione nascosta - che estrae fecondità dai lati caotici.

Da altre vene, anche dissidenti, eppure fluenti di Spirito.

Altrimenti può anche sembrare che Dio perda il controllo della storia.

E noi, scoraggiati, metterci su un lato della strada, ad osservare intimiditi, forse arresi; sperando l’arrivo di altre cose, esterne.

Invece, tappa dopo tappa il suo progetto di umanizzazione si realizza - qui - in tutti coloro che accolgono la proposta di accentuare la propria vita, donando se stessi.

 

Nessun Dominio.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Come incarni la profezia del Messia che viene senza posa? Corrispondi personalmente o corri dietro eventi eclatanti?

Quali ritieni siano le strade sbagliate o le fantasie di fine del mondo che mortificano la vita del Regno?

20
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Today, as yesterday, the Church needs you and turns to you. The Church tells you with our voice: don’t let such a fruitful alliance break! Do not refuse to put your talents at the service of divine truth! Do not close your spirit to the breath of the Holy Spirit! (Pope Paul VI)
Oggi come ieri la Chiesa ha bisogno di voi e si rivolge a voi. Essa vi dice con la nostra voce: non lasciate che si rompa un’alleanza tanto feconda! Non rifiutate di mettere il vostro talento al servizio della verità divina! Non chiudete il vostro spirito al soffio dello Spirito Santo! (Papa Paolo VI)
Sometimes we try to correct or convert a sinner by scolding him, by pointing out his mistakes and wrongful behaviour. Jesus’ attitude toward Zacchaeus shows us another way: that of showing those who err their value, the value that God continues to see in spite of everything (Pope Francis)
A volte noi cerchiamo di correggere o convertire un peccatore rimproverandolo, rinfacciandogli i suoi sbagli e il suo comportamento ingiusto. L’atteggiamento di Gesù con Zaccheo ci indica un’altra strada: quella di mostrare a chi sbaglia il suo valore, quel valore che continua a vedere malgrado tutto (Papa Francesco)
Deus dilexit mundum! God observes the depths of the human heart, which, even under the surface of sin and disorder, still possesses a wonderful richness of love; Jesus with his gaze draws it out, makes it overflow from the oppressed soul. To Jesus, therefore, nothing escapes of what is in men, of their total reality, in which good and evil are (Pope Paul VI)
Deus dilexit mundum! Iddio osserva le profondità del cuore umano, che, anche sotto la superficie del peccato e del disordine, possiede ancora una ricchezza meravigliosa di amore; Gesù col suo sguardo la trae fuori, la fa straripare dall’anima oppressa. A Gesù, dunque, nulla sfugge di quanto è negli uomini, della loro totale realtà, in cui sono il bene e il male (Papa Paolo VI)
People dragged by chaotic thrusts can also be wrong, but the man of Faith perceives external turmoil as opportunities
Un popolo trascinato da spinte caotiche può anche sbagliare, ma l’uomo di Fede percepisce gli scompigli esterni quali opportunità
O Lord, let my faith be full, without reservations, and let penetrate into my thought, in my way of judging divine things and human things (Pope Paul VI)
O Signore, fa’ che la mia fede sia piena, senza riserve, e che essa penetri nel mio pensiero, nel mio modo di giudicare le cose divine e le cose umane (Papa Paolo VI)
«Whoever tries to preserve his life will lose it; but he who loses will keep it alive» (Lk 17:33)
«Chi cercherà di conservare la sua vita, la perderà; ma chi perderà, la manterrà vivente» (Lc 17,33)
«E perciò, si afferma, a buon diritto, che egli [s. Francesco d’Assisi] viene simboleggiato nella figura dell’angelo che sale dall’oriente e porta in sé il sigillo del Dio vivo» (FF 1022)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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