Giu 8, 2024 Scritto da 

Beati voi giovani

4. “Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” (Mt 5, 3).

Sin dall’inizio della sua attività messianica, parlando nella sinagoga di Nazaret, Gesù disse: “Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio” (Lc 4, 18). Riteneva i poveri i più privilegiati eredi del regno. Ciò significa che soltanto “i poveri in spirito” sono in grado di ricevere il regno di Dio con tutto il cuore. L’incontro di Zaccheo con Gesù mostra che anche un uomo ricco può diventare partecipe della beatitudine di Cristo per i poveri in spirito.

Povero in spirito è colui che è disposto ad usare con generosità la propria ricchezza a favore di chi è nel bisogno. In tal caso si vede che non è attaccato a quelle ricchezze. Si vede che comprende bene l’essenziale finalità di esse. I beni materiali infatti sono per servire gli altri, specialmente chi si trova nella necessità. La Chiesa ammette la proprietà personale di questi beni, se vengono usati a questo fine.

Oggi ricordiamo Sant’Edvige regina. E’ conosciuta la sua generosità verso i poveri. Benché fosse ricca, non dimenticava gli indigenti. E’ per noi esempio e modello, come bisogna vivere e mettere in pratica l’insegnamento di Cristo sull’amore e sulla misericordia e rendersi simili a colui che, come dice San Paolo “essendo ricco si è fatto povero per noi, perché diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà” (cfr 2 Cor 8, 9).

“Beati i poveri in spirito”. E’ il grido di Cristo che oggi dovrebbe ascoltare ogni cristiano, ogni uomo credente. C’è tanto bisogno di uomini poveri in spirito, cioè aperti ad accogliere la verità e la grazia, aperti alle grandi cose di Dio; di uomini dal cuore grande che non si lasciano incantare dallo splendore delle ricchezze di questo mondo e non permettono che esse abbiano il dominio sui loro cuori. Sono veramente forti, perché colmi della ricchezza della grazia di Dio. Vivono nella consapevolezza di ricevere da Dio incessantemente e senza fine.

“Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!” (At 3, 6) - con queste parole gli Apostoli Pietro e Giovanni rispondono alla richiesta dello zoppo dello storpio. Gli donarono il sommo bene che egli avrebbe potuto desiderare. Poveri trasmisero al povero la più grande ricchezza: nel nome di Cristo gli restituirono la salute. Mediante ciò confessarono la verità che attraverso le generazioni è la parte dei confessori di Cristo.

Ecco i poveri in spirito, senza possedere essi stessi né argento né oro, grazie a Cristo hanno un potere maggiore di quello che possono dare tutte le ricchezze del mondo.

Davvero, sono felici e beati questi uomini, perché ad essi appartiene il regno dei cieli. Amen.

[Papa Giovanni Paolo II, omelia Elk 8 giugno 1999]

 

“Considerate la vostra vocazione, fratelli” (1 Cor 1, 26)

 

1. Oggi queste parole  di san Paolo sono rivolte a tutti noi che siamo giunti qui sul Monte delle Beatitudini. Siamo seduti su questa collina  come i primi discepoli e ascoltiamo Gesù. In silenzio ascoltiamo  la sua voce gentile e pressante, gentile quanto  questa terra stessa  e pressante quanto l'invito  a scegliere fra la vita e la morte.

Quante generazioni prima di noi si sono commosse profondamente udendo il Discorso della Montagna! Quanti giovani nel corso dei secoli si sono riuniti intorno a Gesù per apprendere le parole di vita eterna, proprio come oggi voi siete riuniti qui! Quanti giovani cuori  sono stati ispirati  dalla forza  della sua personalità  e dalla avvincente verità  del suo avvincente messaggio! È  meraviglioso  che siate qui!

Grazie, Arcivescovo Boutros Mouallem, per la sua cordiale accoglienza. La prego  di trasmettere i miei saluti oranti  a tutta la comunità greco-melkita che presiede. Estendo i miei auguri fraterni ai numerosi Cardinali, al Patriarca Sabbah, ai Vescovi, e a tutti i sacerdoti qui presenti. Saluto i membri delle Comunità Latina, Maronita, Siriana, Armena, Caldea, e tutti i nostri fratelli e sorelle delle altre Chiese Cristiane e Comunità Ecclesiali. Rivolgo una speciale parola di ringraziamento ai nostri amici Musulmani che sono qui, ed ai membri di fede Ebraica.

Questo grande raduno è come una prova generale per la Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà a Roma  nel mese di agosto! Il giovane che ha parlato ha promesso che avrete un’altra montagna, il Monte Sinai! Giovani di Israele, dei Territori Palestinesi, della Giordania  e di Cipro,  giovani  del Medio Oriente, dell'Africa e dell'Asia, dell'Europa, dell'America e dell'Oceania! Saluto ognuno di voi con affetto  e amore!

2. I primi che udirono le Beatitudini di Gesù serbavano nel cuore il ricordo di un altro monte, il Monte Sinai. Proprio un mese fa,  ho avuto la grazia  di  recarmi là,  dove  Dio parlò a Mosè e Gli diede la Legge scritta “dal dito di Dio” (Es 31, 18) su tavole di pietra. Questi due monti, il Sinai  e il Monte delle Beatitudini,  ci offrono  la mappa  della nostra vita cristiana e una sintesi delle nostre responsabilità  verso Dio e verso il prossimo. La Legge e le Beatitudini insieme  tracciano il cammino  della sequela di Cristo  e il sentiero regale  verso la  maturità e la libertà spirituali.

I Dieci Comandamenti  del Sinai  possono sembrare negativi: “Non avrai altri dèi di fronte a me;... Non uccidere; Non commettere adulterio; Non rubare; Non pronunziare falsa testimonianza...” (Es 20, 3, 13 -16), Essi sono invece sommamente positivi. Andando oltre il male che nominano,  indicano il cammino  verso la legge  d'amore che è il primo e il più grande dei Comandamenti: “Amerai il Signore Dio tuo  con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente... Amerai il prossimo tuo come te stesso” (Mt 22, 37, 39). Gesù stesso  afferma  di non essere venuto  per abolire  la Legge, ma per darle compimento (cfr Mt 5, 17). Il suo messaggio è nuovo, ma non distrugge ciò che già esiste. Anzi sviluppa al massimo le sue potenzialità. Gesù insegna  che la via  dell'amore porta  la legge al suo pieno compimento  (cfr Gal 5, 14). Ed ha insegnato questa verità importantissima  su questa collina, qui in Galilea.

3. “Beati voi”, dice “Beati i poveri in spirito, i miti e i misericordiosi, gli afflitti, coloro che hanno fame e sete della giustizia, i puri di cuore, gli operatori di pace, i perseguitati! Beati voi!”. Le parole  di Gesù  possono sembrare strane.  È strano che Gesù  esalti  coloro che il mondo considera in generale dei deboli. Dice loro: “Beati  voi che sembrate  perdenti, perché  siete i veri vincitori:  vostro è il Regno dei Cieli!”. Dette da lui che è “mite e umile di cuore” (Mt 11, 29), queste parole  lanciano una sfida che richiede  una metanoia profonda e costante dello spirito, una grande trasformazione del cuore.

 

 

Voi giovani comprenderete  il motivo per cui è necessario questo cambiamento  del cuore! Siete infatti consapevoli  di un'altra voce  dentro di voi  e intorno a voi, una voce contraddittoria. È una voce che dice: “Beati i superbi  e i violenti,  coloro che prosperano a qualunque costo, che non hanno scrupoli, che sono senza pietà, disonesti, che fanno la guerra invece della pace e perseguitano quanti sono di ostacolo sul loro cammino”. Questa voce  sembra avere senso in un mondo  in cui i violenti spesso trionfano e pare  che i disonesti abbiano successo. “Sì”  dice la voce del male “sono questi a vincere. Beati loro!”

4. Gesù offre  un messaggio molto diverso. Non lontano da qui egli chiamò i suoi primi discepoli, così come chiama voi ora.  La sua chiamata  ha sempre imposto una scelta fra  le due voci  in competizione per conquistare il vostro cuore,  anche ora, qui sulla collina, la scelta  fra il bene e il male, fra la vita e la morte. Quale voce  sceglieranno di seguire i giovani  del XXI secolo?  Riporre  la vostra fiducia in Gesù significa  scegliere  di credere in ciò che dice, indipendentemente da quanto ciò possa sembrare strano, e  scegliere  di non cedere alle lusinghe del male,  per quanto  attraenti possano sembrare.

Dopo tutto, Gesù non solo proclama le Beatitudini. Egli vive le Beatitudini. Egli è le Beatitudini. Guardandolo, vedrete  cosa significa  essere poveri in spirito, miti e misericordiosi, afflitti, avere fame e sete della giustizia, essere puri di cuore, operatori di pace, perseguitati. Per questo motivo ha il diritto  di affermare “Venite, seguitemi!”. Non dice semplicemente, “Fate ciò che dico”. Egli dice “Venite, seguitemi!”.

Voi ascoltate la sua voce  su questa collina e credete  a ciò che dice. Tuttavia,  come i primi discepoli sul mare di Galilea,  dovete abbandonare  le vostre barche  e le vostre reti e questo non è mai facile, in particolare  quando dovete affrontare un futuro incerto  e siete tentati di perdere la fiducia nella vostra eredità cristiana. Essere buoni Cristiani  può sembrare un'impresa superiore  alle vostre forze nel mondo di oggi. Tuttavia Gesù non resta a guardare  e non vi lascia soli ad affrontare tale sfida. È  sempre con voi  per trasformare la vostra debolezza in forza. CredeteGli quando vi dice: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti  si manifesta pienamente nella debolezza” (2 Cor 12, 9)!

5. I discepoli trascorsero  del tempo  con il Signore. Giunsero a conoscerlo e ad  amarlo  profondamente. Scoprirono il significato  di quanto l'Apostolo Pietro disse una volta a Gesù: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna” (Gv 6, 68). Scoprirono  che le parole di vita eterna sono le parole  del Sinai e le parole  delle Beatitudini. Questo  è il messaggio che diffusero ovunque.

Al momento della sua Ascensione, Gesù affidò  ai suoi discepoli  una missione  e questa rassicurazione: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra. Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni... ecco, io sono con voi  tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 18-20). Da  duemila anni i seguaci di Cristo svolgono questa missione. Ora, all'alba del terzo millennio, tocca  a voi. Tocca  a voi  andare nel mondo  e annunciare il messaggio  dei Dieci Comandamenti  e delle Beatitudini.  Quando Dio parla, parla di cose  che hanno la più grande importanza per ogni persona,  per le persone  del XXI secolo non meno che per quelle  del primo secolo. I Dieci Comandamenti  e le Beatitudini parlano di verità  e di bontà,  di grazia  e di libertà, di quanto è necessario  per entrare  nel Regno di Cristo. Ora  tocca a voi  essere coraggiosi apostoli  di quel Regno!

Giovani della Terra Santa, giovani  del mondo, rispondete  al Signore  con un cuore aperto e volenteroso! Volenteroso e aperto come  il cuore della figlia più grande di Galilea, Maria, la Madre di Gesù. Come rispose? Disse: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello  che hai detto” (Lc 1, 38).

O Signore Gesù Cristo, in questo luogo  che hai conosciuto  e  che hai tanto amato,  ascolta  questi giovani cuori generosi! Continua a insegnare a questi giovani la verità dei Comandamenti e delle Beatitudini! Rendili gioiosi testimoni della tua verità  e apostoli convinti  del tuo Regno! Sii con loro sempre, in particolare  quando seguire te  e il Vangelo diviene difficile e arduo! Sarai tu la loro forza, sarai tu la loro vittoria!

O Signore Gesù, hai fatto di questi giovani degli amici tuoi: tienili per sempre vicino a te!

Amen!

[Papa Giovanni Paolo II, Monte delle Beatitudini 24 marzo 2000]

23
don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Familiarity at the human level makes it difficult to go beyond this in order to be open to the divine dimension. That this son of a carpenter was the Son of God was hard for them to believe [Pope Benedict]
La familiarità sul piano umano rende difficile andare al di là e aprirsi alla dimensione divina. Che questo Figlio di un falegname sia Figlio di Dio è difficile crederlo per loro [Papa Benedetto]
Christ reveals his identity of Messiah, Israel's bridegroom, who came for the betrothal with his people. Those who recognize and welcome him are celebrating. However, he will have to be rejected and killed precisely by his own; at that moment, during his Passion and death, the hour of mourning and fasting will come (Pope Benedict)
Cristo rivela la sua identità di Messia, Sposo d'Israele, venuto per le nozze con il suo popolo. Quelli che lo riconoscono e lo accolgono con fede sono in festa. Egli però dovrà essere rifiutato e ucciso proprio dai suoi: in quel momento, durante la sua passione e la sua morte, verrà l'ora del lutto e del digiuno (Papa Benedetto)
Peter, Andrew, James and John are called while they are fishing, while Matthew, while he is collecting tithes. These are unimportant jobs, Chrysostom comments, "because there is nothing more despicable than the tax collector, and nothing more common than fishing" (In Matth. Hom.: PL 57, 363). Jesus' call, therefore, also reaches people of a low social class while they go about their ordinary work [Pope Benedict]
Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni sono chiamati mentre stanno pescando, Matteo appunto mentre riscuote il tributo. Si tratta di lavori di poco conto – commenta il Crisostomo -  “poiché non c'è nulla di più detestabile del gabelliere e nulla di più comune della pesca” (In Matth. Hom.: PL 57, 363). La chiamata di Gesù giunge dunque anche a persone di basso rango sociale, mentre attendono al loro lavoro ordinario [Papa Benedetto]
For the prodigious and instantaneous healing of the paralytic, the apostle St. Matthew is more sober than the other synoptics, St. Mark and St. Luke. These add broader details, including that of the opening of the roof in the environment where Jesus was, to lower the sick man with his lettuce, given the huge crowd that crowded at the entrance. Evident is the hope of the pitiful companions: they almost want to force Jesus to take care of the unexpected guest and to begin a dialogue with him (Pope Paul VI)
Per la prodigiosa ed istantanea guarigione del paralitico, l’apostolo San Matteo è più sobrio degli altri sinottici, San Marco e San Luca. Questi aggiungono più ampi particolari, tra cui quello dell’avvenuta apertura del tetto nell’ambiente ove si trovava Gesù, per calarvi l’infermo col suo lettuccio, data l’enorme folla che faceva ressa all’entrata. Evidente è la speranza dei pietosi accompagnatori: essi vogliono quasi obbligare Gesù ad occuparsi dell’inatteso ospite e ad iniziare un dialogo con lui (Papa Paolo VI)
The invitation given to Thomas is valid for us as well. We, where do we seek the Risen One? In some special event, in some spectacular or amazing religious manifestation, only in our emotions and feelings? [Pope Francis]
L’invito fatto a Tommaso è valido anche per noi. Noi, dove cerchiamo il Risorto? In qualche evento speciale, in qualche manifestazione religiosa spettacolare o eclatante, unicamente nelle nostre emozioni e sensazioni? [Papa Francesco]
His slumber causes us to wake up. Because to be disciples of Jesus, it is not enough to believe God is there, that he exists, but we must put ourselves out there with him; we must also raise our voice with him. Hear this: we must cry out to him. Prayer is often a cry: “Lord, save me!” (Pope Francis)

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

duevie.art

don Giuseppe Nespeca

Tel. 333-1329741


Disclaimer

Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge N°62 del 07/03/2001.
Le immagini sono tratte da internet, ma se il loro uso violasse diritti d'autore, lo si comunichi all'autore del blog che provvederà alla loro pronta rimozione.
L'autore dichiara di non essere responsabile dei commenti lasciati nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, il cui contenuto fosse ritenuto non idoneo alla pubblicazione verranno insindacabilmente rimossi.