Giu 9, 2024 Scritto da 

«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10, 8)

Carissimi Fratelli e Sorelle,

1. Ci accingiamo a ripercorrere il cammino quaresimale, che ci condurrà alle solenni celebrazioni del mistero centrale della fede, il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. Ci apprestiamo a vivere il tempo propizio che la Chiesa offre ai credenti per meditare sull'opera della salvezza realizzata dal Signore sulla Croce. Il disegno salvifico del Padre celeste si è compiuto nel libero e totale dono del Figlio unigenito agli uomini. « Nessuno mi toglie la vita, ma la offro da me stesso » (Gv 10, 18), afferma Gesù, ponendo ben in luce che Egli sacrifica la sua stessa vita, volontariamente, per la salvezza del mondo. A conferma di un così grande dono di amore, il Redentore aggiunge: « Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici » (Gv 15, 13).

La Quaresima, occasione provvidenziale di conversione, ci aiuta a contemplare questo stupendo mistero d'amore. Essa costituisce un ritorno alle radici della fede, perché, meditando sul dono di grazia incommensurabile che è la Redenzione, non possiamo non renderci conto che tutto ci è stato dato per amorevole iniziativa divina. Proprio per meditare su questo aspetto del mistero salvifico, ho scelto quale tema del Messaggio quaresimale di quest'anno le parole del Signore: « Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date » (Mt 10, 8).

2. Iddio ci ha liberamente donato il suo Figlio: chi ha potuto o può meritare un simile privilegio? Afferma san Paolo: « Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia » (Rm 3, 23-24). Iddio ci ha amati con infinita misericordia senza lasciarsi fermare dalla condizione di grave rottura in cui il peccato aveva posto la persona umana. Si è benevolmente chinato sulla nostra infermità, prendendone occasione per una nuova e più meravigliosa effusione del suo amore. La Chiesa non cessa di proclamare questo mistero di infinita bontà, esaltando la libera scelta divina e il suo desiderio non di condannare, ma di riammettere l'uomo alla comunione con Sé.

« Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date ». Queste parole evangeliche risuonino nel cuore di ogni comunità cristiana nel pellegrinaggio penitenziale verso la Pasqua. La Quaresima, richiamando allo spirito il mistero della morte e risurrezione del Signore, porti ogni cristiano a stupirsi intimamente della grandezza di tale dono. Sì! Gratuitamente abbiamo ricevuto. La nostra esistenza non è forse tutta segnata dalla benevolenza di Dio? È dono lo sbocciare della vita e il suo prodigioso svilupparsi. E proprio perché è dono, l'esistenza non può essere considerata un possesso o una privata proprietà, anche se le potenzialità, di cui oggi disponiamo per migliorarne la qualità, potrebbero far pensare che l'uomo sia di essa « padrone ». In effetti, le conquiste della medicina e della biotecnologia a volte potrebbero indurre l'uomo a pensarsi creatore di se stesso, e a cedere alla tentazione di manipolare « l'albero della vita » (Gn 3, 24).

È bene anche qui ribadire che non tutto ciò che è tecnicamente possibile è anche moralmente lecito. Se ammirevole è lo sforzo della scienza per assicurare una qualità di vita più conforme alla dignità dell'uomo, non deve però essere mai dimenticato che la vita umana è un dono, e che essa rimane un valore anche quando è segnata dalla sofferenza e dal limite. Un dono da accogliere e amare sempre: gratuitamente ricevuto e gratuitamente da porre al servizio degli altri.

3. La Quaresima, riproponendoci l'esempio di Cristo immolatosi per noi sul Calvario, ci aiuta in modo singolare a capire che la vita è in Lui redenta. Per mezzo dello Spirito Santo, Egli rinnova la nostra vita e ci rende partecipi di quella stessa vita divina che ci introduce nell'intimità di Dio e ci fa sperimentare il suo amore per noi. Si tratta di un dono sublime, che il cristiano non può non proclamare con gioia. San Giovanni scrive nel suo Vangelo: « Questa è la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo » (Gv 17, 3). Questa vita, a noi comunicata mediante il Battesimo, dobbiamo continuamente alimentare con una fedele risposta individuale e comunitaria, mediante la preghiera, la celebrazione dei Sacramenti e la testimonianza evangelica.

Avendo, infatti, gratuitamente ricevuto la vita, dobbiamo, a nostra volta, donarla ai fratelli in modo gratuito. Lo chiede Gesù ai discepoli, inviandoli come suoi testimoni nel mondo: « Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date ». E primo dono da rendere è quello d'una vita santa, testimone dell'amore gratuito di Dio. L'itinerario quaresimale sia per tutti i credenti un costante richiamo ad approfondire questa nostra peculiare vocazione. Dobbiamo aprirci, come credenti, a un'esistenza improntata a « gratuità », dedicando senza riserve noi stessi a Dio e al prossimo.

4. « Che cosa mai possiedi — ammonisce san Paolo — che tu non abbia ricevuto? » (1 Cor 4, 7). Amare i fratelli, dedicarsi a loro è un'esigenza che scaturisce da questa consapevolezza. Più essi hanno bisogno, più urgente diventa per il credente il compito di servirli. Dio non permette forse che ci siano condizioni di bisogno, perché andando incontro agli altri impariamo a liberarci dal nostro egoismo e a vivere dell'autentico amore evangelico? Chiaro è il comando di Gesù: « Se amate quelli che vi amano, quale merito ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? » (Mt 5, 46). Il mondo valuta i rapporti con gli altri sulla base dell'interesse e del proprio tornaconto, alimentando una visione egocentrica dell'esistenza, nella quale troppo spesso non c'è posto per i poveri e i deboli. Ogni persona, anche la meno dotata, va invece accolta e amata per se stessa, al di là dei suoi pregi e difetti. Anzi, più è in difficoltà, più deve essere oggetto del nostro amore concreto. È quest'amore che la Chiesa, attraverso innumerevoli istituzioni, testimonia facendosi carico di ammalati, emarginati, poveri e sfruttati. I cristiani, in tal modo, diventano apostoli di speranza e costruttori della civiltà dell'amore.

Assai significativo è che Gesù pronunci le parole: « Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date », proprio nell'inviare gli apostoli a diffondere il Vangelo della salvezza, primo e principale dono da Lui recato all'umanità. Egli vuole che il suo Regno ormai vicino (cf Mt 10, 5ss) si propaghi attraverso gesti di amore gratuito da parte dei suoi discepoli. Così fecero gli apostoli agli inizi del cristianesimo, e quanti li incontravano li riconoscevano portatori di un messaggio più grande di loro stessi. Come allora, anche oggi il bene compiuto dai credenti diventa un segno e spesso un invito a credere. Anche quando, come nel caso del buon samaritano, il cristiano va incontro alle necessità del prossimo, il suo non è mai un semplice aiuto materiale. È sempre anche annuncio del Regno, che comunica il senso pieno della vita, della speranza, dell'amore.

5. Fratelli e Sorelle carissimi! Sia questo lo stile con cui ci apprestiamo a vivere la Quaresima: la generosità fattiva verso i fratelli più poveri! Aprendo loro il cuore, diventiamo sempre più consapevoli che il nostro dono agli altri è risposta ai numerosi doni che il Signore continua a farci. Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo!

Quale periodo più opportuno del periodo della Quaresima per rendere questa testimonianza di gratuità di cui il mondo ha tanto bisogno? Nell'amore stesso che Dio ha per noi c'è la chiamata a donarci, a nostra volta, agli altri gratuitamente. Ringrazio quanti — laici, religiosi, sacerdoti — in ogni angolo del mondo rendono questa testimonianza di carità. Sia così per ogni cristiano, nelle diverse situazioni in cui egli si trova.

Maria, la Vergine e Madre del bell'Amore e della Speranza, sia guida e sostegno in questo itinerario quaresimale. A tutti con affetto assicuro la mia preghiera, mentre volentieri imparto a ciascuno, specialmente a quanti operano quotidianamente sulle molteplici frontiere della carità, una speciale Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 4 Ottobre 2001, festa di San Francesco d'Assisi.

[Papa Giovanni Paolo II, Messaggio per la Quaresima 2002]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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