Ago 7, 2024 Scritto da 

Correzione fraterna e Preghiera Comune, ovunque

In mezzo ai riconciliati: il cambiamento di rotta e di sorte nel Regno

(Mt 18,15-20)

 

«Il verbo che l'evangelista usa per "si accorderanno" è synphōnēsōsin: c'è il riferimento ad una "sinfonia" dei cuori» [papa Benedetto, Vespri a conclusione della Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani, 25 gennaio 2006].

Questa nuova energia plasmabile ha una misteriosa presa sul cuore della realtà - che sempre è più forte di noi; svolge la trama e propone, ma qui viceversa ci accoglie.

Ovvero ci disturba con un disagio… che però è già la terapia. Perché ogni lacrima guida verso gli strati profondi del nostro essere primordiale, del nostro seme e del suo mondo di relazioni proprie.

E allora l’anima si scioglie, diventa meno tortuosa, segue un’indicazione che non pensava; ritrova la strada inebriante delle sintonie profonde, abbandona il sentiero scadente.

Predilige la Via che le corrisponde, più delle identificazioni: tutti gli idoli che prima avevano il sopravvento, i quali - malgrado le apparenze - battagliavano con la nostra destinazione essenziale.

- Senza fuggire da se stessi, ma solo dalle convenzioni esterne, Insieme si può passare dall’unilateralità alla completezza, dalla banalità alla pienezza; al motivo per cui siamo al mondo; al destino dell’essere che siamo.

Forse non riuscivamo prima a percepirlo, perché l’occhio rimbalzava tra le pareti della solita domesticazione.

E il pensiero effimero, assuefatto, non distruggeva l’idea [senza percezione] di noi stessi; idea senz’ascolto, che non svaniva.

 

La correzione fraterna ci stringe alla gola, ma è quell’amarezza che riporta l’essenziale; è quell’ansia (se accolta) che ci cura davvero.

 

Dopo la distruzione di Gerusalemme si andava facendo crescente la contrapposizione fra mondo della sinagoga e nuove fraternità in Cristo.

I convertiti al Signore Gesù delle comunità giudaizzanti di Galilea e Siria vivevano un momento di grande tensione, anche all’interno delle famiglie di provenienza.

Nel contempo, stava iniziando l’afflusso di pagani, che via via accentuavano il distacco col giudaismo - sia nel confronto esterno, tra sinagoga ed ‘ecclesìa’, che nel dibattito interno alle piccole assemblee.

Non era affatto semplice ricostruire i rapporti e porre in dialogo persone di estrazione differente, con un bagaglio culturale segnato dall’adesione a forme di religiosità arcaica; devozione che rendeva ostinati in tutto.

Ma il Risorto vede lontano.

Nello spirito di Fede che soppianta le grettezze delle convinzioni impulsive o idolatriche, Mt cerca di sostenere la convivialità delle differenze nelle sue comunità.

L’evangelista lo fa ponendo l’accento sulla riconciliazione, e la giusta posizione di coloro che desideravano farsi segno vivo della Presenza del Signore.

Alle soglie delle minuscole chiese i nuovi spesso non riuscivano a trovare una serena accoglienza; piuttosto dovevano subire esami e trafile da parte di veterani malfidi, e vivere in clima di sospetto.

I primi della classe, sempre puntigliosi a difesa delle loro credenze e posizioni di spicco, sentivano la presenza di alcuni fratelli di fede (più liberi di loro) come un ingombro e un peso.

Molti pagani inizialmente fiduciosi e motivati da aspettative di candore si stavano anche allontanando, indispettiti dal clima diffidente dei rigoristi. Legalisti che di fatto tendevano a riprodurre la medesima atmosfera competitiva delle religioni antiche.

Altre defezioni erano motivate anche dal sorgere di zone d’ombra e scandali interni.

Alcuni forse approfittavano della gestione dei beni, o malgrado la conversione formale rimanevano egoisti e trattenevano il proprio - usurpando la dignità dei minimi e deturpando l’atmosfera di cordialità.

Quasi tutti costoro [gli stessi che volevano mettere i nuovi o gli erranti alle strette] sgomitavano per le precedenze, creando un clima di risentimento che accentuava gli attriti e attenuava la Fede, sino poi storicamente a rovinarla.

 

Mt suggerisce il dialogo, che tenta di capire i motivi dell’altro.

In effetti, nelle prime realtà giudeo cristiane il clima era forse eccessivamente scrupoloso. [In seguito la scomunica è diventata anche un’arma...].

Quindi era previsto pure il distacco dalla comunità, ma permaneva la consapevolezza che il peccatore non era comunque un separato da Dio, anche ‘fuori’ della chiesa particolare: «Dove sono due o tre riuniti nel mio Nome...» (v.20).

È il centro della nuova concezione pedagogica - non più “religiosa” e di massa, ma di Fede viva e personale.

L’espressione «nel mio Nome» sta a indicare che Gesù stesso ha avuto il suo bel daffare coi giudicanti del suo tempo.

Tutto reale. Anche una esclusione può unire a Lui e farlo rivivere concretamente, altroché.

Se il Cristo vero - non vago - resta il perno della fraternità, il Padre concederà il ritorno del fratello che si è escluso.

Ovviamente, ciò può avvenire solo se l’allontanato sperimenta che per primi i responsabili di comunità cercano il confronto umano - non fare i principini, anzi ricalcare la stessa posizione del Maestro: «in mezzo».

Equidistanti da tutti, e ogni tanto con un bel ricambio di mansioni - evento previsto dal nuovo diritto canonico, ma totalmente disatteso sul territorio - perché ancora solo dei prescelti possono di fatto mettere il naso nelle cose che contano, e mani e piedi nei ruoli di spicco.

Chi ancora oggi ci fa vedere Gesù vivo non sta al di “sopra” degli altri; non si fa capofila, né si colloca “davanti” [in modo che qualcuno sia vicino e altri sempre lontani].

Gente fra la gente. Siamo chiamati a ritrovare la saldatura tra onore a Dio e amore per le sorelle e i fratelli - non solo di fede conforme.

L’amore chiama amore, il perdono attira spontaneamente perdono - non per sforzo, non per buone maniere o dovere, bensì come canale per far entrare nel mondo nuove energie preparatorie e colpi di scena.

 

Fragrante segno della Chiesa è il rovesciamento dei ruoli e delle sorti. L’alternativa “vittoria-o-sconfitta” è falsa: bisogna uscirne.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

Cosa convince le persone a perdonare o fare correzione fraterna, forse l’esempio di gratuità e il modo di collocarsi dei responsabili di chiesa? 

Fra loro si correggono amabilmente o c’è invidia e attrito?

Nella tua comunità chi dice di rappresentare Cristo è in mezzo o sempre capofila e capotavola?

47 Ultima modifica il Mercoledì, 07 Agosto 2024 13:31
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi, ma anche a livello delle più vaste collettività: nazioni contro nazioni, e blocchi di paesi contrapposti, in un'affannosa ricerca di egemonia [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
But the words of Jesus may seem strange. It is strange that Jesus exalts those whom the world generally regards as weak. He says to them, “Blessed are you who seem to be losers, because you are the true winners: the kingdom of heaven is yours!” Spoken by him who is “gentle and humble in heart”, these words present a challenge (Pope John Paul II)
È strano che Gesù esalti coloro che il mondo considera in generale dei deboli. Dice loro: “Beati voi che sembrate perdenti, perché siete i veri vincitori: vostro è il Regno dei Cieli!”. Dette da lui che è “mite e umile di cuore”, queste parole  lanciano una sfida (Papa Giovanni Paolo II)
The first constitutive element of the group of Twelve is therefore an absolute attachment to Christ: they are people called to "be with him", that is, to follow him leaving everything. The second element is the missionary one, expressed on the model of the very mission of Jesus (Pope John Paul II)
Il primo elemento costitutivo del gruppo dei Dodici è dunque un attaccamento assoluto a Cristo: si tratta di persone chiamate a “essere con lui”, cioè a seguirlo lasciando tutto. Il secondo elemento è quello missionario, espresso sul modello della missione stessa di Gesù (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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