Il passo di Lc narra della Presentazione di Gesù al Tempio - quale Luce autentica delle nazioni e salvezza dei popoli, rivelata alle moltitudini.
Raccontano le Fonti che Francesco aveva, fra l’altro, uno straordinario riguardo per le lucerne, lampade e candele, e non voleva mai spegnerne di sua mano lo splendore, perché simbolo della Luce eterna.
Parimenti Chiara, in una lettera alla Beata Agnese da Praga:
«E poiché questa visione di Lui è splendore dell’eterna gloria, chiarore della luce perenne e specchio senza macchia, ogni giorno porta l’anima tua, o regina, sposa di Gesù Cristo, in questo specchio e scruta in esso continuamente il tuo volto […]» (FF 2902).
Il Santo, uomo fatto preghiera, sempre riceveva dallo Spirito del Signore che lo guidava, tutta la luce necessaria per essere scrutatore di coscienze, smantellatore di pseudo verità.
Infatti, l’episodio che riprendiamo sempre dalle Fonti, lo attesta:
“C’era un frate, a giudicare dal di fuori più che santo.
I confratelli parlarono a lungo di lui a Francesco, che era di passaggio.
Ma il Poverello rispose così alle loro lodi:
«Smettetela, fratelli, di lodarmi in costui le finzioni del diavolo. Sappiate che si tratta di tentazione diabolica e d’inganno fraudolento».
Male accolsero i frati questa risposta: secondo loro era impossibile che la falsità e la frode potessero imbellettarsi sotto tanti indizi di perfezione.
Ma, di lì a non molti giorni, quando quel tale se ne andò dall’Ordine, fu ben chiaro a tutti che l’uomo di Dio aveva letto, col suo sguardo luminoso, nell’intimo segreto di quel cuore.
Era questo il modo in cui egli prevedeva infallibilmente anche la caduta di tanti, che sembravano star dritti; come pure la conversione a Cristo di molti peccatori.
Perciò sembrava che egli contemplasse ormai da vicino lo specchio della luce eterna, nel cui mirabile splendore l’occhio del suo spirito poteva vedere le cose fisicamente lontane come se fossero presenti" (FF 1198).
Francesco aveva incontrato la Luce nella sua esistenza, ne era stato compenetrato al punto da divenire, in Cristo, lui stesso "segno" per molti.
«Ecco, questi è posto a rovina e risurrezione di molti in Israele e a segno contraddetto […] affinché siano rivelati da molti cuori i pensieri» (Lc 2,34-35).
2 febbraio, Presentazione del Signore (Lc 2,22-40)