Ago 9, 2024 Scritto da 

Mistica della Carne e Sangue

Nessuna marcia trionfale: frammenti, per conciliare

(Gv 6,51-58)

 

Il tema eucaristico veicola un messaggio fondamentale, sulla qualità di Vita dell’Eterno che possiamo sperimentare già qui e ora.

La Vita dell’Eterno non è effetto del “credere” esterno in Gesù. Convinzione che ci fermerebbe, e perderebbe il ‘contatto’.

Invece essa si fa reciproca, evolve, ci recupera, come in una energia naturale.

Ecco il crudo Alimento, e Bevanda: ‘masticarlo’ e ‘frantumarlo’, ‘berlo’ e ‘tracannarlo’ persino [verbi usati nel testo greco].

Assimilazione totale, che si converte in un vissuto - Dono da Persona a persona.

Il Cibo di cui nutrirsi non è un sigillo; piuttosto, un moto perenne e convocatore.

Non una dottrina logica, compassata e consenziente, bensì Parola-evento che coinvolge appieno.

E la sua vicenda - con tutti i risvolti di persecuzione subita, e asprezza, nonché attività di denuncia.

[È un aspetto che va in sintonia con la cosiddetta preghiera ispirata «nel Nome di Gesù» ossia un’orazione intrisa del portato e carico drammatico della sua vicenda storica; che non ci spiritualizza né anestetizza affatto, perché contrappone i testimoni critici alle situazioni installate].

Per questo motivo, ecco la Persona del Cristo - nella sua vera e piena realtà umana, offerta e rotta; nel suo insegnamento autentico e vicenda di agnello pasquale.

Fra lupi che lo hanno triturato.

È il brusco tramite, per il quale è data e conservata la Vita dell’Eterno.

In tal senso l’Eucaristia accolta nella nuda Fede è Presenza reale (non simbolica) del Risorto.

La durezza del vocabolario usato - poco intimista - graffia la vita dei credenti con effetti concreti in prima persona, non automatici né magici.

La Fede mette in rilievo la nuzialità paradigmatica «Vuoi unire la tua vita alla mia?»: è luogo privilegiato - di cui ci nutriamo e abbeveriamo anche nelle sue stesse asprezze, per esplicarlo.

È Corrente di vita dal Padre attraverso il Figlio, assimilato in noi: non la devozione.

«Avere la Vita» è stare uniti a Gesù - ma non in modo dolciastro, sentimentale, o abbacinante.

Siamo fecondati e mandati, fatti Uno col «Figlio dell’uomo» [la misura divina per ciascuno di noi] nell’Alleanza degli accadimenti.

Relazione, motivo, veicolo, movimento unificatore, anticipazione, che dispiegano la Comunione tra Padre e Figlio - senza immobilità e soste.

Il Patto di un nuovo regno è vita in Dio: carica che non si esaurisce, e c’introduce nella gloria paradossale e piagata della comunità dei figli.

L’Eucaristia è punto di riferimento della Chiesa, talora dispersa nelle ipnosi di eventi esteriori.

Assemblea che riconosce se stessa; definisce cos’è chiamata a essere. E non deve trovare altrove i suoi vincoli perenni.

 

Alcuni passi di Gv sono una interessante testimonianza storica della catechesi di fine primo secolo nelle comunità dell’Asia Minore.

Fraternità alla ricerca di motivazioni ancestrali, delle energie più antiche, che si ergessero sui turbini della persecuzione e non alterassero la coscienza in Cristo.

L’istruzione era configurata a brevi domande e risposte, formulate per accogliere pagani, arginare defezioni, approfondire tematiche.

Argomenti e spinte che distinguessero la Fede viva da una religiosità del passato e dai suoi schemi perfezionisti o commemorativi.

Stilemi che era opportuno deporre, per saziare la fame e sete di pienezza - conquistando libertà, letizia, nonché un essere più completo, totale, indistruttibile.

Con crudezza polemica, Gesù insiste a proporsi come Agnello della vera Pasqua.

Agnello che rudemente pestato, trinciato, ridotto in briciole, acciaccato, sminuzzato, e assorbito totalmente, potesse liberare dalle schiavitù, e regalare la gioia dell’estasi.

In tal guisa, introducendo i suoi in traiettorie spigolose, ma vere - infine riannodate, sia per attivare la realizzazione autentica delle singole persone, che per qualità di coesistenza.

La sua proposta passava attraverso una impertinente trasgressione del purismo, del legalismo, e della cultura intimista, devota in genere.

In quell’ambito si proibiva in assoluto di assumere sangue, considerato sede della vita.

Fare propria la vicenda del Cristo totale - così discosto dal pensiero controllato - era marcare contestazione.

Era rifiuto dei simboli, delle norme, di abitudini o mode. Non ci sarebbe stata alternativa, né compromesso non offensivo.

Non solo: bisognava anche cambiare testa a coloro che immaginavano di potersi accodare con tornaconto (individuale o di gruppo) all’idea arcaica di Messia potente, vincitore, e garante.

Magari adeguabile, flessibile; a disposizione per ogni genere di alleanza Gesù-Impero, che già incantava qualcuno.

Insomma, altre “manne” o dipendenze affettive esterne, stemperate, centrate sui condizionamenti, non potevano essere neanche pallide figure dell’Alimento Vivente.

 

La Comunione di vita con la Persona concreta del Signore è solo quella del Figlio con il Padre.

Coltivandola, la sogniamo e la teniamo lì, insieme alle nostre vicende - affinché esse si nutrano di quel medesimo Spirito.

Lasciando evolvere le motivazioni e il mondo d’immagini legato alla Cena del Signore, ci lasciamo condurre dal Segno efficace.

Esso guiderà e addirittura porterà proprio là dove dobbiamo andare.

Arrendendosi a tale memoriale che dona intimo impulso, succederà qualcosa - affinché l'anima scenda in campo.

Aspettando di essere pronti, impareremo a capire la fecondità e sapienza del Dono-e-Risposta spezzata che incessantemente partorisce altre tappe, ancora attivando differenti risorse, forse sconosciute.

Qui è il Giudizio del Crocifisso piagato che sparge ‘vita’ autentica anche inclemente; senza mirabili sintonie dattorno.

Ciò prendendo la nostra carne e sangue [coinvolge persino il corpo e gli umori] che a Lui assimila gli scartati, i fuori dal giro di troni terreni, e cordate opportuniste.

Cosa urtante per la mentalità volgare esterna. Mondo di convinzioni che alza difese e cerca l’approvazione, il riconoscimento, le conquiste; miraggi di successo, cose che tutti vogliono.

Diminuzione che non attira consenso entusiasta, bensì ripugna alle normali attese dei soliti cori di gloria - delle sinfonie di acclamazione per il successo vorticoso e disponibile, ma attenuante.

 

Carne e Sangue: gettati nei solchi della storia.

Coinvolti senza smorzare lo Spirito; in modo personale e intimo. Corpo Unico, assimilato a Lui e alla sua vicenda.

Primizie di nessuna marcia trionfale: anche noi divenuti alimento, briciole e frammenti, per conciliare.

Altrimenti il tempo delle Promesse non può compiersi.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Quale comprensione dimostri assumendo l’Alimento e la Bevanda della Vita? Tutto tranquillo?

Come ritieni opportuno coniugare e approfondire la Fede nella Presenza reale del Risorto con l’asprezza della vita?

37
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Simon, a Pharisee and rich 'notable' of the city, holds a banquet in his house in honour of Jesus. Unexpectedly from the back of the room enters a guest who was neither invited nor expected […] (Pope Benedict)
Simone, fariseo e ricco “notabile” della città, tiene in casa sua un banchetto in onore di Gesù. Inaspettatamente dal fondo della sala entra un’ospite non invitata né prevista […] (Papa Benedetto)
God excludes no one […] God does not let himself be conditioned by our human prejudices (Pope Benedict)
Dio non esclude nessuno […] Dio non si lascia condizionare dai nostri pregiudizi (Papa Benedetto)
Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi, ma anche a livello delle più vaste collettività: nazioni contro nazioni, e blocchi di paesi contrapposti, in un'affannosa ricerca di egemonia [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
But the words of Jesus may seem strange. It is strange that Jesus exalts those whom the world generally regards as weak. He says to them, “Blessed are you who seem to be losers, because you are the true winners: the kingdom of heaven is yours!” Spoken by him who is “gentle and humble in heart”, these words present a challenge (Pope John Paul II)
È strano che Gesù esalti coloro che il mondo considera in generale dei deboli. Dice loro: “Beati voi che sembrate perdenti, perché siete i veri vincitori: vostro è il Regno dei Cieli!”. Dette da lui che è “mite e umile di cuore”, queste parole  lanciano una sfida (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.