Mar 18, 2025 Scritto da 

La caduta con anestesia, lenta apostasia

Lasciarsi scivolare lentamente nel peccato, relativizzando le cose ed entrando «in negoziato» con gli dèi del denaro, della vanità e dell’orgoglio: da quella che ha definito una «caduta con anestesia» ha messo in guardia il Papa nell’omelia della messa celebrata a Casa Santa Marta giovedì mattina, 13 febbraio, riflettendo sulla storia del re Salomone.

La prima lettura della liturgia del giorno (1 Re 11, 4-13) «ci racconta — ha esordito — l’apostasia, diciamo così, di Salomone», che non è stato fedele al Signore. Quando era vecchio, le sue donne gli fecero infatti «deviare il cuore» per seguire altri dèi. Fu dapprima un «ragazzo bravo», che al Signore chiese solo la saggezza e Dio lo rese saggio, al punto che da lui vennero i giudici e anche la Regina di Saba, dall’Africa, con regali perché aveva sentito parlare della sua saggezza. «Si vede che questa donna era un po’ filosofa e gli fece domande difficili», ha affermato il Pontefice notando che «Salomone uscì da queste domande vittorioso» perché sapeva rispondere.

A quel tempo, ha proseguito Francesco, si poteva avere più di una sposa, che non vuol dire — ha spiegato — che fosse lecito fare «il donnaiolo». Il cuore di Salomone, però, si indebolì non per aver sposato queste donne — poteva farlo — ma perché le aveva scelte di un altro popolo, con altri dèi. E Salomone quindi cadde nel «tranello» e lasciò fare quando una delle mogli gli chiedeva di andare ad adorare Camos o Moloc. E così fece per tutte le sue donne straniere che offrivano sacrifici ai loro dèi. In una parola, «permise tutto, smise di adorare l’unico Dio». Dal cuore indebolito per la troppa affezione alle donne, «entrò il paganesimo nella sua vita». Quindi, ha evidenziato Francesco, quel ragazzo saggio che aveva pregato bene chiedendo la saggezza, è caduto al punto da essere rigettato dal Signore.

«Non è stata un’apostasia da un giorno all’altro, è stata un’apostasia lenta», ha chiarito il Papa. Anche il re Davide, suo padre, infatti, aveva peccato — in modo forte almeno due volte — ma subito si era pentito e aveva chiesto perdono: era rimasto fedele al Signore che lo custodì fino alla fine. Davide pianse per quel peccato e per la morte del figlio Assalonne e quando, prima, fuggiva da lui, si umiliò pensando al suo peccato, quando la gente lo insultava. «Era santo. Salomone non è santo», ha affermato il Pontefice. Il Signore gli aveva dato tanti doni ma lui aveva sprecato tutto perché si era lasciato indebolire il cuore. Non si tratta, ha notato, del «peccato di una volta», ma dello «scivolare».

«Le donne gli fecero deviare il cuore e il Signore lo rimprovera: “Tu hai deviato il cuore”. E questo succede nella nostra vita. Nessuno di noi è un criminale, nessuno di noi fa dei grossi peccati come aveva fatto Davide con la moglie di Uria, nessuno. Ma dove è il pericolo? Lasciarsi scivolare lentamente perché è una caduta con anestesia, tu non te ne accorgi, ma lentamente si scivola, si relativizzano le cose e si perde la fedeltà a Dio», ha rimarcato Francesco. «Queste donne erano di altri popoli, avevano altri dèi, e quante volte noi dimentichiamo il Signore ed entriamo in negoziato con altri dèi: il denaro, la vanità, l’orgoglio. Ma questo si fa lentamente e se non c’è la grazia di Dio, si perde tutto», ha avvertito ancora.

Di nuovo il Papa ha richiamato il Salmo 105 (106) per sottolineare che questo mescolarsi con i pagani e imparare ad agire come loro, significa farsi mondani. «E per noi questa scivolata lenta nella vita è verso la mondanità, questo è il grave peccato: “Lo fanno tutti, ma sì, non c’è problema, sì, davvero non è l’ideale, ma...”. Queste parole che ci giustificano al prezzo di perdere la fedeltà all’unico Dio. Sono degli idoli moderni», ha avvertito Francesco, chiedendo di pensare «a questo peccato della mondanità» che porta a «perdere il genuino del Vangelo. Il genuino della Parola di Dio» a «perdere l’amore di questo Dio che ha dato la vita per noi. Non si può stare bene con Dio e con il diavolo. Questo lo diciamo tutti noi quando parliamo di una persona che è un po’ così: “Questo sta bene con Dio e con il diavolo”. Ha perso la fedeltà».

E, in pratica, ha continuato il Pontefice, ciò significa non essere fedele «né a Dio né al diavolo». Per questo in conclusione, il Papa ha esortato a chiedere al Signore la grazia di fermarsi quando si capisce che il cuore inizia a scivolare. «Pensiamo a questo peccato di Salomone — ha raccomandato —, pensiamo a come è caduto quel Salomone saggio, benedetto dal Signore, con tutte le eredità del padre Davide, come è caduto lentamente, anestetizzato verso questa idolatria, verso questa mondanità e gli è stato tolto il regno».

E «chiediamo al Signore — ha concluso Francesco — la grazia di capire quando il nostro cuore incomincia a indebolirsi e a scivolare, per fermarci. Saranno la sua grazia e il suo amore a fermarci se noi lo preghiamo».

[Papa Francesco, s. Marta, in L'Osservatore Romano 14/02/2020]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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We may ask ourselves: who is a witness? A witness is a person who has seen, who recalls and tells. See, recall and tell: these are three verbs which describe the identity and mission (Pope Francis, Regina Coeli April 19, 2015)
Possiamo domandarci: ma chi è il testimone? Il testimone è uno che ha visto, che ricorda e racconta. Vedere, ricordare e raccontare sono i tre verbi che ne descrivono l’identità e la missione (Papa Francesco, Regina Coeli 19 aprile 2015)
There is the path of those who, like those two on the outbound journey, allow themselves to be paralysed by life’s disappointments and proceed sadly; and there is the path of those who do not put themselves and their problems first, but rather Jesus who visits us, and the brothers who await his visit (Pope Francis)
C’è la via di chi, come quei due all’andata, si lascia paralizzare dalle delusioni della vita e va avanti triste; e c’è la via di chi non mette al primo posto se stesso e i suoi problemi, ma Gesù che ci visita, e i fratelli che attendono la sua visita (Papa Francesco)
So that Christians may properly carry out this mandate entrusted to them, it is indispensable that they have a personal encounter with Christ, crucified and risen, and let the power of his love transform them. When this happens, sadness changes to joy and fear gives way to missionary enthusiasm (John Paul II)
Perché i cristiani possano compiere appieno questo mandato loro affidato, è indispensabile che incontrino personalmente il Crocifisso risorto, e si lascino trasformare dalla potenza del suo amore. Quando questo avviene, la tristezza si muta in gioia, il timore cede il passo all’ardore missionario (Giovanni Paolo II)
This is the message that Christians are called to spread to the very ends of the earth. The Christian faith, as we know, is not born from the acceptance of a doctrine but from an encounter with a Person (Pope Benedict))
È questo il messaggio che i cristiani sono chiamati a diffondere sino agli estremi confini del mondo. La fede cristiana come sappiamo nasce non dall'accoglienza di una dottrina, ma dall'incontro con una Persona (Papa Benedetto)
From ancient times the liturgy of Easter day has begun with the words: Resurrexi et adhuc tecum sum – I arose, and am still with you; you have set your hand upon me. The liturgy sees these as the first words spoken by the Son to the Father after his resurrection, after his return from the night of death into the world of the living. The hand of the Father upheld him even on that night, and thus he could rise again (Pope Benedict)
Dai tempi più antichi la liturgia del giorno di Pasqua comincia con le parole: Resurrexi et adhuc tecum sum – sono risorto e sono sempre con te; tu hai posto su di me la tua mano. La liturgia vi vede la prima parola del Figlio rivolta al Padre dopo la risurrezione, dopo il ritorno dalla notte della morte nel mondo dei viventi. La mano del Padre lo ha sorretto anche in questa notte, e così Egli ha potuto rialzarsi, risorgere (Papa Benedetto)
The Church keeps watch. And the world keeps watch. The hour of Christ's victory over death is the greatest hour in history (John Paul II)
Veglia la Chiesa. E veglia il mondo. L’ora della vittoria di Cristo sulla morte è l’ora più grande della storia (Giovanni Paolo II)
Before the Cross of Jesus, we apprehend in a way that we can almost touch with our hands how much we are eternally loved; before the Cross we feel that we are “children” and not “things” or “objects” [Pope Francis, via Crucis at the Colosseum 2014]

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