Mag 17, 2024 Scritto da 

La Brocca d’oro, il Fiume della Vita, la coscienza della plebe

Gv 7,37-39 (37-53)

 

La Brocca d’oro e il Fiume della Vita

(Gv 7,37-39)

 

Durante la Festa delle Capanne - in occasione della raccolta dei frutti - i sacerdoti compivano il rito dell’acqua, portandola in una brocca d’oro dalla piscina di Siloè [«Inviato»] al Tempio (dove veniva versata per chiedere la pioggia d’autunno).

Il rito è personalizzato da Gesù, che invita le folle ad abbeverarsi alla Sapienza: chi lo accoglie avrà in sé una sorgente di vita, espressione dell’oro divino che viene elargito a tutti i suoi intimi - abilitati a rinnovare ogni cosa.

Invito a venire a Cristo e dissetarsi di Lui, e Promessa dello stesso Spirito divino per chi si abbevera alla sua Persona. Qui il Signore sostituisce la Torah.

A dire: non possiamo esistere completamente senza che l'umanità si disseti alla Bevanda che procura pienezza di essere.

Il Signore corrisponde a quanto cerchiamo, e lo supera, facendo di ciascuno un santuario che irriga.

Fonte personale, abbondantissima e portatrice di correnti vitali - persino nei deserti, per trasformarli in giardino.

Pentecoste è in Cristo un momento ultimo e sorgivo. Fuoco e Onda.

 

A differenza di At 2, per narrare la manifestazione viva di Dio nei credenti il Maestro non usa l’immaginario impressionante dei fenomeni naturali del Primo Testamento [tuoni, terremoti, uragani, fulmini, fuoco].

Onde raffigurare l’effusione dello Spirito, la caduta delle barriere e il progetto di una nuova Sapienza, Gesù adopera l’immagine quieta di un’Acqua che dev’essere assorbita, che fa crescere e - nel tempo - produce vita.

Il cammino di Rivelazione e Alleanza nello Spirito si rivela progressivo - sino a Lui, in cui trova il suo apice.

Coronamento che si trasfonde nel popolo rigenerato: esso da pavido diviene annunciatore e pioniere.

La nuova Creazione, i nuovi padri e madri espressione della sua vittoria sulla morte, non nascono dalla polvere, bensì dallo stesso «sangue misto ad acqua» del Cristo «innalzato».

Flusso che ora trascorre nei suoi - per farvi germogliare vita, in modo da provvedere e rallegrare il percorso altrui.

Nel rapporto di apertura fra Dio e l’uomo (che per grazia dà il suo contributo al progetto esuberante del Cielo) anche l’intera creazione si fa partecipe del Patto di Comunione.

 

Dopo una prima Alleanza cosmica e di pace con Noè, ecco quella personale con Abramo - in vista delle «moltitudini».

Il progetto di interiorizzazione e appello personale era già spostato verso l’umanità, ma con Mosè diventa energia, disegno di Liberazione.

In Cristo il popolo eletto e santo depone ogni privilegio: si rende autentico nel recupero dei lati opposti, e universale.

“Israele” passa dal comune sentimento religioso e dal miglioramento delle consapevolezze sulla storia vissuta a fianco dell’Eterno, alla profondità del suo Cuore - sino al nostro: ossia alla reinterpretazione e avventura inedita; propriamente, di Fede.

Dai Profeti a Cristo, l’Alleanza si fa globale.

Sotto Azione improvvisa o cadenzata dello Spirito, ‘Acqua’ che travalica e deborda, ma se assimilata fa crescere - tutto e anche la difformità diventa moto verso l'Unità: persino il caos attiva le nuove coesioni.

Il Patto antico dilata ben oltre i confini.

I suoi cerchi diventano sempre più ampi - senza per questo far temere che gli accadimenti possano fuggire di mano a Dio - nei momenti della quiete e delle pause, o perfino nei rivolgimenti senza posa.

 

L’acqua che i condottieri o i profeti del Primo Testamento avevano visto sgorgare da rocce o rupi spaccate, diventa Vivente - senza più corruzioni.

 

 

Come parla quest’uomo: il primato della coscienza della plebe

(Gv 7,40-53)

 

Nel passo di Vangelo le autorità religiose giudicano tutti con disprezzo.

Chi si è sempre immaginato maestro non sarà disposto a farsi discepolo di una Rivelazione sovversiva.

Novità impensabile, e non datata, che osa sgretolare piedistalli e legalismi.

Mentre l’élite scarica Cristo, persino la gendarmeria comandata a perpetuare e sorvegliare la sicurezza del mondo antico viene sbalordita dalla forza della nuova Parola-Persona.

Il Signore sostituisce la Torah:

«Ora nell’ultimo giorno, il grande della festa, Gesù stava ritto e gridò dicendo: Se qualcuno ha sete, venga a me e beva, colui che crede in me. Come ha detto la Scrittura: dal suo ventre scaturiranno fiumi di Acqua vivente» (vv.37-38).

Chi viene in contatto con il nuovo Tempio è guidato dall’intima radice che ha in grembo, e vuole riconoscerla in sé.

Nonché dare vita, promuoverla; amare, rallegrare la vita stessa.

Diventa egli stesso un Santuario gorgogliante, che inizia a pensare e agire in coscienza - a partire dal proprio nocciolo (forse soffocato, ma indistruttibile).

Una lezione di pensiero dal basso, data ai “superiori”.

Esempio che rivaluta il giudizio teologico dell’empia plebe (v.49).

Ed è curioso che la disubbidienza che salva dal sequestro il Cristo presente nei suoi fedeli abbia origine dalla mancanza di conoscenza minuta della Legge.

 

C’è gran confusione di opinioni riguardo a Gesù, in mezzo alla gente. 

Per le sette che hanno instaurato la tirannia delle norme fa difficoltà la sua origine imprevista, non misterica né travolgente - inaccettabile per il pensiero tarato.

Qualcuno lo ritiene figlio di Davide, altri un Profeta; un ingannatore o un uomo buono (v.12) ovvero qualcuno che non ha gli studi (v.15).

Il punto è che Egli non viene a imporre di nuovo la disciplina vetusta, né a rabberciarne i costumi.

Neppure a purificare il Tempio, rinnovandone la pratica propiziatoria. 

Cristo lo soppianta con l’adesso della realtà che rivela un inconcepibile Volto di Dio, che si coglie e dilata anche dal di dentro di ciascuno di noi.

Non è affatto la tranquilla riconferma delle solite cose.

La Tradizione (scritta e orale) vanta argomenti radicati, ma la sua fama provoca confusione e confronto duro tra tifoserie opposte, [anche oggi] alla moda o meno.

In tutto ciò non si trova mai nulla di eccezionale.

 

Fondamentale è capire che non abbiamo più bisogno di mandanti.

Il discrimine è la Persona, nell’unicità della sua Vocazione; non il punto di vista corrispondente a una grandezza o una mania.

È nel Figlio inatteso che giunge il presente e il futuro - non in un codice d’idee che possa riassumere gli spunti del “successo” e imbelletti il già trascorso.

 

Dice il Tao Tê Ching (ii): «Il santo attua l’insegnamento non detto». Commenta il maestro Wang Pi: «La spontaneità gli basta. Se governa corrompe».

Nell’intimo di ciascuno dimora una naturalezza che insegna, anche ai maestri della legge.

La spontaneità non ci porterà alla debole difesa di Gesù fatta da Nicodemo (vv.51-53) che per salvare la situazione si appoggia su un’altra legge, ovvia del resto.

Quando si smette di voler essere solo dipendenti - come chi è “chiamato” ad arrestare il nuovo che si affaccia - arriva lo stupore, la vertigine di Dio; differenti interessi.

Il Cristo-icona di Gv 7 vuole sviluppare in noi l’immagine e il talento innato del maestro di spirito che semplicemente attinge dall’esperienza personale del Padre, di sé e della realtà.

Non dobbiamo aspettarci che le risposte arrivino sempre da qualcuno fuori, valutato più esperto - cui invece siamo noi a dover insegnare il nuovo che viene per salvarci.

La Vocazione per Nome è affidata al Rabbi sconosciuto che ci abita già - e vuole affiorare, esprimendo il divino inconscio già presente.

 

L’Oro indispensabile, senza pesi mentali indotti: solo in coscienza e carattere.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

Mi sento in grado di ricevere il messaggio della Vita, o sono ancora inceppato nel meccanismo degli omologati che si turano occhi e orecchi?

Rimango sensibile al richiamo del Signore persino nei dettagli di una vita senza gloria o sotto inchiesta?

44
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.