Nell’ascolto di quanto il Battista diceva alle folle, sembra quasi che il Povero d’Assisi finisse per seguirlo alla lettera.
Giovanni esortava: «Chi ha due tuniche ne dia a chi non ne ha» (Lc 3,11).
Francesco, rinnovato nel cuore dal battesimo di Fuoco ricevuto, ai suoi tempi giocava d’anticipo - e ancora ci offre un paradigma evangelico solido, cui fare riferimento.
Come il Precursore, ha collocato in alto la Povertà, del cuore e dalle cose.
Nelle Fonti leggiamo: “Egli si recò a visitare, con religiosa devozione, la tomba dell’Apostolo Pietro.
Fu in questa circostanza che, vedendo la grande moltitudine dei mendicanti davanti alle porte di quella chiesa,
spinto da una soave compassione e, insieme, allettato dall’amore per la povertà, donò le sue vesti al più bisognoso di loro
e ricoperto degli stracci di costui, passò tutta la giornata in mezzo ai poveri, con insolita gioia di spirito” (Fonti 1037).
Chiara gli faceva eco:
«O povertà beata!! A chi t’ama e t’abbraccia procuri ricchezze eterne.
O povertà santa! A quanti ti possiedono e desiderano, Dio promette il regno dei cieli, ed offre in modo infallibile eterna gloria e vita beata.
O povertà pia! Te il Signore Gesù Cristo [...] si degnò abbracciare a preferenza di ogni altra cosa» (FF 2864 - Lettera Prima ad Agnese di Praga)
«Amandolo, siete casta, toccandolo, diventerete più monda, accogliendolo in voi, siete vergine;
la sua potenza è più forte, la generosità più elevata, il suo aspetto più bello, l'amore più soave e ogni grazia più fine.
Già siete stretta dagli amplessi di lui, che il vostro petto ha ornato di pietre preziose e alle vostre orecchie ha messo perle inestimabili,
e vi ha tutta avvolta di primaverili e corrusche gemme e vi ha incoronata con una corona d'oro espressa con il segno della santità.
Quindi, sorella carissima, o piuttosto signora straordinariamente degna di ogni venerazione, perché siete sposa e madre e sorella del mio Signore Gesù Cristo,
splendidissimamente insignita del vessillo dell'inviolabile verginità e della santissima povertà, siate corroborata nel santo servizio, incominciato con ardente desiderio, del povero Crocifisso, che per noi tutti sopportò la passione della croce, strappandoci al potere del principe delle tenebre, nel quale per la trasgressione del primo parente eravamo tenuti legati, e riconciliandoci con Dio Padre Onnipotente.
Nell’ascolto di quanto il Battista diceva alle folle, sembra quasi che il Povero di Assisi definisca se stesso per seguire il Vangelo alla lettera.
Giovanni, testimone della Luce, a chi gli chiedeva chi fosse rispondeva:
«Io voce di uno che grida nel deserto. Raddrizzate la via del Signore» (Giovanni 1,23).
In un mondo alla ricerca dell’avere, dell’apparire, del possedere e dominare, i Poveri d’Assisi testimoniano in modo attuale l’onestà del vivere secondo Dio, restituendo a Lui ogni dono perfetto!
«Cosa dunque dobbiamo fare?» (Luca 3,10)
3.a Domenica di Avvento (C) (Lc 3,10-18)