Nov 16, 2025 Scritto da 

Un marchesato non mi basta, io miro un Regno

2. Lodiamo Dio insieme col salmista: egli “è fedele per sempre”: il Dio dell’alleanza.
Egli è colui che “rende giustizia agli oppressi”, che “dà il pane agli affamati” - come gli chiediamo ogni giorno.
Dio è colui che “ridona la vista ai ciechi”: ridona in particolare la vista dello spirito.
Egli “rialza chi è caduto”.
Egli “sostiene l’orfano e la vedova” . . . (Sal 146 [145], 6-9).

3. Proprio la vedova si trova al centro della odierna liturgia della Parola. Questa è una ben nota figura del Vangelo: la povera vedova che gettò nel tesoro “due spiccioli, cioè un quattrino” (Mc 12, 42) - (quale è il valore approssimativo di questa moneta?).
Gesù osservava “come la folla gettava monete nel tesoro. E tanti ricchi ne gettavano molte” (Mc 12, 41).

Vedendo la vedova e la sua offerta disse ai discepoli: “Questa vedova ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri . . . Tutti hanno dato del loro superfluo, essa invece, nella sua povertà, vi ha messo tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere” (Mc 12, 43-44).

4. La vedova del Vangelo ha il suo parallelo nell’antica alleanza. La prima lettura della liturgia dal libro dei Re, ricorda un’altra vedova, quella di Zarepta, che su richiesta del profeta Elia divise con lui tutto ciò che aveva per sé e per suo figlio: il pane e l’olio, anche se ciò che aveva bastava solo per loro due.

Ed ecco - secondo la predizione di Elia - avvenne il miracolo: la farina della giara non si esaurì e l’orcio dell’olio non si svuotò . . . e così fu per diversi giorni (cf. 1 Re 17, 14-17).

5. Una comune caratteristica unisce ambedue le vedove - quella dell’antica e quella della nuova alleanza -. Tutte e due sono povere e al tempo stesso generose: danno tutto quello che è nella loro possibilità. Tutto ciò che possiedono. Tale generosità del cuore è una manifestazione del totale affidamento a Dio. E perciò la liturgia odierna giustamente ricollega queste due figure con la prima beatitudine del discorso della montagna di Cristo:

“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il Regno dei cieli” (Mt 5, 3).
I “poveri in spirito” - così come quella vedova di Zarepta ai tempi di Elia, e quell’altra del tempio di Gerusalemme, ai tempi di Cristo - dimostrano nella loro povertà una grande ricchezza dello spirito.
Infatti: il povero in spirito è ricco nello spirito. E proprio solo colui che è ricco in spirito può arricchire gli altri.
Cristo insegna che “di essi è il Regno dei cieli”.

6. Per noi che partecipiamo al sacrificio eucaristico questa indicazione è particolarmente importante. Solo quando la nostra presenza qui rivela quella “povertà in spirito” di cui parla la beatitudine di Cristo, solo allora possiamo offrire la nostra offerta al grande “tesoro spirituale” della Chiesa: possiamo portare questa offerta all’altare in quello spirito che Dio, nostro creatore, e Cristo, nostro redentore, s’aspettano da noi.

La lettera agli Ebrei parla di Cristo, eterno sacerdote, che intercede in nostro favore presentando al cospetto di Dio Padre il sacrificio della croce sul Golgota.
E questo unico, santissimo e indefinito valore del sacrificio di Cristo abbraccia anche le offerte che noi portiamo all’altare.
Occorre che queste offerte siano simili allo spicciolo di quella vedova del tempio gerosolimitano, ed anche all’offerta della vedova di Zarepta dei tempi di Elia.
Occorre che queste nostre offerte presentate all’altare - la nostra partecipazione all’Eucaristia - portino in sé un segno della beatitudine di Cristo circa i “poveri in spirito”.

7. La Chiesa intera oggi medita la verità racchiusa in queste parole della liturgia. Mi è dato oggi, come Vescovo di Roma, meditarle insieme con voi fedeli della parrocchia di san Luigi Gonzaga, ai Parioli. Il vostro patrono, san Luigi, ha vissuto in pienezza ia beatitudine evangelica della povertà in spirito, cioè dello spogliamento degli onori e dei beni terreni per conquistare la vera ricchezza, che è il Regno di Dio. Diceva infatti al padre, marchese di Castiglione delle Stiviere: “Un marchesato non mi basta, io miro un regno”; intendeva riferirsi evidentemente al Regno dei cieli. Per attuare questo suo desiderio Luigi rinunciò al titolo e all’eredità paterna per entrare nel noviziato romano della Compagnia di Gesù. Si fece povero per diventare ricco. Annoterà più tardi in un suo scritto: “Anche i principi sono cenere, come i poveri”. Così come la “povera vedova”, diede tutto al Signore con generosità e slancio, che ha dell’eroismo. Scelse infatti per sé le incombenze più umili, dedicandosi al servizio degli ammalati, soprattutto nell’epidemia di peste che colpì Roma nel 1590, e dando la sua vita per essi.

[Papa Giovanni Paolo II, omelia alla parrocchia s. Luigi Gonzaga, 6 novembre 1988]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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The Church, which is ceaselessly born from the Eucharist, from Jesus' gift of self, is the continuation of this gift, this superabundance which is expressed in poverty, in the all that is offered in the fragment (Pope Benedict)
La Chiesa, che incessantemente nasce dall’Eucaristia, dall’autodonazione di Gesù, è la continuazione di questo dono, di questa sovrabbondanza che si esprime nella povertà, del tutto che si offre nel frammento (Papa Benedetto)
He is alive and wants us to be alive; he is our hope (Pope Francis)
È vivo e ci vuole vivi. Cristo è la nostra speranza (Papa Francesco
The Sadducees, addressing Jesus for a purely theoretical "case", at the same time attack the Pharisees' primitive conception of life after the resurrection of the bodies; they in fact insinuate that faith in the resurrection of the bodies leads to admitting polyandry, contrary to the law of God (Pope John Paul II)
I Sadducei, rivolgendosi a Gesù per un "caso" puramente teorico, attaccano al tempo stesso la primitiva concezione dei Farisei sulla vita dopo la risurrezione dei corpi; insinuano infatti che la fede nella risurrezione dei corpi conduce ad ammettere la poliandria, contrastante con la legge di Dio (Papa Giovanni Paolo II)
Are we disposed to let ourselves be ceaselessly purified by the Lord, letting Him expel from us and the Church all that is contrary to Him? (Pope Benedict)
Siamo disposti a lasciarci sempre di nuovo purificare dal Signore, permettendoGli di cacciare da noi e dalla Chiesa tutto ciò che Gli è contrario? (Papa Benedetto)
Jesus makes memory and remembers the whole history of the people, of his people. And he recalls the rejection of his people to the love of the Father (Pope Francis)
Gesù fa memoria e ricorda tutta la storia del popolo, del suo popolo. E ricorda il rifiuto del suo popolo all’amore del Padre (Papa Francesco)
Ecclesial life is made up of exclusive inclinations, and of tasks that may seem exceptional - or less relevant. What matters is not to be embittered by the titles of others, therefore not to play to the downside, nor to fear the more of the Love that risks (for afraid of making mistakes)
La vita ecclesiale è fatta di inclinazioni esclusive, e di incarichi che possono sembrare eccezionali - o meno rilevanti. Ciò che conta è non amareggiarsi dei titoli altrui, quindi non giocare al ribasso, né temere il di più dell’Amore che rischia (per paura di sbagliare).
Zacchaeus wishes to see Jesus, that is, understand if God is sensitive to his anxieties - but because of shame he hides (in the dense foliage). He wants to see, without being seen by those who judge him. Instead the Lord looks at him from below upwards; Not vice versa
Zaccheo desidera vedere Gesù, ossia capire se Dio è sensibile alle sue ansie - ma per vergogna si nasconde nel fitto fogliame. Vuole vedere, senza essere visto da chi lo giudica. Invece il Signore lo guarda dal basso in alto; non viceversa
The story of the healed blind man wants to help us look up, first planted on the ground due to a life of habit. Prodigy of the priesthood of Jesus
La vicenda del cieco risanato vuole aiutarci a sollevare lo sguardo, prima piantato a terra a causa di una vita abitudinaria. Prodigio del sacerdozio di Gesù.
Firstly, not to let oneself be fooled by false prophets nor to be paralyzed by fear. Secondly, to live this time of expectation as a time of witness and perseverance (Pope Francis)
Primo: non lasciarsi ingannare dai falsi messia e non lasciarsi paralizzare dalla paura. Secondo: vivere il tempo dell’attesa come tempo della testimonianza e della perseveranza (Papa Francesco)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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