Annunciazione alla Beata Vergine Maria (8 Aprile 2024)
Per una meravigliosa e misteriosa disposizione della Divina Provvidenza, Caterina-Mectilde de Bar ricevette il permesso di fare la prima esposizione solenne del Santissimo Sacramento nel suo Istituto il giorno dell'Annunciazione, il 25 marzo 1653. Non si trattava di una semplice coincidenza: c'era il dito di Dio. Per un'altra disposizione della provvidenza liturgica di Dio, oggi è la festa trasferita dell'Annunciazione che, quest'anno, come ricorderete, cadeva il lunedì della Settimana Santa. La prima esposizione solenne del Santissimo Sacramento, che segnò la nascita delle Benedettine dell'Adorazione Perpetua il 25 marzo 1653, fu più di un semplice evento storico; appartiene piuttosto a quegli eventi misteriosi che contengono in sé il seme e la grazia di ogni sviluppo futuro. La prima esposizione solenne del Santissimo Sacramento avrebbe potuto avvenire in un altro giorno. Non mancano feste nell'anno liturgico che sarebbero state adatte ma, tra tutte, Dio ha scelto questa: l'Annunciazione alla Beata Vergine Maria, l'Incarnazione del Verbo.
Virgo Audiens
Nell'arte sacra, la Vergine dell'Annunciazione, la Virgo Audiens, è raffigurata sia seduta, con il libro dei profeti o dei salmi aperto in grembo, sia con un fuso in mano, intenta a tessere una tela scarlatta di grande bellezza. Entrambe le rappresentazioni sono simboliche. Nella prima vediamo la Vergine Maria che legge la Parola di Dio. Ascolta la Parola di Dio, la ripete e, ripetendola, la prende in sé; permette che la Parola a lei rivolta diventi nel santuario del suo cuore la Parola che lei rivolge a Dio; e poi, per l'azione dello Spirito Santo, si dona così tanto al Verbo, che il cuore del Verbo inizia il suo ritmo eterno sotto il suo cuore, pulsando nel suo grembo verginale come il cuore dell'Ostia pulsa sul candido lino del corporale nel Santo Sacrificio.
Vesti per il Sommo Sacerdote
Nella seconda immagine vediamo la Vergine Maria che tesse; nelle sue mani immacolate, tutte le fila della storia di Israele, e della sua, entrano nel compimento del disegno perfetto di Dio. Maria di Nazareth non sta tessendo un velo di lana, seta e lino da usare nel tempio di Gerusalemme; sta tessendo la veste liturgica più sacra di tutte - un corpo umano - per l'Eterno Sommo Sacerdote che sta per offrirsi come vittima pura, vittima santa, vittima immacolata nel santuario del suo grembo.
Nel Santo dei Santi
È proprio in questo momento - comunque lo si voglia intendere - che l'Arcangelo fa il suo ingresso. Entra, parla, riceve dalle labbra della Vergine la risposta tanto attesa solo per rendere possibile un altro ingresso: quello solenne di Cristo nello spazio e nel tempo; l'arrivo del Sommo Sacerdote, dell'Agnello del Sacrificio, della Vittima preparata fin dall'inizio del mondo (Apocalisse 13,8).
Maria di Nazareth, nonostante la sua giovane età, era perfettamente pronta per questo momento. Sentì un fremito nel suo grembo, il divampare di un fuoco, il movimento, per così dire, di passi sacerdotali che si affrettavano a salire sull'altare. Adombrata dallo Spirito Santo, capì in un istante di luce incandescente che il suo corpo era diventato un tempio più spazioso del tempio di Gerusalemme, che il suo grembo era diventato un altare e il suo cuore il Santo dei Santi.
Ricordò il mistico enunciato di Davide nel Salmo 39 e, con stupore, lo sentì ripetere dentro di sé da una voce che, pur non essendo la sua, era perfettamente in sintonia con la sua.
Il sacrificio e l'offerta tu non cerchi, ma le orecchie m'hai formate [per udire i tuoi comandi]. L'olocausto e la [vittima] per il peccato non chiedi e dissi [allora]: «Ecco ch'io vengo [e mi metto a' tuoi ordini]». Nel volume del Libro stanno le [tue] prescrizioni per me: fare la tua volontà, mio Dio, io voglio, e [che] la Legge tua [sia] in mezzo al mio cuore.
(Salmo 39:7-9)
"Il mio corpo", ha sussurrato, "è diventato un tempio; il mio grembo è diventato un altare. Il mio Fiat ha aperto il cielo. Lo Spirito Santo si è impossessato della carne della mia carne e del sangue del mio sangue, affinché Dio trovi finalmente sulla terra l'unico sacerdote e l'unica vittima degni di sé".
Tu mi hai dotato di un corpo
San Luca, naturalmente, non racconta nulla di tutto questo in modo esplicito nel suo racconto dell'Annunciazione. Scrive dell'Angelo Gabriele inviato da Dio, della Vergine di nome Maria, promessa sposa di Giuseppe, e del dialogo da cui dipendeva la salvezza del mondo. Scrive dell'ombra dello Spirito Santo, del segno della vecchia Elisabetta trovata incinta e già al sesto mese, e di un segno ancora più grande e meraviglioso, perché a Dio nulla è impossibile.
San Luca ci dà la risposta della Vergine: "Ecco la serva del Signore; avvenga di me secondo la tua parola" (Lc 1,38), e poi, raccontandoci del rapido ritorno dell'Angelo in cielo, copre tutto il resto con un velo di silenzio. Per comprendere il mistero nella sua pienezza, siamo costretti ad andare alla Lettera agli Ebrei.
Ecco perché, entrando nel mondo, [dice Cristo]: «Tu non hai voluto sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; olocausto anche per il peccato tu non gradisti: allora dissi: - Ecco io vengo - (giacché di me si parla nel rotolo del libro) - per compiere, o Dio, la tua volontà. (Ebrei 10:5-7)
L'inizio della solenne processione d'ingresso
L'Annunciazione è la grande e solenne festa del Figlio di Dio Vittima. È l'inizio della solenne processione d'ingresso dell'Eterno Sommo Sacerdote. Mette in moto l'immenso movimento di ritorno al Padre con cui il Verbo, dopo aver sposato la nostra umanità, si prepara a salire sull'altare dove sarà immolato.
Oggi Maria accoglie nel santuario del suo grembo e sull'altare del suo cuore l'unica Vittima necessaria, l'unica Vittima degna di Dio, la Vittima la cui venuta il mondo ha desiderato, i profeti hanno annunciato, i salmisti hanno cantato e i figli di Israele hanno atteso con speranza.
Dopo aver detto sopra: «Non hai voluto nè sacrifici, né offerte, né olocausti per il peccato, né ti piacquero le cose che si offrono secondo la legge», aggiunge: «Ecco io vengo, o Dio, per fare la tua volontà». Così toglie il primo (sacrificio) per stabilire il secondo. Ed è in virtù di questa volontà che noi siamo stati santificati mediante l'oblazione del corpo di Gesù Cristo, (fatta) una volta (per sempre). (Ebrei 10, 8-10)
Un carisma viene alla luce
Questo è il mistero dell'Annunciazione in tutto il suo compimento mistico.
L'Annunciazione non può essere celebrata, né meditata, né compresa, separatamente da questo, il Grande Ingresso di Cristo Vittima, l'inizio dell'unico Santo Sacrificio esposto nel Cenacolo, consumato sul Calvario, offerto incessantemente nel santuario del cielo e perpetuato fino alla fine dei tempi sulla terra nel Santissimo Sacramento dell'Altare.
Ecco perché la Provvidenza di Dio ha ordinato che le benedettine dedite all'adorazione perpetua uscissero per la prima volta dall'ombra e diventassero radiose alla luce della Sacra Ostia nella festa dell'Annunciazione.
Lasciatevi trovare pronti
Accogliete oggi la Vittima Divina in voi stessi, come la Vergine di Nazareth lo accolse in sé.
Lasciate che Egli trovi in voi un santuario per l'offerta del Suo Sacrificio, un altare per la Sua immolazione e un silenzio adorante degno della Sua divina liturgia.
Ancor di più, lasciate che vi trovi pronti alla sua immolazione, non come spettatori che guardano con soggezione, ma come anime completamente abbandonate all'ombra dello Spirito Santo. Non si può ricevere la carne e il sangue dell'Agnello immolato da prima della fondazione del mondo senza diventare un'anima vittima con Lui.
Signore Gesù Cristo,
Vittima divina nascosta nel santuario del grembo di Maria
e immolata sull'altare del suo cuore,
uniscici a Te:
i nostri corpi al Tuo Corpo,
il nostro sangue al Tuo Sangue,
le nostre anime alla Tua Anima,
i nostri cuori al Tuo Cuore,
per fare di noi con Te stesso
un solo Sacerdote e una sola Vittima
offerta alla gloria del Padre,
per amore della Tua Sposa, la Chiesa,
e in riparazione dei peccati con cui il Tuo Sacrificio è disprezzato,
la Tua presenza disonorata
e lo splendore della Tua gloria viene offuscato
alla vista degli uomini
che, anche senza saperlo
desiderano contemplare la bellezza del Tuo Volto. Amen.
+ Giovanni D’Ercole