Ago 6, 2024 Scritto da 

Il senso eucaristico dell’esistenza

1. La Giornata Missionaria Mondiale, in quest’anno dedicato all’Eucaristia, ci aiuta a meglio comprendere il senso “eucaristico” della nostra esistenza, rivivendo il clima del Cenacolo, quando Gesù, alla vigilia della sua passione, offrì al mondo se stesso: “Nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me” (1 Cor 11,23-24).

Nella recente Lettera apostolica Mane nobiscum Domine ho invitato a contemplare Gesù “pane spezzato” per l’intera umanità. Seguendo il suo esempio, anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, specialmente per i più bisognosi. L’Eucaristia porta “il segno dell’universalità”, e in modo sacramentale prefigura quel che avverrà “quando tutti quelli che sono partecipi della natura umana, rigenerati in Cristo per mezzo dello Spirito Santo, riflettendo insieme la gloria di Dio, potranno dire: «Padre nostro»” (Ad gentes, 7). In tal modo l’Eucaristia, mentre fa comprendere pienamente il senso della missione, spinge ogni singolo credente e specialmente i missionari ad essere “pane spezzato per la vita del mondo”.

L’umanità ha bisogno di Cristo «pane spezzato»

2. Nella nostra epoca la società umana sembra avvolta da folte tenebre, mentre è scossa da drammatici eventi e sconvolta da catastrofici disastri naturali. Ma, come “nella notte in cui veniva tradito” (1 Cor 11,23), anche oggi Gesù “spezza il pane” (cfr Mt 26,26) per noi e nelle Celebrazioni eucaristiche offre Se stesso sotto il segno sacramentale del suo amore per tutti. Per questo ho voluto ricordare che “l’Eucaristia non è solo espressione di comunione nella vita della Chiesa; essa è anche progetto di solidarietà per l’intera umanità” (Mane nobiscum Domine, 27); è “pane del cielo” che, donando la vita eterna (cfr Gv 6,33), apre il cuore degli uomini a una grande speranza.

Lo stesso Redentore, che alla vista delle folle bisognose sentì compassione “perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore” (Mt 9,36), presente nell’Eucaristia, continua nei secoli a manifestare compassione verso l’umanità povera e sofferente.

Ed è in suo nome che gli operatori pastorali e i missionari percorrono sentieri inesplorati per recare a tutti il “pane” della salvezza. Li anima la consapevolezza che uniti a Cristo, “centro non solo della storia della Chiesa, ma anche della storia dell’umanità (cfr Ef 1,10; Col 1,15-20)” (Mane nobiscum Domine, 6), è possibile soddisfare le attese più intime del cuore umano. Gesù solo può spegnere la fame di amore e la sete di giustizia degli uomini; solo Lui rende possibile a ogni persona la partecipazione alla vita eterna: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,51).

La Chiesa, insieme con Cristo, si fa “pane spezzato”

3. La Comunità ecclesiale quando celebra l’Eucaristia, in modo speciale la domenica, giorno del Signore, sperimenta alla luce della fede il valore dell’incontro con Cristo risorto, e prende sempre più coscienza che il Sacrificio eucaristico è “per tutti” (Mt 26,28). Se ci si nutre del Corpo e del Sangue del Signore crocifisso e risorto, non si può tenere solo per sé questo “dono”. Occorre, al contrario, diffonderlo. L’amore appassionato per Cristo porta al coraggioso annuncio di Cristo; annuncio che, con il martirio, diventa offerta suprema di amore a Dio e ai fratelli. L’Eucaristia spinge ad una generosa azione evangelizzatrice e ad un impegno fattivo nell’edificazione di una società più equa e fraterna.

Auspico di cuore che l’Anno dell’Eucaristia stimoli tutte le comunità cristiane ad andare incontro “con fraterna operosità a qualcuna delle tante povertà del nostro mondo” (Mane nobiscum Domine, 28). Questo, perché “dall’amore vicendevole e, in particolare, dalla sollecitudine per chi è nel bisogno saremo riconosciuti come veri discepoli di Cristo (cfr Gv 13,35; Mt 25,31-46). E’ questo il criterio in base al quale sarà comprovata l’autenticità delle nostre celebrazioni eucaristiche” (Mane nobiscum Domine, 28).

I missionari, “pane spezzato” per la vita del mondo

4. Anche oggi Cristo comanda ai suoi discepoli: “Date loro voi stessi da mangiare” (Mt 14,16). In suo nome i missionari si recano in tante parti del mondo per annunciare e testimoniare il Vangelo. Essi fanno risuonare con la loro azione le parole del Redentore: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv 6,35); essi stessi si fanno “pane spezzato” per i fratelli, giungendo talvolta sino al sacrificio della vita.

Quanti martiri missionari in questo nostro tempo! Il loro esempio trascini tanti giovani sul sentiero dell’eroica fedeltà a Cristo! La Chiesa ha bisogno di uomini e di donne, che siano disposti a consacrarsi totalmente alla grande causa del Vangelo.

La Giornata Missionaria Mondiale costituisce un’opportuna circostanza per prendere consapevolezza dell’urgente necessità di partecipare alla missione evangelizzatrice in cui sono impegnate le Comunità locali e i molteplici Organismi ecclesiali e, in modo particolare, le Pontificie Opere Missionarie e gli Istituti Missionari. E’ missione che, oltre alla preghiera e al sacrificio, attende anche un concreto sostegno materiale. Colgo ancora una volta l’occasione per mettere in luce il prezioso servizio che rendono le Pontificie Opere Missionarie e invito tutti a sostenerle con una generosa cooperazione spirituale e materiale.

La Vergine, Madre di Dio, ci aiuti a rivivere l’esperienza del Cenacolo, perché le nostre Comunità ecclesiali diventino autenticamente “cattoliche”; Comunità, cioè, dove la “spiritualità missionaria”, che è “comunione intima con Cristo” (Redemptoris missio, 88), si pone in stretto rapporto con la “spiritualità eucaristica”, che ha come modello Maria, “Donna eucaristica” (Ecclesia de Eucharistia, 53); Comunità che restano aperte alla voce dello Spirito e alle necessità dell’umanità, Comunità dove i credenti, e specialmente i missionari, non esitano a farsi “pane spezzato per la vita del mondo”.

[Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2005]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Still today Jesus repeats these comforting words to those in pain: "Do not weep". He shows solidarity to each one of us and asks us if we want to be his disciples, to bear witness to his love for anyone who gets into difficulty (Pope Benedict)
Gesù ripete ancor oggi a chi è nel dolore queste parole consolatrici: "Non piangere"! Egli è solidale con ognuno di noi e ci chiede, se vogliamo essere suoi discepoli, di testimoniare il suo amore per chiunque si trova in difficoltà (Papa Benedetto))
Faith: the obeying and cooperating form with the Omnipotence of God revealing himself
Fede: forma dell’obbedire e cooperare con l’Onnipotenza che si svela
Jesus did not come to teach us philosophy but to show us a way, indeed the way that leads to life [Pope Benedict]
Gesù non è venuto a insegnarci una filosofia, ma a mostrarci una via, anzi, la via che conduce alla vita [Papa Benedetto]
The Cross of Jesus is our one true hope! That is why the Church “exalts” the Holy Cross, and why we Christians bless ourselves with the sign of the cross. That is, we don’t exalt crosses, but the glorious Cross of Christ, the sign of God’s immense love, the sign of our salvation and path toward the Resurrection. This is our hope (Pope Francis)
La Croce di Gesù è la nostra unica vera speranza! Ecco perché la Chiesa “esalta” la santa Croce, ed ecco perché noi cristiani benediciamo con il segno della croce. Cioè, noi non esaltiamo le croci, ma la Croce gloriosa di Gesù, segno dell’amore immenso di Dio, segno della nostra salvezza e cammino verso la Risurrezione. E questa è la nostra speranza (Papa Francesco)
«Rebuke the wise and he will love you for it. Be open with the wise, he grows wiser still; teach the upright, he will gain yet more» (Prov 9:8ff)
«Rimprovera il saggio ed egli ti sarà grato. Dà consigli al saggio e diventerà ancora più saggio; istruisci il giusto ed egli aumenterà il sapere» (Pr 9,8s)
These divisions are seen in the relationships between individuals and groups, and also at the level of larger groups: nations against nations and blocs of opposing countries in a headlong quest for domination [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
Queste divisioni si manifestano nei rapporti fra le persone e fra i gruppi, ma anche a livello delle più vaste collettività: nazioni contro nazioni, e blocchi di paesi contrapposti, in un'affannosa ricerca di egemonia [Reconciliatio et Paenitentia n.2]
But the words of Jesus may seem strange. It is strange that Jesus exalts those whom the world generally regards as weak. He says to them, “Blessed are you who seem to be losers, because you are the true winners: the kingdom of heaven is yours!” Spoken by him who is “gentle and humble in heart”, these words present a challenge (Pope John Paul II)
È strano che Gesù esalti coloro che il mondo considera in generale dei deboli. Dice loro: “Beati voi che sembrate perdenti, perché siete i veri vincitori: vostro è il Regno dei Cieli!”. Dette da lui che è “mite e umile di cuore”, queste parole  lanciano una sfida (Papa Giovanni Paolo II)
The first constitutive element of the group of Twelve is therefore an absolute attachment to Christ: they are people called to "be with him", that is, to follow him leaving everything. The second element is the missionary one, expressed on the model of the very mission of Jesus (Pope John Paul II)
Il primo elemento costitutivo del gruppo dei Dodici è dunque un attaccamento assoluto a Cristo: si tratta di persone chiamate a “essere con lui”, cioè a seguirlo lasciando tutto. Il secondo elemento è quello missionario, espresso sul modello della missione stessa di Gesù (Papa Giovanni Paolo II)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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