Gen 11, 2025 Scritto da 

Maria alle nozze di Cana

1. Nell'episodio delle nozze di Cana, san Giovanni presenta il primo intervento di Maria nella vita pubblica di Gesù e pone in risalto la sua cooperazione alla missione del Figlio.

Fin dall'inizio del racconto l'evangelista avverte che "c'era la madre di Gesù" (Gv 2, 1) e, quasi a voler suggerire che tale presenza sia all'origine dell'invito rivolto dagli sposi allo stesso Gesù ed ai suoi discepoli (cfr Giovanni Paolo II, Redemptoris Mater, 21), aggiunge: "Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli" (Gv 2, 2). Con tali notazioni Giovanni sembra indicare che a Cana, come nell'evento fondamentale dell'Incarnazione, Maria è colei che introduce il Salvatore.

Il significato ed il ruolo che assume la presenza della Vergine si manifesta quando viene a mancare il vino. Ella, da esperta ed avveduta donna di casa, se ne rende conto immediatamente ed interviene perché non venga meno la gioia di tutti e, in primo luogo, per soccorrere gli sposi in difficoltà.

Rivolgendosi a Gesù con le parole: "Non hanno più vino" (Gv 2, 3), Maria gli esprime la sua preoccupazione per tale situazione, attendendone un intervento risolutore. Più precisamente, secondo alcuni esegeti, la Madre aspetta un segno straordinario, dal momento che Gesù non aveva del vino a disposizione.

2. La scelta di Maria, che avrebbe potuto forse procurare altrove il vino necessario, manifesta il coraggio della sua fede perché, fino a quel momento, Gesù non aveva operato alcun miracolo, né a Nazaret, né nella vita pubblica.

A Cana la Vergine mostra ancora una volta la sua totale disponibilità a Dio. Ella che nell'Annunciazione, credendo a Gesù prima di vederlo, aveva contribuito al prodigio del concepimento verginale, qui, fidando nel potere non ancora svelato di Gesù, provoca il suo "primo segno", la prodigiosa trasformazione dell'acqua in vino.

In tal modo Ella precede nella fede i discepoli che, come riferisce Giovanni, crederanno dopo il miracolo: Gesù "manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui" (Gv 2, 11). Anzi, ottenendo il segno prodigioso, Maria offre un sostegno alla loro fede.

3. La risposta di Gesù alle parole di Maria: "Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora" (Gv 2, 4), esprime un apparente rifiuto, quasi mettendo alla prova la fede della Madre.

Secondo un'interpretazione, Gesù dal momento in cui inizia la sua missione, sembra porre in discussione il naturale rapporto di figlio, chiamato in causa dalla madre. La frase, nella lingua parlata dell'ambiente, intende, infatti, sottolineare una distanza fra le persone, con l'esclusione della comunione di vita. Questa lontananza non elimina rispetto e stima; il termine "donna", con cui Egli si rivolge alla madre, è usato in un'accezione che ritornerà nei dialoghi con la Cananea (cfr Mt 15, 28), con la Samaritana (cfr Gv 4, 21), con l'adultera (cfr Gv 8, 10) e con Maria Maddalena (cfr Gv 20, 13), in contesti che manifestano un rapporto positivo di Gesù con le sue interlocutrici.

Con l'espressione: "Che ho da fare con te, o donna?", Gesù intende porre la cooperazione di Maria sul piano della salvezza che, impegnando la sua fede e la sua speranza, chiede il superamento del suo ruolo naturale di madre.

4. Di maggiore rilievo appare la motivazione formulata da Gesù: "Non è ancora giunta la mia ora" (Gv 2, 4).

Alcuni studiosi del testo sacro, seguendo l'interpretazione di sant'Agostino, identificano tale "ora" con l'evento della Passione. Per altri, invece, essa si riferisce al primo miracolo in cui si sarebbe rivelato il potere messianico del profeta di Nazaret. Altri ancora ritengono che la frase sia interrogativa e prolunghi la domanda precedente: "Che ho da fare con te, donna? Non è ancora giunta l'ora mia?". Gesù fa intendere a Maria che ormai egli non è più dipendente da lei, ma deve prendere l'iniziativa per fare l'opera del Padre. Maria, allora, si astiene docilmente dall'insistere presso di lui e si rivolge invece ai servi per invitarli a essergli obbedienti.

In ogni caso la sua fiducia nel Figlio viene premiata. Gesù, al quale Ella ha lasciato totalmente l'iniziativa, opera il miracolo, riconoscendo il coraggio e la docilità della Madre: "Gesù disse loro: 'Riempite d'acqua le giare'; e le riempirono fino all'orlo" (Gv 2, 7). Anche la loro obbedienza, pertanto, contribuisce a procurare vino in abbondanza.

La richiesta di Maria: "Fate quello che vi dirà", conserva un suo valore sempre attuale per i cristiani di ogni epoca, ed è destinata a rinnovare il suo effetto meraviglioso nella vita d'ognuno. Essa esorta ad una fiducia senza esitazione, soprattutto quando non si comprendono il senso e l'utilità di quanto il Cristo domanda.

Come nel racconto della Cananea (Mt 15, 24-26), l'apparente rifiuto di Gesù esalta la fede della donna, così le parole del Figlio: "Non è ancora giunta la mia ora", insieme al compimento del primo miracolo, manifestano la grandezza della fede della Madre e la forza della sua preghiera.

L'episodio delle nozze di Cana ci esorta ad essere coraggiosi nella fede e a sperimentare nella nostra esistenza la verità della parola evangelica: "Chiedete e vi sarà dato" (Mt 7, 7; Lc 11, 9).

[Papa Giovanni Paolo II, Udienza Generale 26 febbraio 1997]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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And quite often we too, beaten by the trials of life, have cried out to the Lord: “Why do you remain silent and do nothing for me?”. Especially when it seems we are sinking, because love or the project in which we had laid great hopes disappears (Pope Francis)
E tante volte anche noi, assaliti dalle prove della vita, abbiamo gridato al Signore: “Perché resti in silenzio e non fai nulla per me?”. Soprattutto quando ci sembra di affondare, perché l’amore o il progetto nel quale avevamo riposto grandi speranze svanisce (Papa Francesco)
The Kingdom of God grows here on earth, in the history of humanity, by virtue of an initial sowing, that is, of a foundation, which comes from God, and of a mysterious work of God himself, which continues to cultivate the Church down the centuries. The scythe of sacrifice is also present in God's action with regard to the Kingdom: the development of the Kingdom cannot be achieved without suffering (John Paul II)
Il Regno di Dio cresce qui sulla terra, nella storia dell’umanità, in virtù di una semina iniziale, cioè di una fondazione, che viene da Dio, e di un misterioso operare di Dio stesso, che continua a coltivare la Chiesa lungo i secoli. Nell’azione di Dio in ordine al Regno è presente anche la falce del sacrificio: lo sviluppo del Regno non si realizza senza sofferenza (Giovanni Paolo II)
For those who first heard Jesus, as for us, the symbol of light evokes the desire for truth and the thirst for the fullness of knowledge which are imprinted deep within every human being. When the light fades or vanishes altogether, we no longer see things as they really are. In the heart of the night we can feel frightened and insecure, and we impatiently await the coming of the light of dawn. Dear young people, it is up to you to be the watchmen of the morning (cf. Is 21:11-12) who announce the coming of the sun who is the Risen Christ! (John Paul II)
Per quanti da principio ascoltarono Gesù, come anche per noi, il simbolo della luce evoca il desiderio di verità e la sete di giungere alla pienezza della conoscenza, impressi nell'intimo di ogni essere umano. Quando la luce va scemando o scompare del tutto, non si riesce più a distinguere la realtà circostante. Nel cuore della notte ci si può sentire intimoriti ed insicuri, e si attende allora con impazienza l'arrivo della luce dell'aurora. Cari giovani, tocca a voi essere le sentinelle del mattino (cfr Is 21, 11-12) che annunciano l'avvento del sole che è Cristo risorto! (Giovanni Paolo II)
Christ compares himself to the sower and explains that the seed is the word (cf. Mk 4: 14); those who hear it, accept it and bear fruit (cf. Mk 4: 20) take part in the Kingdom of God, that is, they live under his lordship. They remain in the world, but are no longer of the world. They bear within them a seed of eternity a principle of transformation [Pope Benedict]
Cristo si paragona al seminatore e spiega che il seme è la Parola (cfr Mc 4,14): coloro che l’ascoltano, l’accolgono e portano frutto (cfr Mc 4,20) fanno parte del Regno di Dio, cioè vivono sotto la sua signoria; rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo; portano in sé un germe di eternità, un principio di trasformazione [Papa Benedetto]
In one of his most celebrated sermons, Saint Bernard of Clairvaux “recreates”, as it were, the scene where God and humanity wait for Mary to say “yes”. Turning to her he begs: “[…] Arise, run, open up! Arise with faith, run with your devotion, open up with your consent!” [Pope Benedict]
San Bernardo di Chiaravalle, in uno dei suoi Sermoni più celebri, quasi «rappresenta» l’attesa da parte di Dio e dell’umanità del «sì» di Maria, rivolgendosi a lei con una supplica: «[…] Alzati, corri, apri! Alzati con la fede, affrettati con la tua offerta, apri con la tua adesione!» [Papa Benedetto]

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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