Questa è ancora un’altra direzione della strada, sulla quale ci incammina l’Avvento. L’uomo non soltanto cammina verso Dio attraverso ciò che è in lui: attraverso la sua incompiutezza, la sua minaccia, e insieme il carattere trascendentale della sua personalità, indirizzato verso la verità, il bene, il bello; attraverso la cultura e la scienza; attraverso il desiderio e la nostalgia per un mondo più umano, più degno dell’uomo.
L’uomo non soltanto cammina verso Dio (del resto spesso senza saperlo o addirittura negandolo) attraverso il suo proprio avvento: attraverso il grido della sua umanità. L’uomo va verso Dio, camminando, nella storia della salvezza, dinanzi a Dio: dinanzi al Signore, come sentiamo nel Vangelo nei confronti di Giovanni il Battista, il quale doveva camminare innanzi al Signore con lo spirito e la forza.
Questa nuova direzione della via dell’avvento dell’uomo è collegata in modo particolare con l’Avvento di Cristo. Tuttavia l’uomo cammina “innanzi al Signore” sin dall’inizio e camminerà dinanzi a Lui fino alla fine, perché egli è semplicemente immagine di Dio. Camminando quindi per le strade del mondo, egli dice al mondo e rende testimonianza a se stesso di Chi egli è immagine.
Cammina dinanzi al Signore soggiogando la terra, perché di fatto la stessa terra, così come tutto il creato, sono sottomessi al Signore e il Signore li ha dati in dominio all’uomo.
Egli cammina dinanzi al Signore, riempiendo la sua umanità e la sua storia terrestre col contenuto del suo lavoro, col contenuto della cultura e della scienza, col contenuto della ricerca incessante della verità, del bene, del bello, della giustizia, dell’amore, della pace. E cammina dinanzi al Signore, avvolgendosi spesso in tutto ciò che è negazione della verità, del bene e del bello, negazione della giustizia, dell’amore, della pace. A volte sente di essere avvolto molto in queste negazioni. Quasi per contrasto egli avverte, allora, tutto il peso dell’immagine sfigurata di Dio nella sua anima e nella sua storia.
L’avvento dell’uomo s’incontra con l’Avvento di Cristo.
“O Radix Iesse, qui stas in signum populorum,... quem gentes deprecabuntur, veni ad liberandum nos, iam noli tardare!”.
L’Avvento di Cristo è indispensabile, perché l’uomo ritrovi in esso la certezza che, camminando per il mondo, vivendo di giorno in giorno e di anno in anno, amando e soffrendo..., egli cammina dinanzi al Signore, di cui è immagine nel mondo; che egli rende testimonianza di Lui davanti a tutto il creato.
[Papa Giovanni Paolo II, omelia agli universitari 19 dicembre 1980, n.4]