Gesù Risorto tornò a manifestarsi ai suoi sul lago di Tiberiade, invitandoli a pescare.
I discepoli credettero e sperimentarono immediatamente la fecondità dei gesti compiuti in unità con Cristo.
Il discepolo prediletto, quello dal cuore dilatato e dallo sguardo acuto, dinanzi all’abbondanza della pesca, disse: «È il Signore!» (Gv 21,7).
Nel tempo in cui visse, Francesco si rivelò davvero come ‘il minore’ amato da Gesù.
Con capacità introspettiva unita alla Grazia, divenne missionario fecondo, che operava prodigi con la forza del Risorto, gettando la rete dalla parte giusta.
Le Fonti narrano un episodio significativo, avvenuto presso un eremo, vicino Rieti (Fonte Colombo).
Visitato dal medico per la cura degli occhi, Francesco chiese ai suoi compagni di accoglierlo a pranzo, preparando qualcosa di buono per lui.
"«Padre - rispose il guardiano - te lo diciamo con rossore, ci vergogniamo ad invitare, tanto siamo poveri in questo momento».
«Volete forse che ve lo ripeta?» insistette il Santo.
Il medico era presente e intervenne: «Io, fratelli carissimi, stimerò delizia la vostra penuria».
I frati in tutta fretta dispongono sulla tavola quanto c’è in dispensa: un po’ di pane, non molto vino e per rendere più sontuoso il pranzo, la cucina manda un po’ di legumi.
Ma la mensa del Signore nel frattempo si muove a compassione della mensa dei servi.
Bussano alla porta e corrono ad aprire: c’è una donna che porge un canestro pieno zeppo di bel pane, di pesci e pasticci di gamberi, e sopra abbondanza di miele e uva.
A tale vista i poveri commensali sfavillarono di gioia, e messa da parte per il giorno dopo quella miseria, mangiarono di quei cibi prelibati.
Il medico commosso esclamò:
«Né noi secolari e neppure voi frati conoscete veramente la santità di questo uomo».
E si sarebbero di certo pienamente sfamati, ma più che il cibo li aveva saziati il miracolo.
Così l’occhio amoroso del Padre non disprezza mai i suoi, anzi assiste con più generosa provvidenza chi è più bisognoso.
Il povero si pasce ad una mensa più ricca di quella del re, quanto Dio supera in generosità l’uomo" (FF 629).
Il discepolo prediletto credette e fece cose pari al Maestro.
Francesco, pieno dello Spirito del Risorto, lo riconobbe negli eventi della vita e ripeté con i fatti:
«È il Signore!».
In verità ogni giorno egli attestava la Presenza del Risorto, che affiancava i suoi, ammaestrandoli e compiendo prodigi.
Venerdì fra l’ottava di Pasqua (Gv 21,1-14)