Ago 12, 2025 Scritto da 

Portare il peso della giornata?

Non è mai troppo tardi (Moneta unica e smart working: l’Amore)

(Mt 20,1-16)

 

Nell'atrio del tempio di Gerusalemme, il rampicante del portale era simbolo dei doni che il popolo era chiamato a presentare a Dio: accoglienza reciproca, comprensione, condivisione... per la felicità di tutti.

Ovvio che entrare all'inizio della giornata (ossia, della nostra esistenza) in questa logica dell'amore è meglio che entrare all'ultima ora.

Invece: «Il tuo occhio è cattivo perché io sono buono?» [v.19 testo greco].

Ma essere in comunione con Dio, stare nella sua Vigna e aver avuto la grazia di non perdere neppure un istante di vita senza la sua Presenza è un «portare il peso» o viceversa un piacere?

Ma che domanda ingenua... certo, le questioni in ballo sono queste e sono profonde, ma anche altre. Allora chiediamoci: in ciò che facciamo, quanto conta il teatro esteriore? Così tanto?

I credenti della ‘prima ora’ si sentono profondamente offesi, perché sotto sotto identificano il “piacere” o il “vantaggio” con ciò che si sono sempre negati a forza. Forse per una questione di look sociale perbenista, o per malinteso senso di Dio; in ogni caso, artificiosamente.

Essi pensano il “godersi la vita” allo stesso modo dei pagani! Il lavoro è infatti... «sopportato» [v.12: notare il verbo!].

I loro sentimenti inespressi sono ugualmente poco pii... ma i primi della classe restano più abili di altri a sfruttare il paravento dell’appartenenza certificata da tempo, per mascherarsi dietro lo zelo di rinunce, opere, sudori, procedure, prescrizioni, esibizioni, e migliori performances.

Ebbene, Dio non ha operai a stipendio: solo figli; nessun subalterno. 

Nessuno di noi è trascurabile per “inefficienza” - sulla base della vecchia idea di appartenenza comprovata: il ritmo disumano, i volumi produttivi,  lo sforzo, il rendimento... gli straordinari extra...

 

Quello dei modelli è un effetto bloccante; legato a paragoni insignificanti, vita stressante, di corsa (e troppo impegnata) - tutto sotto influsso esterno.

Non in sincronia profonda con se stessi [vv.6-7: «”Perché state qui tutto il giorno inoperosi?”. Gli dicono: “Perché nessuno ci ha preso a giornata”. Dice loro: “Andate anche voi nella Vigna”»].

Al Padre interessa solo la Felicità personale e la Gioia dell’Amore: unico Frutto gustoso; non il mucchio di opere esterne, non il gran volume dei tanti e tanti “frutti” - spesso purtroppo immangiabili.

È l’esito del mondo nuovo, rovesciato.

Siamo tutti egualmente protagonisti e leaders, anche se a qualche habitué “interno” il nostro contributo appare frammentario, inefficiente - e ci valuta poco “coinvolti” (magari nei ‘costumi’); affatto “regolari” - con occhio torvo e presuntuoso.

La recente esperienza dello smart working durante la crisi sanitaria ha fatto emergere il peso specifico degli “ultimi arrivati”: persone meno legate alla produzione, meno estroverse e meno capaci di comando, ma forse più riflessive e profonde, più rispettose della preziosità del loro stesso lavoro; meno esteriori o esibizioniste, più collaborative.

Lo svantaggioso è diventato favorevole!

 

Il Vangelo di Mt nasce da comunità siro-palestinesi, le quali iniziavano a fare esperienza di pagani e peccatori che accorrevano numerosi e stavano diventando maggioranza numerica.

Tutto ciò, con grande scandalo sia degli ambienti farisaici che giudeo cristiani - i quali ora si mostravano avversari dei nuovi.

Insomma, i veterani iniziavano a comportarsi come fossero “farisei” di ritorno, legati alle opere di legge e all’antico bagaglio etnico-culturale.

Così il Maestro li tratta - perché si ostinavano a non ascoltare la marea di persone un tempo lontane, le quali ora porgevano novità. E [proprio loro, senza grande pratica di opere devote] aprivano ai reduci un cammino di Esodo, di Liberazione dalle convinzioni dei padri.

L’atteggiamento dei forestieri e “frammisti” che si presentavano alle porte delle fraternità era molto più libero e focoso di quello degli anziani di comunità, giudaizzanti.

La loro mentalità sciolta da vincoli iniziava a provocare gelosie tra coloro che - quasi per dovere religioso - erano abituati a scrutare la vita altrui con sospetto.

In fondo, quella dei principianti e “meticci” che volevano iniziare un cammino d’amore non era che un riflesso della fluidità sovrabbondante dei Doni divini.

‘Gratis’ comunicato senza diffidenze, né esclusioni: non sulla base di meriti precedenti, bensì gratuitamente e in forza del solo bisogno.

 

Possiamo sperimentare oggi dal vivo le identiche dinamiche di contrapposizione, fra nuovi consanguinei su base di Fede e i consuetudinari [più preoccupati dei loro posti fissi e posizioni di primato “faticosamente” conquistate].

Ma grazie alla Parola (v.15b) questi ultimi ormai li riconosciamo: dal giudizio e dalle maniere. Né mai vogliono lasciar andare un passato finito, o il loro “nuovo” mondo sofisticato d’ipotesi cerebrali alla moda.

Quando Dio “buono” li smaschera, mettendone in luce il pregiudizio, essi restano con l’occhio obliquo e cattivo del falso paternalismo.

Ma si tratta di uno sguardo maligno solo a fini intimidatori - per invidia e “lesa maestà”, non per educarci.

Così s’illudono di non farsi capire e continuare a sterilizzare o pilotare, ridicolizzando l’Amore [anche per toglierci dai piedi - onde evitare il pericolo di esser messi in ombra] per inettitudine, e dallo stesso svolgersi normale della vita.

Pertanto, il brano di oggi resta dopo tanti secoli, un Richiamo forte.

 

L’importanza del lavoro induce il Padrone a non mandare il suo fattore (!) di cui sa purtroppo di non potersi fidare pienamente.

Egli stesso esce ripetutamente e non vuole interferenze dirigiste, nel chiamare personalmente gli operai.

Unico a capire: non è mai troppo tardi!

L’insegnamento è appunto per i responsabili di comunità, i quali spesso non si accollano l’onere di scomodarsi da casa alla continua ricerca di tutti, e adattarsi loro a persone e vicende.

Il Padre vuole invece una Famiglia (Vigna) che presenti al mondo il dolce e zuccherino frutto della Festa - unica cosa davvero importante, principio non negoziabile.

Così, ai sempre morbosi primi della classe il Signore continua a fare un “dispetto” assai educativo.

Già in vita devono scoprire che Egli non discrimina sulla base di percentuali redditizie esterne, o altrui stati mentali negativi.

“Paga” tutti senza riserve e con «moneta» unica: la sua Persona. Nessun pilota automatico è abilitato a turbare il nostro respiro.

Conta l’anima, non il curriculum o la prestazione.

 

 

Per interiorizzare e vivere il messaggio:

 

In cosa ritieni incomprensibile la Volontà di Dio, o piuttosto la mentalità commerciale, cupa e squadrata (ricoperta di doveri, tristezza, fatica e dolore) dei suoi investigatori?

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Those living beside us, who may be scorned and sidelined because they are foreigners, can instead teach us how to walk on the path that the Lord wishes (Pope Francis)
Chi vive accanto a noi, forse disprezzato ed emarginato perché straniero, può insegnarci invece come camminare sulla via che il Signore vuole (Papa Francesco)
Many saints experienced the night of faith and God’s silence — when we knock and God does not respond — and these saints were persevering (Pope Francis)
Tanti santi e sante hanno sperimentato la notte della fede e il silenzio di Dio – quando noi bussiamo e Dio non risponde – e questi santi sono stati perseveranti (Papa Francesco)
In some passages of Scripture it seems to be first and foremost Jesus’ prayer, his intimacy with the Father, that governs everything (Pope Francis)
In qualche pagina della Scrittura sembra essere anzitutto la preghiera di Gesù, la sua intimità con il Padre, a governare tutto (Papa Francesco)
It is necessary to know how to be silent, to create spaces of solitude or, better still, of meeting reserved for intimacy with the Lord. It is necessary to know how to contemplate. Today's man feels a great need not to limit himself to pure material concerns, and instead to supplement his technical culture with superior and detoxifying inputs from the world of the spirit [John Paul II]
Occorre saper fare silenzio, creare spazi di solitudine o, meglio, di incontro riservato ad un’intimità col Signore. Occorre saper contemplare. L’uomo d’oggi sente molto il bisogno di non limitarsi alle pure preoccupazioni materiali, e di integrare invece la propria cultura tecnica con superiori e disintossicanti apporti provenienti dal mondo dello spirito [Giovanni Paolo II]
This can only take place on the basis of an intimate encounter with God, an encounter which has become a communion of will, even affecting my feelings (Pope Benedict)
Questo può realizzarsi solo a partire dall'intimo incontro con Dio, un incontro che è diventato comunione di volontà arrivando fino a toccare il sentimento (Papa Benedetto)
We come to bless him because of what he revealed, eight centuries ago, to a "Little", to the Poor Man of Assisi; - things in heaven and on earth, that philosophers "had not even dreamed"; - things hidden to those who are "wise" only humanly, and only humanly "intelligent"; - these "things" the Father, the Lord of heaven and earth, revealed to Francis and through Francis (Pope John Paul II)
Veniamo per benedirlo a motivo di ciò che egli ha rivelato, otto secoli fa, a un “Piccolo”, al Poverello d’Assisi; – le cose in cielo e sulla terra, che i filosofi “non avevano nemmeno sognato”; – le cose nascoste a coloro che sono “sapienti” soltanto umanamente, e soltanto umanamente “intelligenti”; – queste “cose” il Padre, il Signore del cielo e della terra, ha rivelato a Francesco e mediante Francesco (Papa Giovanni Paolo II)
We are faced with the «drama of the resistance to become saved persons» (Pope Francis)
Siamo davanti al «dramma della resistenza a essere salvati» (Papa Francesco)
That 'always seeing the face of the Father' is the highest manifestation of the worship of God. It can be said to constitute that 'heavenly liturgy', performed on behalf of the whole universe [John Paul II]
Quel “vedere sempre la faccia del Padre” è la manifestazione più alta dell’adorazione di Dio. Si può dire che essa costituisce quella “liturgia celeste”, compiuta a nome di tutto l’universo [Giovanni Paolo II]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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