Dic 15, 2024 Scritto da 

Contrasto tra Maria e Zaccaria

La liturgia di questa quarta domenica di Avvento pone in primo piano la figura di Maria, la Vergine Madre, in attesa di dare alla luce Gesù, il Salvatore del mondo. Fissiamo lo sguardo su di lei, modello di fede e di carità; e possiamo chiederci: quali erano i suoi pensieri nei mesi dell’attesa? La risposta viene proprio dal brano evangelico di oggi, il racconto della visita di Maria alla sua anziana parente Elisabetta (cfr Lc 1,39-45). L’angelo Gabriele le aveva svelato che Elisabetta aspettava un figlio ed era già al sesto mese (cfr Lc 1,26.36). E allora la Vergine, che aveva appena concepito Gesù per opera di Dio, era partita in fretta da Nazareth, in Galilea, per raggiungere i monti della Giudea, e trovare sua cugina.

Dice il Vangelo: «Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta» (v. 40). Sicuramente si felicitò con lei per la sua maternità, come a sua volta Elisabetta salutò Maria dicendo: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?» (vv. 42-43). E subito ne loda la fede: «E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto» (v. 45). È evidente il contrasto tra Maria, che ha avuto fede, e Zaccaria, il marito di Elisabetta, il quale aveva dubitato, e non aveva creduto alla promessa dell’angelo e per questo rimane muto fino alla nascita di Giovanni. È un contrasto.

Questo episodio ci aiuta a leggere con una luce del tutto particolare il mistero dell’incontro dell’uomo con Dio. Un incontro che non è all’insegna di strabilianti prodigi, ma piuttosto all’insegna della fede e della carità. Maria, infatti, è beata perché ha creduto: l’incontro con Dio è frutto della fede. Zaccaria invece, che ha dubitato e non ha creduto, è rimasto sordo e muto. Per crescere nella fede durante il lungo silenzio: senza fede si resta inevitabilmente sordi alla voce consolante di Dio; e si resta incapaci di pronunciare parole di consolazione e di speranza per i nostri fratelli. E noi lo vediamo tutti i giorni: la gente che non ha fede o che ha una fede molto piccola, quando deve avvicinarsi a una persona che soffre, le dice parole di circostanza, ma non riesce ad arrivare al cuore perché non ha forza. Non ha forza perché non ha fede, e se non ha fede non vengono le parole che arrivano al cuore altrui. La fede, a sua volta, si alimenta nella carità. L’evangelista racconta che «Maria si alzò e andò in fretta» (v. 39) da Elisabetta: in fretta, non in ansia, non ansiosa, ma in fretta, in pace.  “Si alzò”: un gesto pieno di premura. Avrebbe potuto rimanere a casa per preparare la nascita di suo figlio, invece si preoccupa prima degli altri che di sé stessa, dimostrando nei fatti di essere già discepola di quel Signore che porta in grembo. L’evento della nascita di Gesù è cominciato così, con un semplice gesto di carità; del resto, la carità autentica è sempre frutto dell’amore di Dio.

Il Vangelo della visita di Maria ad Elisabetta, che abbiamo ascoltato oggi nella Messa, ci prepara a vivere bene il Natale, comunicandoci il dinamismo della fede e della carità. Questo dinamismo è opera dello Spirito Santo: lo Spirito d’Amore che fecondò il grembo verginale di Maria e che la spinse ad accorrere al servizio dell’anziana parente. Un dinamismo pieno di gioia, come si vede nell’incontro tra le due madri, che è tutto un inno di gioiosa esultanza nel Signore, che compie grandi cose con i piccoli che si fidano di Lui.

La Vergine Maria ci ottenga la grazia di vivere un Natale estroverso, ma non disperso: estroverso: al centro non ci sia il nostro “io”, ma il Tu di Gesù e il tu dei fratelli, specialmente di quelli che hanno bisogno di una mano. Allora lasceremo spazio all’Amore che, anche oggi, vuole farsi carne e venire ad abitare in mezzo a noi.

[Papa Francesco, Angelus 23 dicembre 2018]

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don Giuseppe Nespeca

Giuseppe Nespeca è architetto e sacerdote. Cultore della Sacra scrittura è autore della raccolta "Due Fuochi due Vie - Religione e Fede, Vangeli e Tao"; coautore del libro "Dialogo e Solstizio".

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“They found”: this word indicates the Search. This is the truth about man. It cannot be falsified. It cannot even be destroyed. It must be left to man because it defines him (John Paul II)
“Trovarono”: questa parola indica la Ricerca. Questa è la verità sull’uomo. Non la si può falsificare. Non la si può nemmeno distruggere. La si deve lasciare all’uomo perché essa lo definisce (Giovanni Paolo II)
Thousands of Christians throughout the world begin the day by singing: “Blessed be the Lord” and end it by proclaiming “the greatness of the Lord, for he has looked with favour on his lowly servant” (Pope Francis)
Migliaia di cristiani in tutto il mondo cominciano la giornata cantando: “Benedetto il Signore” e la concludono “proclamando la sua grandezza perché ha guardato con bontà l’umiltà della sua serva” (Papa Francesco)
The new Creation announced in the suburbs invests the ancient territory, which still hesitates. We too, accepting different horizons than expected, allow the divine soul of the history of salvation to visit us
La nuova Creazione annunciata in periferia investe il territorio antico, che ancora tergiversa. Anche noi, accettando orizzonti differenti dal previsto, consentiamo all’anima divina della storia della salvezza di farci visita
People have a dream: to guess identity and mission. The feast is a sign that the Lord has come to the family
Il popolo ha un Sogno: cogliere la sua identità e missione. La festa è segno che il Signore è giunto in famiglia
“By the Holy Spirit was incarnate of the Virgin Mary”. At this sentence we kneel, for the veil that concealed God is lifted, as it were, and his unfathomable and inaccessible mystery touches us: God becomes the Emmanuel, “God-with-us” (Pope Benedict)
«Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria». A questa frase ci inginocchiamo perché il velo che nascondeva Dio, viene, per così dire, aperto e il suo mistero insondabile e inaccessibile ci tocca: Dio diventa l’Emmanuele, “Dio con noi” (Papa Benedetto)
The ancient priest stagnates, and evaluates based on categories of possibilities; reluctant to the Spirit who moves situationsi
Il sacerdote antico ristagna, e valuta basando su categorie di possibilità; riluttante allo Spirito che smuove le situazioni
«Even through Joseph’s fears, God’s will, his history and his plan were at work. Joseph, then, teaches us that faith in God includes believing that he can work even through our fears, our frailties and our weaknesses. He also teaches us that amid the tempests of life, we must never be afraid to let the Lord steer our course. At times, we want to be in complete control, yet God always sees the bigger picture» (Patris Corde, n.2).
«Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza. E ci insegna che, in mezzo alle tempeste della vita, non dobbiamo temere di lasciare a Dio il timone della nostra barca. A volte noi vorremmo controllare tutto, ma Lui ha sempre uno sguardo più grande» (Patris Corde, n.2).
Man is the surname of God: the Lord in fact takes his name from each of us - whether we are saints or sinners - to make him our surname (Pope Francis). God's fidelity to the Promise is realized not only through men, but with them (Pope Benedict).

Due Fuochi due Vie - Vol. 1 Due Fuochi due Vie - Vol. 2 Due Fuochi due Vie - Vol. 3 Due Fuochi due Vie - Vol. 4 Due Fuochi due Vie - Vol. 5 Dialogo e Solstizio I fiammiferi di Maria

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don Giuseppe Nespeca

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